Firma e locandina non lasciano spazio ad equivoci di sorta, ma se non conoscete i Griffin e magari avete portato il vostro figlio più piccolo al cinema a vedere TED perchè c’è l’orsetto… buona fortuna. Si perchè, anche se può sembrare strano, c’è ne di gente del genere in giro, è l’effetto collaterale delle comodissime multisala, vai li è scegli un film a caso. Tipo i tizi che ieri prima dello spettacolo entrano e ci accusano di avergli fregato il posto, salvo poi accorgersi di aver sbagliato sala e squagliarsi in velocità. No ragazzi, se andate al cinema a vedere TED prima “studiate”. L’esordio sul grande schermo del creatore di Family Guy è un’anti fiaba per eccellenza ma con tutti i dettami della fiaba classica, con tanto di desideri natalizi, magie, lieto fine e voce narrante. Una storia alla maniera di McFarlane dunque, stile “togliti dai piedi Disney che Natale non è ancora arrivato” ma col tentativo di metterci comunque una morale. Il tutto condito con quel gusto citazionistico tipico dei Griffin, famoso e apprezzato soprattutto da coloro che ne sanno cogliere il senso
E’ la storia di John, un bambino senza amici, talmente snobbato dai suoi coetanei che neppure i bulli se lo cagano, ma anche talmente fantasioso che per Natale riceve un orsacchiotto e lo chiama Teddy… Ecco qui che entra in scena il primo lost in translation tipico dei Griffin che in pochi capiranno, quindi urge n.d.a.: in inglese orsacchiotto di peluche si traduce appunto con teddy bear. Per capirci è un po’ come se il tuo piccolo cane tu lo chiamassi chiwawa. Comunque… accade che John esprime un desiderio, quello di poter dar vita al suo orsacchiotto, in stile pinocchio insomma, e come per magia il desiderio si avvera e i due diventano due amici inseparabili. Solo che poi i due crescono.
Ted è un orsetto strafatto, simbolo e allegoria del fanciullino che è nello stesso John, che non solo non vuole proprio saperne di crescere, ma che si diverte a “giocare” con le conoscenze di un adulto. Questo Peter Griffin di peluche, che ne condivide la voce, è davvero uno spasso. Politicamente scorretto al punto giusto e demenziale quanto serve e i momenti esilaranti non mancano. La trama su cui si dipana invece è trita e ritrita, l’abbiamo vista decine di volte nei film romantici, in quelli in cui lui e lei si amano, poi litigano, poi si lasciano e poi si ripigliano, ma non me ne volete per questo spoiler perchè la trama è volutamente messa li come un supporto per tenere in piedi il vero film, quello fatto di schetch e di citazioni. Come l’elenco dei nomi truzzi (e lo capisci che sono truzzi se sei americano) che John fa a Ted per indovinare il nome della sua nuova ragazza, o la demenziale partecipazione di Samuel Gerald Jones, l’attore di Flash Gordon.
Quel che invece avrebbe potuto migliorare il film, a mio avviso, sarebbe stata la scelta di un protagonista differente. Non me ne voglia il buon Mark Wahlberg ma se al suo posto ci fosse stato Jason Lee (Earl di My name is Earl) ad esempio? Insomma si è voluto scegliere un fico per giustificare il colpo di fulmine della gnocca Mila Kunis, che nei Griffin da la voce a Meg e con Wahlberg aveva già recitato in Max Payne, ma forse un comico avrebbe rafforzato l’assurda amicizia uomo-orsetto. Tutto sommato però per quest’esordio va bene così e qualcuno già spera che sia solo un inizio.
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