Dopo Ted, il creatore dei Griffin (Seth MacFarlane) getta anche l'ultima maschera animata - feticci psicologici utilizzati per poter far battute senza remore e censure - e si tuffa, anche fisicamente parlando, in un film da protagonista con personaggi interamente in carne ed ossa. Per farlo sceglie il tema western, uno dei temi più delicati della cinematografia, perchè cucinato in tutte le sue salse in mezzo secolo di storia del cinema. Ci saranno, allora, un milione di motivi per vedere questo film? Beh, non proprio un milione, ma forse qualcuno, scavando scavando, lo troviamo.
Innanzitutto bisogna dare per scontato una cosa, che deve suonare come avviso a chi non conosce la comicità di Farlane: Attenzione non è un film per famiglie! Agli esperti la mia potrebbe sembrare una premessa inutile ma se non avete mai visto Ted o una puntata dei Griffin e vi avviate a vederlo solo per il trailer il film vi risulterà eccessivamente volgare - e grossolanamente parlando lo è - ma facciamo che a voi non vi cago proprio (direbbe Seth) perchè dovrei parlarne in un post a parte. La comicità di Farlane sta in due conpomenti fondamentali: quella volgare e quella intellettualoide citazionistica, in questo film, piuttosto, il problema non sta nella prima ma nella fiacchezza della sua seconda.
Insomma, la trama non è nulla di nuovo sotto il sole (del west): Il giovane allevatore di pecore Albert ci racconta di come sia un postaccio il west, un luogo nel quale accadono le morti più assurde e un tempo in cui l'aspettativa di vita è abbastazza bassa. Le certezze sono poche e le sue crollano totalmente quando la sua ragazza lo lascia "un ricco coi baffoni". Ma una sera al Saloon, salvandola da una rissa, conosce una forestiera che si offre di aiutarlo...
Non è un film che verrà certo ricordato, dunque, ma piuttosto un passatempo che ci trapperà qualche sorriso qua e la, nell'arco di tempo in cui saremo li a guardarlo. Un film che ci mette anche del sentimento ma di quello preconfezionato (ne abbiam viste a migliaia di amori incompresi nel cinema). Qui piuttosto Farlane ha voluto sia omaggiare che caricaturare il tema Western, ma alla fine non ha osato se non dal punto di vista strettamente anti-moralista, quasi come se non volesse sciupare un tema a lui caro inserendo tratti troppo demenziali. Sicuramente un passo indietro rispetto a Ted che alla fine rimane un ostrica con una perla, un omaggio esplicito che fa di Ritorno al Futuro III col cameo a tema di Christopher Lloyd: Grande Giove!
Innanzitutto bisogna dare per scontato una cosa, che deve suonare come avviso a chi non conosce la comicità di Farlane: Attenzione non è un film per famiglie! Agli esperti la mia potrebbe sembrare una premessa inutile ma se non avete mai visto Ted o una puntata dei Griffin e vi avviate a vederlo solo per il trailer il film vi risulterà eccessivamente volgare - e grossolanamente parlando lo è - ma facciamo che a voi non vi cago proprio (direbbe Seth) perchè dovrei parlarne in un post a parte. La comicità di Farlane sta in due conpomenti fondamentali: quella volgare e quella intellettualoide citazionistica, in questo film, piuttosto, il problema non sta nella prima ma nella fiacchezza della sua seconda.
Insomma, la trama non è nulla di nuovo sotto il sole (del west): Il giovane allevatore di pecore Albert ci racconta di come sia un postaccio il west, un luogo nel quale accadono le morti più assurde e un tempo in cui l'aspettativa di vita è abbastazza bassa. Le certezze sono poche e le sue crollano totalmente quando la sua ragazza lo lascia "un ricco coi baffoni". Ma una sera al Saloon, salvandola da una rissa, conosce una forestiera che si offre di aiutarlo...
Non è un film che verrà certo ricordato, dunque, ma piuttosto un passatempo che ci trapperà qualche sorriso qua e la, nell'arco di tempo in cui saremo li a guardarlo. Un film che ci mette anche del sentimento ma di quello preconfezionato (ne abbiam viste a migliaia di amori incompresi nel cinema). Qui piuttosto Farlane ha voluto sia omaggiare che caricaturare il tema Western, ma alla fine non ha osato se non dal punto di vista strettamente anti-moralista, quasi come se non volesse sciupare un tema a lui caro inserendo tratti troppo demenziali. Sicuramente un passo indietro rispetto a Ted che alla fine rimane un ostrica con una perla, un omaggio esplicito che fa di Ritorno al Futuro III col cameo a tema di Christopher Lloyd: Grande Giove!
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