domenica 25 settembre 2016

Serie A 6> Palermo vs Juventus 0-1 – GOLDaniALVES

A Palermo una Juve che debutta in azzurro conquista una vittoria che vale più dei tre punti che porta in dote. Una vittoria sofferta, ottenuta grazie ad un autogol di Goldaniga e strappata via raschiando il fondo della propria riserva di energia. La novità era la coppa Mandzukic-Higuain in attacco e l'esclusione dell'ex Dybala, lasciato in panchina. 

Un sabato pomeriggio più duro del previsto, che ribadisce un concetto che continuo ad esprimere da giorni. Questa Juve (allo stato attuale di preparazione atletica) non ha la forma fisica sufficiente per poter reggere novanta minuti ogni tre giorni, chissà che qualcun altro lo inizi a capire. Inutile continuare a dare addosso ad Allegri che lascia in panchina Higuain piuttosto che Dybala o Cuadrado o chi per loro. Nell'attuale momento di forma, e con questa frequenza ravvicinata di impegni, il turnover non è un vezzo né una scelta funzionale ma una vera e propria necessità. 
Si è visto a cosa è servito inveire contro la scelta tecnica di tenere Cuadrado in panchina. La brutta prova del colombiano fa il paio con quella di Pjanic. Questo perché troppe volte si giudicano le scelte dell'allenatore senza sapere quello che lui sa durante la settimana. Se Cuadrado non aveva ancora fatto il suo esordio in fondo un motivo c'era. Ad ogni modo però questo non vuol dire che adesso lo dobbiamo buttare. Bisogna solo avere un po' di più di pazienza e saperlo dosare fino a che non sia pronto.

Alcuni han criticato la coppia inedita Manzo-Pipita, altri l'assenza di Dybala o il mancato impiego di Pjaca… tutti discorsi fatti senza una possibilità di controprova che conducono allo stesso problema di cui ho parlato. Qualunque scelta singola non può mai portare ad una soluzione efficace se l'intera squadra al 75° aveva già la lingua sulle scarpe.

Per non trascurare la nuova emergenza infortuni. Da quando Marotta si è espresso sulle sue condizioni fisiche, anche per trovare sollievo dal fallimento dell'operazione Witsel, Asamoah ha collezionato la brutta prestazione di Milano (con annesso dono dell'assist ai prescritti per il vantaggio) e una rottura al menisco. Sì, insomma, dalle mie parti dopo le parole "Witsel è saltato ma Asamoah è ritrovato" un antico intercalare di linguaggio, ancora usato da qualcuno, derivante da altrettanto antiche credenze popolari, avrebbe imposto un "benedica" (inteso come "che Dio lo benedica) onde evitare malocchi involontari. C'è poco da ridere però, dato il fatto che anche Rugani è uscito per distorsione al ginocchio e per entrambi si parla di 45 giorni di stop. Tutto questo con un turno di Champions alle porte.

E pensare che dopo appena tredici secondi il Pipita sfiora un gol da record. Poi non è riuscito ad essere servito come si deve e le pochissime volte in cui è successo ha trovato la difesa del Palermo a fermarlo in extremis. Anche Mandzukic si divora un gol davanti alla porta che avrebbe reso meno complicato un finale da thriller. Un primo tempo tutto sommato accettabile, anche se non bello, spezzettato dalla tipica tattica delle piccole contro la Juve: il fallo sistematico. I gialli comunque fioccano da una parte e dall'altra, tanto da poter pronosticare l'inferiorità numerica di una delle due. Ed in verità la cosa è poi accaduta a noi, anche senza l'ausilio di un rosso.

Il secondo tempo invece è stato un lento calare bianconero, con sfuriate sempre più sporadiche. Meno male che dall'altra parte c'era il Palermo, volenteroso ma comunque meno incisivo di quanto lo sia stato l'Inter, lì davanti. Tanto che una difesa come quella della Juve, anche in piedi con lo scotch, è riuscita a contenerlo. È bastato un autogol di tacco di Goldaniga (ribattezzato autogoldaniga) su tiro di Dani Alves. Dopo di che un lento spegnersi sino alla "stoica" tenuta finale in 10 per fine cambi.

Da salvare sostanzialmente c'è solo il risultato finale e il fatto di essere riusciti a conseguirlo anche nelle condizioni in cui c'eravamo ridotti in campo. A noi i tre punti e a De Zerbi l'effimera gratificazione di vedersi elogiato dai giornali. Effimera perchè con Zamparini alla regia sono gioie che si perdono come lacrime alla prima pioggia.

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