Chi di noi da piccolo non ha giocato con i Lego (o con le costruzioni i generale)? I mattoncini creati quasi 70 anni fa sono il simbolo del "gioco creativo": non sono che dei rettangoli o dei quadrati assemblabili ma grazie alla creatività e all'immaginazione possono diventare tutto ciò che una persona desidera. Questo concetto semplice ma efficacissimo ha permesso all'azienda produttrice e al brand un successo sempre crescente che in tempi recenti ha saputo fare i conti con le nuove tecnologie e i giochi "moderni".
Basti pensare soltanto a quanti videogiochi a tematica Lego sono usciti negli ultimi anni (Lego Star Wars, Lego Harry Potter, Lego Il Signore degli Anelli) per rendersi conto di come, sorprendentemente, un concetto di gioco così "vecchio stile" sia riuscito a fare centro anche tra le nuove generazioni e a trovare una sua nicchia anche all'interno di un qualcosa che potrebbe sembrare agli antipodi.
In realtà il minimo comune denominatore tra videogames e "costruzioni" è la possibilità di "creare mondi", di vivere vite immaginarie, di utilizzare un qualcosa creato da altri per sperimentare a proprio piacimento, di plasmare da soli il proprio gioco. E' sulla scia di questa "nuova vita" del brand che si inserisce anche Lego - The movie, pellicola diretta da Phil Lord e Chris Miller (Piovono Polpette, 21 Jump Street) che riesce a unire veccho e nuovo in un film molto ben "costruito". Attraverso un uso di tecniche diverse (stop motion ma anche computer grafica) i due registi imbastiscono un film pieno di azione, come è giusto che sia, ma anche di umorismo e citazionismo capace di intrattenere un pubblico molto vasto.
Basti pensare soltanto a quanti videogiochi a tematica Lego sono usciti negli ultimi anni (Lego Star Wars, Lego Harry Potter, Lego Il Signore degli Anelli) per rendersi conto di come, sorprendentemente, un concetto di gioco così "vecchio stile" sia riuscito a fare centro anche tra le nuove generazioni e a trovare una sua nicchia anche all'interno di un qualcosa che potrebbe sembrare agli antipodi.
In realtà il minimo comune denominatore tra videogames e "costruzioni" è la possibilità di "creare mondi", di vivere vite immaginarie, di utilizzare un qualcosa creato da altri per sperimentare a proprio piacimento, di plasmare da soli il proprio gioco. E' sulla scia di questa "nuova vita" del brand che si inserisce anche Lego - The movie, pellicola diretta da Phil Lord e Chris Miller (Piovono Polpette, 21 Jump Street) che riesce a unire veccho e nuovo in un film molto ben "costruito". Attraverso un uso di tecniche diverse (stop motion ma anche computer grafica) i due registi imbastiscono un film pieno di azione, come è giusto che sia, ma anche di umorismo e citazionismo capace di intrattenere un pubblico molto vasto.
Se la storia è per forza di cose non complessissima, è davvero ottimo il modo col quale il film gioca su più dimensioni: quella reale e quella immaginaria, che finiscono per scontrarsi in un finale eccellente e significativo. Se i Lego sono simbolo di creatività il loro contraltare è la monotonia, la mancanza di idee e di immaginazione, come un dittatore che impedisce alle costruzioni di essere ciò che desiderano (e che desidera il giocatore) e di mostrare la loro personalità. I mattoncini colorati finiscono quindi per diventare soltanto degli oggetti "incasellati", con mansioni tutte uguali, con "istruzioni" da seguire pedissequamente il loro utilizzo e il loro ruolo nella società.
Senza volersi addentrare in metafore troppo "grandi" come il comunismo e cose del genere, tutto il film mantiene per larghi tratti questa "accusa" ai totalitarismi che annientano l'individualità (bella l'idea dell'unica canzone esistente che "piace a tutti", "E' meraviglioso/Everything is awesome", metafora non troppo velata ai tormentoni decisi a tavolino che devono piacere per forza e "ficcarsi" in testa).
Ma Lego The movie non è solo riflessione, ci mancherebbe, è anche citazionismo esasperato e battute a raffica (forse non tutte riuscite): dai battibecchi tra Superman e Lanterna Verde (doppiati dai due protagonisti di "Jump Street"), all'oscurità ostentata da Batman in ogni sua comparsata, a Gandalf che vuole "distaccarsi" dalla sua controparte di Harry Potter, alle decine e decine di altri personaggi (c'è perfino Milhouse dai Simpson) che strappano una risata.
Poi ci sono tante altre citazioni più "velate", prendiamo ad esempio il "poliziotto cattivo" ripreso da quello di Terminator 2, o magari volendoci spingere un po' più in là si potranno trovare anche delle somiglianze nel finale con Interstellar. Nulla ci è precluso su questo versante, la parola d'ordine è immaginazione, anche sotto questo punto di vista, e allora la mente può lasciarsi andare e trovare delle assonanze magari apparentemente stranissime.
Il divertimento insomma non manca e tutti potranno divertirsi: siano i più piccoli grazie alle numerose e inaspettate trasformazioni o i più grandi grazie ai tantissimi rimandi a opere cinematografiche, videoludiche o fumettistiche.
Lego - The movie allora com'è? "E' meraviglioso"? Di sicuro è molto divertente.
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