mercoledì 18 dicembre 2024

Juventus 4-0 Cagliari – Coppa Italia 24/25 – Come Nicolas Cage


Come Nicolas Cage, ogni tanto azzecchiamo un film. Proprio come l'anno scorso, quando la Coppa Italia pareva un'isola felice nell'oceano del nostro sconforto. Dove tutto è facile e si possono mangiare anche le fragole. Ma montarsi la testa di panna significa avere la memoria del pesce rosso. Soltanto qualche giorno fa, la vittoria sul City di Guardiola ha portato alla semi-sconfitta contro Venezia. Ieri, dopo nemmeno un minuto abbiamo rischiato di andare sotto, proprio come era successo lo scorso anno contro la Salernitana, sempre in Coppa Italia, quando ribaltammo lo svantaggio (subito dopo due minuti) con un tonante 6-1 per noi. Poi a Salerno (pur vincendo per 2-1) è stata tutta un'altra storia. Stessa cosa era successa nella doppia sfida col Frosinone, a pochissima distanza tra il 4-0 di coppa e il tirato 3-2 di campionato. Con lo stesso Cagliari in campionato sappiano tutti come è andata. Insomma. Tutto questo dovrebbe insegnarci qualcosa, ma nel calcio non funziona così e qualcosa mi dice che domenica col Monza ritorneremo Sammy Jenkins.

Dal lato opposto, una frettolosa analisi potrebbe portarci a fare gli Zazzaroni di turno, quelli che solo dopo la partita son buoni a dire "ma si sapeva che la Juve avrebbe vinto!". La verità, invece, è qualcosa di più sottile e sfumato. Il primo tempo di ieri non è stato tanto diverso dal primo tempo contro il Venezia. Il Cagliari è parso costantemente sul punto di passare in vantaggio, come colui che abortisce continuamente uno starnuto che sembra imminente. La vera discriminate tra Venezia è Cagliari è stata piuttosto quel gol annullato ad Yildiz e il raddoppio di Koop. Quest'ultimo, infatti, apre le porte alla resa dei sardi, come lo stesso Nicola ammette nel post gara. L'inconcludente sfacciataggine offensiva della sua squadra è stata la sua condanna a morte. Quel gol divorato nel pronti via ha ricordato, anche se solo nella cabala, il gol fallito da Halland nella stessa porta, contro lo stesso portiere. Un valzer di aneddoti che si intrecciano e ci parlano di cose che già sapevamo. Quando giochiamo contro squadre aperte abbiamo maggiori possibilità di poter esprimere il nostro gioco, ma solo dopo il doppio vantaggio ci comportiamo come se la partita volessimo vincerla per davvero.

Come volevasi dimostrare, quando inizi a fare qualche contropiede da "cristiano" la cosa inizia a girare. E per "cristiano" non intendo Ronaldo (né tantomeno Giuntoli) ma il modo in cui chiamiamo gli esseri umani qui al sud. Veloci e senza troppi gigionamenti da possesso palla compulsivo, abbiamo preso in mano la partita solo allora. "Solo chi corre può, fare di te la squadra che sei"... vi dice qualcosa?

Ma quello che più ricorda uno degli attori più controversi della storia del cinema è senza dubbio Dusan Vlahovic, quello che sa fare anche gol spettacolari (al netto di quelli che si fa annullare per fuorigioco) ma si divora quelli talmente facili da trasformarlo nell'attore cane de' L'Ultimo Dei Templari. L'Ultimo degli attaccanti, in questo caso. Ma un film ogni tanto lo azzecca. Anche Conceição, dagli e dagli che buca la noce, entrando per merito ed acclamazione nel tabellino marcatori, dopo averci provato più volte. Ma i veri regali di Natale sono i gol di Koopmeiners su punizione e Nico Gonzalez su pallonetto alla "vammela a pija".

Ora, c'è una domanda che voglio fare a Nico, e credo vogliamo fare tutti, ma che estendo anche agli altri, allenatore compreso. Come gli amici che scendono per le feste di Natale vi chiedo: "per quanto tempo restate?". 

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