"Ogni persona quando muore è sola" diceva Donnie Darko nell'omonimo film. Ecco, un telefilm come The killing fatto di stagioni controverse, diverse, con trame multisfaccettate trova i suoi punti cardine nel raccontare la morte e la solitudine.
Nato come un clone più dark e meno folle di Twin Peaks (con tanto di slogan quasi plagiato: "Chi ha ucciso Rosie Larsen") ha saputo mutare sostanzialmente pelle e prendere una sua strada, paradossalmente proprio quando ne era stata annunciata la chiusura. Si, perchè è stato cancellato e "recuperato" ben 2 volte ed entrambe le volte si è ripresentato più maturo e con una sua precisa identità.
In una Seattle piovosa, marcia, corrotta, nessuno è innocente, ognuno ha i suoi scheletri nell'armadio, nessuno ha veramente intenzione di fare qualcosa di concreto. Linden e Holder non sono poi tanto diversi: hanno mille problemi, anche loro non sono dei santarellini eppure sono forse gli unici due a cercare veramente un po' di giustizia, a non arrendersi ad una città ed un mondo che fa di tutto per divorare anche loro e alla fine ci riesce quasi del tutto.
Sia Linden che Holder sostanzialmente non riescono a connettersi con il mondo ed i suoi ritmi, si sentono estranei, non riescono a fidarsi di nessuno, non riescono a mantenere un contatto con nessuno, perennemente alla ricerca di un posto e una persona che li faccia sentire a casa e in pace con se stessi. Alla fine la soluzione è lì a portata di mano, sono proprio loro stessi: semplicemente uno può fidarsi solo dell'altra e viceversa, la casa non è un posto fisico ma una consuetudine e il ricordo di momenti passati assieme.
La serie è "brava" a non calcare troppo la mano (un'altra probabilmente ci avrebbe spinti verso l'ennesima storia d'amore strappalacrime con annessi e connessi) e a far restare il rapporto tra i due protagonisti piuttosto sfumato e in questo sta probabilmente una delle particolarità che mantiene fino alla fine.
Il resto rimane sullo sfondo: il caso di stagione è interessante e a tratti ben congeniato, ma il numero ridotto delle puntate e una risoluzione non efficacissima (ma questo è uno dei difetti congeniti della serie: ottime caratterizzazioni e atmosfera, trama gialla non perfetta) fanno si se alla fine l'interesse si sposti quasi tutto sulle vicende dei due protagonisti ormai braccati.
Il finale è solo apparentemente consolatorio, anzi mette ancora di più in luce (con un ritorno a sorpresa dalle precedenti stagioni) come il tutto si riduca all'interesse personale, non c'è altro in The Killing, per un bene superiore tutto è concesso, e allora in questo contesto, anche se Linden e Holder hanno fatto cose di cui nessuno andrebbe fiero e che gli rimarranno per sempre sulla coscienza, anche noi alla fine possiamo fidarci solo di loro.
CURIOSITA': la puntata finale vede una firma prestigiosa alle regia, è infatti diretta dal premio oscar Jonathan Demme (Il silenzio degli innocenti)
- Le vicende di Linden e Holder arrivano a conclusione e il finale è ben congeniato
- L'atmosfera dark della serie rimane intatta nonostante gli spiragli di luce
- In sole 6 puntate probabilmente è difficile fare di meglio
- Caso stagionale interessante ma alla fine non del tutto convincente
- Alcuni personaggi (anche per via del poco tempo a disposizione) vengono un po' dimenticati
- La serie finisce qui.
Voto alla stagione 8+
Voto alla serie 8
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