Dopo l'incazzatura della scorsa settimana all'ombra dell'Arena, con conseguente sfuriata di Conte alla squadra, arrivava oggi a Torino l'altra Verona e noi avevamo proprio bisogno di ritrovare tutto il conforto delle mure amiche. Mura che sin ora non ci hanno mai tradito.
Lo facciamo nel modo in cui sappiamo. Segnando (3 gol netti a partita), Vincendo (12/12) e mantenendo l'en plein.
Il Chievo sperava di portare con se da Verona un po' di nuvole. Noi volevamo smaltire la sbornia di quel pareggio che somiglia tanto ad una sconfitta. Sapevamo benissimamente che i nostri demoni (se di demoni può parlare con questa squadra) sono quelli che ci portiamo dentro. Come quando sei in rettilineo sull'autostrada, non c'è nessuno e il pericolo della "botta di sonno" è sempre in agguato. Come quando gli altri non ci riescono a segnare e gliela metti dentro tu e imprechi: "No! Non di nuovo!". Anche quest'oggi però, rivista con freddezza, non c'è stata partita, meno ancora che con l'Hellas. I numeri appaiono inpietosi.
Asamoah apre, Llorente chiude, in mezzo Marchisio. Ma è stata anche la partita dell'ennesima occasione sprecata da Giovinco. Fa bene Conte a difenderlo, ma lo stesso giocatore dovrebbe capire una cosa: Inutile prendersela con la curva, anche oggi non ha giocato da Juve. Non vorrei essere spietato ma alla fine devo esserlo. Non è la prima stecca che prende. E questo perchè, prestazione su prestazione, quello che rimane di lui è solo l'aspettativa che va perdendosi. Deve capire che la nostra delusione è dettata dal fatto che da lui ci si aspettava tanto, soprattutto dopo Del Piero. Un passato difficile da dimenticare.
Fischi tanto più numorosi in una giornata in cui tutti gli altri si riscattano. Marchisio segna, Ogbonna si gestisce una difesa per 90' e Llorente ritrova il gol, dopo un paio (niente di che) di prestazioni opache. Ecco perchè quando esce non gli fa certo piacere farlo insieme al re leone che invece esce tra gli applausi dello Stadium.
Piccoli scampoli di partita per Osvaldo, che dopo il palo (sfortunato) di domenica scorsa mette su il costume indossava anche a Roma. Quello di colui che vuole fare l'eurogol ma si divora occasioni incredibili. Speriamo non ci costi bestemmie.
Conte risponde di più al suo credo: difendere i suoi calciatori, contro tutto e tutti, anche contro il passato. Come le frecciate senza filtro riservate a Capello. Parole (quelle del vecchio allenatore) che non fanno altro che dare fuoco nella caldaia di chi ci vuole ridimensionare.
p.s. Dopo i veleni della settimana, vorrei segnalare a tutti quegli dei in terra che dicono, solo la Juve non subisce sfavori, me ne frego se abbiamo vinto, segnatevi che oggi ci mancano 2 rigori, mentre qualche onesto, da qualche altra parte, ha avuto una sorte diversa... questo solo perchè alla prossima occasione non facciate gli indiani.
[All'andata era andata...]
[All'andata era andata...]
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