La quinta puntata della settima stagione di Black Mirror è tutta giocata sul filo della memoria e del rimpianto: Un uomo si vede recapitare a casa un "kit da elogio funebre". E' appena morta infatti una sua vecchia conoscenza, una donna che ricorda vagamente, in apparenza. In realtà si tratta della donna più importante della sua vita ma che, dopo molti anni di rimpianti e rancori, ha finito per cancellare forzatamente dalla memoria tanto da non ricordarne neppure il viso. Ma le cose sono andate realmente come lui ricorda?
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"Ok, va bene, "Apriamo la busta", posso vedere il volto della persona che mi ha mandato la lettera adesso? No? Ah non è C'è Posta Per Te?" |
Eulogy è un episodio dove la tecnologia è un mero pretesto. In realtà è al contrario, molto minimalista. Per il 99% del tempo l'episodio si regge totalmente sulle spalle di Paul Giamatti che deve evocarci scene che in realtà non vediamo. Istantanee di un passato che sta solo nella testa del protagonista. Non abbiamo altri appigli o certezze. E' lui che ci guida attraverso le sue speranze, i suoi fallimenti, la sua rabbia, il suo rancore, il suo perdono (di sé stesso principalmente).
La tecnologia insomma (per una volta in Black Mirror) se usata nella maniera giusta può essere utile, può aiutarci a superare traumi o a mettere la nostra esistenza sui gusti binari.
La quinta puntata di Black Mirror si rivela anche una delle più insolite, meno aderenti ai canoni della serie TV. C'è molto più cuore che cervello. Ma non è affatto un caso, visto che il padre di Brooker morì proprio mentre lui stava scrivendo questo episodio. Per una volta, insomma, è la realtà ad influenzare la serie e non quest'ultima a preannunciare eventi futuri.
Voto 8-
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