venerdì 28 febbraio 2014

PRISONERS - di Denis Villeneuve [recuperafilm]

Un thriller che si chiama "Prigionieri" e nel quale vengono rapite delle bambine e un poliziotto deve indagare... Ah ok! Ho capito tutto già dal titolo (?)
  
Si e no. Si c'è anche questo, ma il problema sta proprio in quel titolo, Prisoners, che in realtà si riferisce a qualcosa di molto più complesso e profondo.

Chi sono in realtà i prigionieri? Le bambine rapite da un misterioso serial killer o più semplicemente, forse, sono altri: i famigliari delle vittime. Costretti a vivere in un limbo, in un attesa sfiancante e impossibile da sopportare. Nella speranza della liberazione (quella mentale che riguarda loro e quella fisica dei loro cari)?
Più probabilmente quindi forse i prigionieri sono tutti, avvolti in una spirale che li trascina a fondo, verso l'inimmaginabile, alla ricerca di una risposta che forse non arriverà mai.
Le famiglie cercheranno in modi diversi di affrontare la scomparsa del proprio caro: qualcuno si dispererà, un altro si affiderà alla speranza, qualcun’altro cercherà di farsi giustizia da solo, con metodi poco ortodossi fino a sfociare nella follia più assoluta.

Magari i prigionieri sono gli stessi carnefici, che in realtà si ritrovano vittime delle famiglie distrutte da una perdita?  La stessa polizia, che deve far rispettare la legge, si ritrova impotente, divisa tra il desiderio di fare il proprio dovere attenendosi alle regole e la voglia di salvare delle vittime innocenti e di ridare pace alle famiglie delle stesse. Anche il poliziotto che cerca di fare il suo dovere alla fine verrà risucchiato nel vortice, ancorato a valori che lotta duramente per rispettare.

In tutto questo gran parte del merito ce lo ha il cast, bravissimo nel mostrarci con naturalezza una situazione "al limite" e nel caratterizzare nel migliore dei modi i personaggi, in modo da passare sopra le forzature e le incongruenze che potrebbe avere la trama. Hugh Jackman dimostra di riuscire a ottenere ottimi risultati anche in film più ambiziosi, mentre Jake Gyllenhaal si conferma ottimo interprete, forse un po' sottovalutato.

Insomma Prisoners è un thriller ma non è un thriller canonico e francamente dovessimo giudicarlo solo sotto questo punto di vista non risulterebbe nemmeno tanto originalissimo. Il colpevole e le sue motivazioni non appaiono così studiati al millimetro, anzi forse proprio queste ultime sono messe un po' così, in tutta fretta per dare un senso anche alla parte più poliziesca. No, la cosa migliore di questo film è l'indagine sui protagonisti, non sul colpevole, la loro discesa in un incubo senza fine, dove le cose non possono che peggiorare.

Eppure una luce tenue c'è, se non si perde la speranza magari alla fine si potrà trovare la strada per uscire da quel labirinto nel quale siamo stati rinchiusi (di allegorie nel film ce ne sono molte).
A volte tutto si riduce a uno scherzo del fato: se non ci fossimo trovati lì, se quella persona non fosse passata davanti a quella casa, se una bambina non avesse perso un fischietto rosso...

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