venerdì 18 aprile 2025

Black mirror - 7x04 - Come un giocattolo

Sorta di spin-off della puntata interattiva Bandersnatch (2018), il quarto episodio della settima stagione ne condivide tematica e ambientazione (c'è pure una comparsata del programmatore pazzo Colin Ritman) ma non la struttura. Qui ci troviamo infatti di fronte ad un classico horror che ha per oggetto il mondo dei videogames. L'unica particolarità è il suo essere strutturato su due linee temporali diverse: il presente, ed il 1994, anno nel quale la vicenda ha inizio. A quell'epoca un giovane recensore di videogiochi si imbatte in uno strano programmatore (il Colin Ritman di cui sopra) e in un videogioco molto particolare: un simulatore in grado di entrare in profonda connessione col giocatore. Trent'anni dopo lo stesso uomo viene arrestato con l'accusa di omicidio. Cosa è accaduto in quell'arco di tempo? 

Complice un mefistofelico Peter Capaldi nel ruolo da protagonista, sembra quasi di guardare una puntata di The Devil's Hour. Tuttavia qui l'estetica e le citazioni sono molto più nerd e stuzzicheranno in maniera particolare la nostalgia dei videogiocatori degli anni '90. Il videogame Thronglets ricorda i vari simulatori dell'epoca, stile Populous, con un pizzico di Tamagotchi (almeno all'inizio) mentre l'incedere della puntata ha quel gusto da horror movie di serie b tipico degli anni 80/90. 

"Sto decifrando finalmente ciò che dicono gli omini del videogame, finalmente un contatto diretto. Cosa volete comunicarmi miei simpatici amici? Ecco, questa è una S...poi una F...questa dovrebbe essere una I seguita da una G. Il messaggio è..."Sfigato"."



"Come un giocattolo" (titolo italiano meno efficace di "Plaything") ci porta a riflettere sull'etica del videogiocatore, su quanto la violenza, il voler primeggiare, vincere, siano da sempre alla base del prodotto videoludico (ma in tempi recenti stiamo assistendo ad un piccolo cambiamento da questo punto di vista). Non sarebbe altrettanto appassionante e gratificante collaborare ed aiutare? Eppure Per molti i videogiochi restano solo e soltanto una valvola di sfogo, dove "battere" l'avversario, sia esso reale o computerizzato. 
Spunti interessanti in un'epoca nella quale il videogioco prova con difficoltà a diventare (non senza mille piagnistei da parte dei videogiocatori più oltranzisti) più "adulto" e a trovare nuove forme di espressione

Un episodio sicuramente interessante, forse più canonico però, che si regge sull'ottima interpretazione del protagonista e sulle suggestioni che riesce a rievocare. 
Ah, se non avete paura dell'effetto The Ring o Morte a 33 giri, sull'app di Netflix vi potete pure scaricare il videogame di cui parla questo episodio, Thronglets. L'immedesimazione sará più completa. 

Voto 7+

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