Si diceva una volta, e si dice ancora, “salvo solo il risultato”. Al netto di tutto, Pisa-Juventus è parso (dal punto di vista puramente tecnico) poco più che un anticipo di B, del prossimo anno dei toscani. C’è da dire che il panettone ha sempre fatto danni, persino alle Juventus tritatutto degli anni 10, figurarsi a questa armata Brancaleone. Fatto sta che l’effetto brillantezza sfoggiato contro Bologna e Roma sembra già svanito. Si è rivista tutta la svogliatezza e tutte le mancanze tecniche già note, condite con quel senso di pesantezza e abbiocco, tipico delle abbuffate di questi giorni.
L’avevo detto: “il pericolo, ora, è tornare ad un Pisa qualsiasi” (soprattutto dopo il panettone aggiungerei) e così è stato. Mettiamoci dunque anche la mancanza di motivazione, tra gli alibi che sto dando alla mia squadra, per questa prestazione. Ma non ditemi che non l’avevo previsto, quando ho detto che il Pisa era la “vera Roma” di questa Juve. La difficoltà di questa partita era direttamente proporzionale alla probabilità di snobbarla.
Paradossalmente, il Pisa finisce la partita senza fare nemmeno un tiro in porta (contro i nostri 6) ma sono quei due pali a riecheggiare ancora per tutta la città della torre pendente. Se almeno uno dei due fosse entrato, forse ora staremmo parlando d’altro. Un gol di Tremoni poteva farci trimoni.
Il nostro primo tiro nello specchio arriva solo dopo un’ora circa; centralissimo e loffio, con Locatelli. Ma è proprio dall’uscita di Locatelli, e con l’entrata di Zhegrova, che la partita cambia. La terza dose di buona sorte è quella decisiva; quando Calabresi, inchiodato da kalulu, se la butta dentro da solo. Il Pisa accusa il colpo. La Juve ritrova orgoglio e fiducia. È lì che iniziano a pensare di poterla svangare.
Accorciate le distanze anche nel tabellino dei pali colpiti (con Kelly) la chiudiamo con Yildiz, col thrilling finale: “È fuorigioco?” Chiede Miretti all’arbitro; quasi a volerselo tirare addosso. Proprio come Cambiaso poco prima, quando su rimessa laterale la tira addosso ad uno del Pisa, che solo per miracolo non frutta il regalo, involandosi verso la porta. Tra lui e David una sciagura.
Già, David… entrato al posto di Openda lo fa sempre rimpiangere. Persino quando il belga non fa nulla, lui fa persino meno di nulla. Spaesato in campo come al Veglione in piazza, di Capodanno, con Gigi d’Alessio che canta sul palco e tu sei l’unico che lo schifi. Meno male che alla sua sinistra c’era Yildiz, sennò l’assist a porta libera di Miretti sarebbe svanito come l’ultima fetta di Pandoro, la mattina del Primo Gennaio.
Insomma ci è andata più che bene. Ora non voglio nemmeno sapere chi c’è la prossima. Non ci voglio pensare. Fatemi godere quest’ultimo dell’anno.

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