mercoledì 17 settembre 2025

Juventus 4-4 Borussia Dortmund – UCL 1ª 25/26 – Tudor abbiamo un problema


Fossi Pistocchi, direi che il Barcellona mi ricorda questa Juve, e il paragone risulterebbe comunque meno azzardato di quello tra Cerci e Robben. Questa è una squadra in cui le grandi pecche difensive vengono rattoppate da un attacco che sta girando a mille, mai domo prima del fischio finale. In molti si stanno divertendo, molti di questi sono pure juventini, accecati e forviati dalla dopamina rilasciata dalla vittoria e dal pareggio, acciuffati in rimonta e all'ultimo respiro, negli ultimi tre giorni, con di tanto suspence finale al VAR. Eppure questa squadra resta una lanciatrice di dadi che ha come unica costante il modo in cui prende gol. Sette reti subite in casa nelle ultime due (roba che dovrebbe far tremare i polsi) che si assomigliano terribilmente tutti, fatta eccezione solo per quella su calcio d'angolo di M. Thuram e il rigorino, di cui parlerò in seguito.

Tudor abbiamo un grosso problema, un problema che la vittoria contro l'inter ha solo nascosto e neppure tanto bene: una difesa improponibile a questi livelli. La nostra fortuna è stata, finora, quella di aver beccato due omologhe in quel reparto. But "Gambling only pays when you're winning" come diceva la "voce dal passato" in I know what I like dei Genesis e "quello che ci piace" spesso non è salutare per il nostro futuro. Contro squadre come il Real questo atteggiamento non pagherà, per fare un esempio.

La cosa più estrema di questa partita sono stati i due tempi. Uno 0-0 e un 4-4 parziali, che se sommati sono come la temperatura media di quello che ha la testa nel frigo e i piedi nel forno. Quasi come se per avviare il motore offensivo dovessimo per forza perdere olio in difesa. Tanto oculato e pacato il primo quanto folle e scellerato il secondo. Il loro secondo tempo è stato come quello di una squadra di basket che tira da tre e il più delle volte l'azzecca. Pessimo Di Gregorio, serata da dimenticare. Non ne azzecca una e viene anche graziato da un palo. 

Eppure non è stato una ciofeca. Resta il gol di Yildiz che ricorda spaventosamente quello di Del Piero di tent'anni fa. Vlahovic che è in power up e che speriamo non si fermi più. Buoni scampoli di Zeghrova. La voglia di non mollare mai fino alla fine e l'affiatamento ritrovato dopo l'aridità di sentimenti del Mottismo. Tutte cosa da non buttare via con l'acqua sporca.

Ma veniamo al veleno che sta in coda. Come al solito torna la Champions e tornano i suoi arbitraggi. spesso antijuve. Ma in generale è il calcio moderno, ad essere sempre più illogico e paradossale. Ci offre ormai una visione dello sport distorta e fuori dal mondo per come lo conosciamo. In cui le regole si fanno beffe della fisica, della cinetica e dell'intenzione. In nessun altro sport un atleta è obbligato a cadere a terra con le mani in tasca, pena sanzione massima. Si chiede loro di avere gli occhi anche dietro la testa quando devono proteggere palla. Non esiste il principio di involontarietà, tutto è doloso e punibile. Se a questo aggiungiamo il fatto che ci hanno tolto il gusto di esultare per un gol, analizzandone ognuno al miscroscopio, per trovare ogni pretesto al var. Il futuro è dei calciatori robot.

Poi accade che non ci danno un rigore solare come quello e capisci che qualcosa stona, qualcosa non va. Qualcosa non ci dicono. Un mondo di robot sarebbe più coerente di tutto questo.

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