Ora, sapete come si traduce in inglese toppa? Patch. Proprio quelle che i calciatori hanno sulle magliette. Quelle che se vuoi aggiungerle all'acquisto devi pagare 12 euro (per la Serie A) o 15 (per la Champions). Quella che ieri ci ha salvato dal rigore che poteva portare all'ennesimo pareggio. Durante la puntata di Open Var questa è stata la discriminate che ha lasciato decidere i varisti per il no al rigore per il Monza al 90'. La Patch della Serie A, infatti, si trova sul deltoide, parte della spalla (zona verde) e non del braccio (zona rossa). Il pallone colpisce la patch della serie A, quindi nessun fallo di mano, anche se siamo in area e McKennie allunga il braccio verso il pallone. La Juve quindi ci mette letteralmente una toppa per vincere.
La pezza a colore, invece, sono i discorsi di alcuni tifosi. Sempre gli stessi. Quelli che dopo Allegri va bene tutto, purché non ci sia lui in panchina. Chiamano "vedove" gli allegriani (e molti lo sono ancora) ma non si accorgono di vivere nel passato proprio insieme a questi. Sono rimasti indietro per litigare, mentre noi siamo andati avanti e siamo stanchi delle chiacchiere e le scaramucce che non portano a risultati a lungo termine. Chissà quanti anti allegriani ieri hanno goduto, per una delle vittorie più allegriane della stagione, facendola passare per l'ennesima rinascita mottiana. Naturalmente, oggigiorno, ogni genuina curiosità si trasforma in domanda retorica. Basta farsi un giro sui social per conoscerne molti e scambiarci due chiacchiere. Eppure, a ben vedere, l'unica cosa che ci ha separato dall'ennesimo pareggio stagionale è stata una patch, che in italiano si traduce toppa e qui al sud come "pezza a colore".
Naturalmente in TV, Stramaccioni e Bherami si aggrappano ad un altro colore, lo stesso colore della maglia Juve e del pallone, per dire che "le immagini non sono chiare", chiedendo quindi il rigore. Il tutto spostando l'attenzione dal presunto rigore chiesto da Vlahovic, che a parti invertite avrebbero chiesto a gran voce, e glissando su altre topiche arbitrali. La più comica è quando Massa ferma il gioco perché un giocatore del Monza prende il pallone con la testa in area e stramazza a terra, per poi restituire il pallone a loro invece che a noi, che l'avevamo ai piedi. O quando Conceicao prende un'altro dei suoi assurdi gialli, perché la palla gli scivola da sotto il piede e colpisce la gamba di un avversario. Marelli, in un tentativo di difesa dell'arbitro lo definisce come intervento irruento. Come se controllare un pallone fosse un intervento irruento.
Alla fine della fiera, una brutta Juve la sfanga contro l'ultima in classifica ma tutti hanno avuto la loro razione di pezze a colore per intavolare discorsi che portino acqua al loro mulini. Per quelli con un po' più di logica in zucca, invece, se per una bella vittoria isolata col Cagliari (in Coppa Italia) non poteva far gridare al miracolo, non si può certo essere felici per una vittoria del genere. Eccetto essere soddisfatti per i tre punti ma non contenti per la prestazione.
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