domenica 15 maggio 2016

Serie A 38> Juventus vs Sampdoria 5-0 - "91 punti teste di cabala"

14 Maggio 2006 - 14 Maggio 2016, "91 punti, teste di cazzo!" (cit. Mughini). Dieci anni dopo la numerologia ricorre impalcabile nell'anno del trollaggio Juventino più incredibile della sua storia. Un trollaggio che ha il gusto della vendetta e che continua a mietere vittime illustri. In dieci anni cinque scudetti, passando dalla B. "Se uccidi qualcuno assicurati che sia morto", questi cinque anni di vittorie sono infatti coincisi con cinque anni di figure barbine, sia in Italia che in Europa, per le meteore del triplete. Il prossimo sarà per i cartonati il loro quinto anno senza la Champions.

Una stagione da record la nostra (o da record di ritorno) in cui si è scritta la vera storia, altro che quella di imitazione o da bancarella napoletana. Non resta che minimizzare, creare eventi storici alternativi o festeggiare secondi posti e terzi scudetti immaginari, il tutto proclamando successi con la stessa facilità con la quale si proclamano secessioni da sud e nuove monarchie di ispirazione antica. Tutto pur di non voler vedere, non voler credere, non voler ammettere, non voler accettare. Poichè il dolore per la presa in giro è troppo forte, i numeri troppo impietosi.

Ecco che allora voglio farne alcuni, di questi numeri, tutti perfettamente simbolici e cabalistici. Dopo ieri arrivo persino ad essere contento per la sconfitta di Verona, poichè ha il duplice scopo di valorizzare l'88, fissandolo in testa alla classifica per due settimane, i famosi caciocavalli che significano Zaza e rimonta al vertice. Quella sconfitta dunque ci permette quindi di poter arrivare a 91. Proprio come quel pomeriggio di dieci anni fa, quando credevano di averci uccisi.

5 e squacquatevi la bocca. Un numero che ricorre spesso fino all'ultima giornata, chiusasi ieri col quinto gol, della partita, di Bonucci e con la sua caratteristica esultanza che sa di sigillo e intimazione. Ma la giornata di ieri ha scritto anche qualche altro record per i campionati a 20 squadre. Equagliamo la Juve di Conte (2011/2012) con i soli 20 gol subiti. Non subendo in casa nessun gol dalla partita di andata con la Viola, fissiamo a 6 le uniche reti subitre in casa in tutto il campionato, non subendone nessuna nel 2016 e in tutto il girone di ritorno. Del record di Buffon ne avevamo già parlato, ma nel ritorno si aggiunge anche quello di punti (52 su 56) meglio del ritorno della Juve dei 102 punti che si fermò a 48.

Ma tanto questi non sono record che possono fare la storia, come dice la stipendiata Rai (o meglio, la stipendiata Varriale) Anna Trieste. Sono loro a scrivere la storia, noi siamo quelli che han vinto giusto giusto uno scudetto. Bazzecole. Gli chiederemmo quasi di fare a cambio, se fossimo sicuri che non ci sia il rischio che accettino. In fondo loro celebrano il record di Higuain che con 36 gol supera Nordahl ma che non gli vale nè scudetto nè scarpa d'oro.

Sempre pronti a festeggiare qualsiasi cosa, dai record di calci d'angolo o piuttosto di pali o di merendine vendute dal chiosco dello stadio, purchè non siano scudetti o coppe. Poi magari se siamo noi ad arrivare secondi in Europa contro il Barcellona allora non vale. I secondi sono sempre e solo loro.

Ma tornando a noi è stata la domenica del sorpasso di Dybala a Tevez, a parità di primo anno. Dello spettacolare gol di Chiellini, tornato in campo dopo l'infortunio. E' stata la domenica degli addii di... ancora non si sa di chi. Ma è stata soprattutto la domenica della festa e della consegna della coppa scudetto. Coppa che da quando è stato innaugurato lo Stadium è passata solo da lì. Poichè il vero sogno proibito degli altri resta quello di alzarla, al di là di tutte le coppe alternative che si inventano per non morire. Per dare un senso ai loro festeggiamenti in attesa che venga istituito il televoto per la consegna dello scudetto morale.

Eppure basterebbe poco. Fare come il Tottenham o il Genoa, complimentarsi con i vincitori, non serbare rancore, accettare che il calcio è un gioco e non una lotta di territorio. Riorganizzarsi per il futuro, senza guardare in casa d'altri, e capire che si tifa per la propria squadra e non contro l'altra, ed allora ecco che ci somiglierete e dovremo davvero temere che prima o poi possiate somigliarci anche in campo.

Al prossimo campionato...

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