domenica 1 dicembre 2013

Serie A 14> Juventus vs Udinese 1-0 – Prova a prendermi

Vittoria sofferta e inasperata, arrivata sul filo di lana, quando ormai non ci credeva più nemmeno il più ottimista dei bambini in curva. A decidere ancora Lui, Fernando stato-di-grazia Llorente. Altro schiaffo a chi non credeva in lui. Prima mini fuga bianconera, approfittando del pareggio di Bergamo della Roma.

In un mondo in cui gli insulti sul territorio sono più gravi degli atti di vandalismo, della violenza fisica e del vilipendio dei morti, ci apprestavamo a giocare con le curve spogliate dai “violentissimi coristi” e piene di giovanissimi aspiranti ultras. Sperando che almeno loro, un giorno, non seguano i cattivi esempi dei loro padri. Il clima natalizio creato dall’evento è sicuramente meglio delle curve vuote ma quel che mancava davvero era la bolgia.

In questo clima da partita del cuore va in scena un primo tempo timido e buonista, da parte di tutte e due le squadre. La Juve fa la partita ma pecca per coraggio dagli ultimi metri. Pochi o nessuno i tiri da fuori. Fernando fa il suo lavoro, come al solito difendendo palla spalle alla porta e fungendo da sponda, anche se in una occasione avrebbe dovuto provare il tiro a botta sicura. Bonucci rischia di diventar sordo per le bestemmie che gli lanciamo, quando perde quella palla che per poco non ci punisce oltre i nostri demeriti. Possibile che quest’uomo non impari mai? L’udinese invece si rintana e cerca i contropiede pericolosi, ma Di natale muore di solitudine.

Il secondo tempo la Juve si sfilaccia. le scorie di coppa escono dalle botole e a risentirne di più il centrocampo. E’ qui che esce l’Udinese, che fiuta l’affare e si rende pericoloso in più di una occasione. Si erge un monumento al nuovo santo di Torino, San Gigi Buffon, che neppure lui sa come a fatto a prendere quella palla su respinta ravvicinata di Di Natale. la Juve vacilla, Buffon vola ancora,su un tiro da fuori. Torna il minatore per un brutto Padoin e sgroppa sulla fascia, fermato soltanto dai fuorigioco. E fu così che Conte, a poco dal termine, decise di inserire il tridente. Dentro Quagliarella che prova da fuori, ma tutto sembra destinato alla voce bianca, che sarebbe anche un buon risultato e di sicuro il più giusto. Ma lui non ci sta. Non è finita finché non è finita. Così dal cilindro vien fuori Fernando e per i piccoli è il primo regalo di Natale.

Tre punti pesanti come macigni. Tre punti che ribadiscono un concetto fondamentale: non potete darci ancora per finiti ed arrivati. Forse un giorno gioirete per questo, ma oggi siamo ancora noi li su in vetta, tre metri sopra il cielo. Provate a prenderci.

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