La via è quella giusta, ma la strada è irta di sofferenze, ma questo lo si sapeva. D’altro canto, giocare Il giovedì in coppa e poi la domenica in campionato lascia poco spazio al fiato, e alle gambe, di una squadra rimaneggiata geneticamente come la Juve. E poi c’è sempre l’implacabile costante del gol subito ad ogni partita, inevitabile come lo switch off automatico, dei canali premium, da Zuliani al telecronista ufficiale, con precisione svizzera, allo scadere del 72’. Chissà a quanti altri capita.
Dopo il velenoso sabato della Milano-Sanremo (inteso come Festival e San Siro) si tornava in campo con una classica del lamento, Bologna Juventus. Il clima era già pronto, con tutti gli sponsor sugli spalti inneggianti l’ingiustizia delle perdenti. Mi ricordo che una volta chi vinceva esultava e chi perdeva recriminava, oggi i tempi sono cambiati. La Juve è tornata la vecchia Juve, anche quando è li a lottare con le provinciali, inteso come squadre di mentalità ristretta, per guadagnarsi la Champions dalla porta di servizio. Dopo la gara degli ululati tra Napoli e Inter, a chi alzava di più la voce, ecco il Bologna, la squadra che meno vorresti dopo i mugugni della scorsa giornata. Si perchè se la Juve e sfortunata e con un tiro in porta prende due gol tutto va bene, anzi poverina! Quando invece torna a sedersi sulla panchina culovic, difensore di zaccheroniana memoria, allora no, non va bene. E l’impresa di una vittoria esterna, contro un buon Bologna, si trasforma in una lente d’ingrandimento di Cesari & co. sulle mani di Del Piero, sul secondo gol. Mister episodio dubbio, l’emblema del tutto e nulla. di quel che non si vede ma si vorrebbe vedere in un solo modo. Ignobile. Un plauso a SKY che mostra la verità dei fatti.
Ma non ho voglia neppure di parlare di certi personaggi. Mi premeva invece analizzare la partita. buon primo tempo, in cui si è vista una bella reazione della squadra, con un buon pressing sull’avversario e proposizioni offensive, in cui il gol ne è stato l’emblema. Diego ci crede e la butta dentro. Poi nel secondo tempo inevitabile arriva il calo, per tutti i motivi già citati. Sofferenza, si era detto, e ancora un po' di fortuna. Quella che premia gli audaci e condanna i Ferrara di turno. siam calati vistosamente e gli emiliani ci hanno messo un po’ alle corde. Ma se loro prendono due pali, ad onor del vero si dovrebbe vedere anche il nostro, preso con Diego a portiere battuto. E si dovrebbe utilizzare la stessa lente su quel fuorigioco, che pure c’era, ma che poteva portarci sul 3-1, giusto in tema di non si vede ma vorrei vederlo. Poi quel gol di Buscè, detto Barbara, carambolatigli fatalmente sul piede fermo e entrato per il pareggio. Poi ci pensa Candreva
La domanda retorica inizia a farsi sempre più insistente, soffocata dalla scaramanzia: “se avessero cambiato allenatore prima di Natale?” Boh! quello che so che qualcosa inizia a vedersi, foss’anche uno spettro trasparente. Ma come già detto la strada sarà sofferta. Tomorrow never know.
SCHEDA TECNICA
Serie A 2009/10 – 6ª giornata di ritornoBologna, stadio Dall’Ara
Domenica 21 febbraio 2010
BOLOGNA-JUVENTUS 1-2 (0-1)
RETI: 4’ pt Diego, 5’ st Buscè, 21’ st Candreva.
BOLOGNA: Viviano; Zenoni (28’ st Savio), Portanova, Moras, Raggi; Buscè, Mudingay (38’ st Mingazzini), Guana, Casarini; Adailton (15’ st Gimenez), Zalayeta. A disposizione: Colombo, Britos, Santos, Succi. All. Colomba.
JUVENTUS: Buffon; Grygera, Legrottaglie, Chiellini;
Salihamidzic, Felipe Melo, Marchisio (9’ st Sissoko), De Ceglie; Diego (15’ st Candreva); Amauri, Del Piero (41’ st Camoranesi). A disposizione: Manninger, Cannavaro, Grosso, Trezeguet. All. Zaccheroni.
ARBITRO: Banti di Livorno.
ESPULSI: 45’ st Raggi.
AMMONITI: 6’ st Marchisio, 49’ st Portanova.
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