Certo di fronte questa sera abbiamo trovato un grande Bayern, che anche se solo per un tempo avrebbe meritato di più, ma la squadra sembra non girare, e con due pareggi in due partite adesso siam condannati a vincere le prossime tre con Maccabi e Bordeaux. Ergendo le nostre barricate abbiamo respinto le loro devastanti ripartenze restituendo in cambio soltanto qualche tiro pericoloso. Ci siam aggrappati a questo pareggio con le unghie e con i denti considerandolo come oro, e poco è importato se la loro difesa non fosse impenetrabile. Abbiam preferito corrergli dietro come a guardia e ladri e non abbiamo acceso mai la luce.
Il momento è di quelli delicati, la risalita e dura per chi è condannato a pensare inconsciamente alla Champions come ad una partecipazione d’eccellenza in cui sarà difficile arrivare in fondo (se davvero c’è un obbiettivo su cui quest’anno si può lavorare di certo è solo il campionato) e se lo scorso anno c’era l’euforia del ritorno nell’Europa che conta, accompagnata da una vittoria interna d’esordio con lo Zenit, quest’anno il gol del Bordeaux ci ha ridimensionato. Così accade che oggi dovevamo vincere invece otteniamo un punto sudato e questo non è di gran stimolo.
Ferrara si ranierizza al 60’ mettendo fuori Diego per Poulsen, ma nel paradosso non fa una cosa tanto errata, visto la ruggine che ancora porta sulle gambe il brasiliano dopo l’infortunio e il ruolo che Poulsen può ancora avere in questa squadra e cioè quello di porsi dinnanzi all’avversario per impedirgli di passare… o almeno rallentarlo. Poco altro però si è visto. Il gelo ricopre ancora i campi bianconeri ed il tepore sembra ancora ben lungi da riscaldarli.
D’altronde siamo in bella compagnia visto i risultati delle altre. Di questo passo l'Italia perderà la terza squadra in Champions proprio a favore delle tedesche e l’Inter può abbaiare solo nei nostri confini.
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