Settima vittoria consecutiva e a –1 dal trentunesimo titolo. Siamo ormai ai preparativi della festa. In campo oggi c’era il derby della Mole ma non lo scudetto, dopo la scontata vittoria del Napoli a Pescara. In fondo è stato meglio così perché alla prossima giochiamo in casa e il calendario segnerà il fatidico 5 Maggio, giornata internazionale dello juventino.
Un derby che tutt’altro è stato che entusiasmante, con le due squadre che parevano accontentarsi del pareggio senza colpo ferire. partiamo però subito forte, divorando un’occasione dopo l’altra in area. Poi la partita si livella, anche perchè noi stessi sembravamo non voler fare più di tanto, ora che il traguardo è davvero ad un passo. Vucinic è il solito svogliato e la cocciutaggine con cui Conte lo tiene in campo rasenta lo stucchevole. Il Toro invece è più impegnato a falciare gambe che a preoccupare Buffon. Glik che aveva promesso il suo riscatto, dicendo di non invidiarci nulla, perché siamo una squadra senza Top Player, rimane nelle chiacchiere che crea e ritorna da dove era partito, al cartellino rosso. Poi d’improvviso il Blitz di Re Artù con un missile terra aria che sembra dire “dai adesso basta scherzare”, e un altro tassello entra nel mosaico. La ciliegina la mette Marchisio, come all’andata, lui torinese che questa partita la sente. Alla fine nelle interviste dice di sperare che il Toro si salvi, magari per poterlo purgare anche l’anno venturo.
La massima aspirazione dell’antijuventino medio si ferma allora ad un rigore solare non dato al Torino, peccato però per lui che fosse in fuorigioco, rovinando di fatto il loro giro di link. Le tv credono di poterci rifilare la solita storia del “se non dai il fuorigioco quello è rigore”, come e si giocasse a carte è il rigore valesse più del fuorigioco, anche se arriva dopo. Dovrete dare davvero di più di queste polemiche forzate perché noi stiamo andando a prendere il 31, chi vuol venire venga gli altri si accomodino in poltrona a guardare.
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