venerdì 9 dicembre 2016

Luke Cage - Prima stagione [Serie Tv 2016]

Dopo le atmosfere dark di Daredevil e quelle jazzate di Jessica Jones, con la terza creatura Marvel firmata Netflix (Luke Cage) ci ritroviamo in atmosfere tipicamente black. 
Luke Cage è infatti un supereroe di colore che giorno dopo giorno deve scontrarsi con la criminalità di Harlem, tra traffici d'armi, di droga e giovani dal futuro incerto. Lui però non è un uomo come tanti, ma è dotato di una forza sovraumana ed è "a prova di proiettile".

Essendo il terzo supereroe del progetto "The Defenders" purtroppo si notano alcune ripetizioni ed alcune stonature che saltano subito all'occhio. Se infatti Daredevil partiva lentissimo ma era affasciante nel suo raccontarci la nascita del diavolo di Hell's Kitchen (e che comunque beneficiava dell'"effetto novità") e Jessica Jones partiva già in quarta e senza preamboli (è già una supereroina fin dalla prima puntata, si evolve ma di fatto è già consapevole di quello che può fare e del suo nemico), Luke Cage è una via di mezzo. Non è un personaggio che conosciamo per la prima volta (in JJ era tra i protagonisti principali) ed è già un "supereroe" fin dal primo episodio eppure...


La serie di fatto per gran parte del tempo si limita a costruire i personaggi, il contesto, a seguire l'evoluzione del suo protagonista ma è un'evoluzione poco interessante perchè appunto "già vista". Non si crea nulla, ci si limita ad approfondire e a dare una spiegazione e un sottobosco a determinati eventi (Reva, gli esperimenti...). Claire Temple ad esempio  è ormai la costante, essendo apparsa in tutte e 3 le serie Marvel, qui però avrà un ruolo maggiore anche se di fatto finirà per fare sempre le stesse cose. A tratti sembra quasi di trovarsi dentro uno spin-off di Jessica Jones o dentro un suo sequel atipico più che in una serie a se stante, abbiamo nuovi nemici e nuovi personaggi ma anche tante situazioni che sono "già viste" o che non suscitano particolare interesse. Luke è indistruttibile e il suo quartiere si accorge di lui e lui prende consapevolezza di se stesso, peccato che già in Jessica Jones, pur non essendo il personaggio principale, avevamo visto sostanzialmente quello che era capace di fare e alcune tematiche erano già state affrontate.

Mi hanno detto che per contratto devo stare con le braccia incrociate per l'80% del tempo, quasi quasi faccio sciopero
La trama orizzontale insomma risente pesantemente di questa mancanza di originalità e di cose da raccontare, laddove invece il suo maggiore punto di forza è quello di esplorare una strada poco battuta dai supereroi: l'ambiente delle gang di colore e le contraddizioni di una città come Harlem. E' proprio su queste tasto che la serie batte maggiormente per gran parte del tempo, questioni più politiche e sociali che da fumetto Marvel, con i protagonisti che pur ritrovandosi in un contesto nel quale i supereroi sono dei dati di fatto, devono invece combattere contro criminali ordinari, contro una malavita "classica". Non c'è in ballo il destino di una nazione o di una città (come in Daredevil) ma di una comunità, di un quartiere, del barbiere/mentore, del locale di fianco al tuo. Luke Cage è un eroe "ordinario" a dispetto del suo superpotere insomma.


Che cavolo stai dicendo Willis?
 La stagione si può dividere sostanzialmente in 2 parti: la prima nella quale di fatto Luke Cage combatte più con le parole che con i fatti, interviene a risolvere piccole questioni, è consapevole del potere del quale dispone ma non lo usa (a volte è anche un po' esagerata come cosa) o lo usa con grandissima parsimonia. Un colpo di scena però scombinerà le carte in tavola e finirà per regalarci nuovi nemici e nuovi scheletri nell'armadio. Peccato che l'azione e la tematica supereroistica vengano praticamente tenute sullo sfondo per gran parte del tempo (emblematico lo scontro "finale" che di fatto si riduce ad una scaramuccia di 5 minuti all'inizio della puntata finale per poi dedicarsi ad altro e chiudere in maniera quasi anticlimatica prima dello scontatissimo cliffhanger finale). Sicuramente Willis "Diamondback" Stryker è un antagonista carismatico e offre più di una scena riuscita (oltre che le parti sicuramente più gustose a livello puramente "fumettoso") ma gli altri spesso finiscono per girare a vuoto e offrire meno di quanto promettono (Shades). Gran parte dei "cattivi" insomma non viene sfruttata in modo interessante e il più delle volte le puntate sono costruite su lunghissimi dialoghi che approfondiscono le vicende ma spesso risultano superflui o ridondanti (i passi della Bibbia recitati da Diamondback o le aspirazioni politiche di Mariah Dillard).

Il superpotere di Willis? Aveva i pugni nelle mani
Per quanto riguarda il comparto artistico, la serie beneficia di una colonna sonora puntuale e affascinante, complice anche il suo essere ambientata per buona parte all'interno di un locale dove si fa musica dal vivo, quell'Harlem Paradise dove si stringono alleanze e si commettono crimini. Gli effetti speciali non appaiono eccezionali ma essendo usati con parsimonia non si avverte particolarmente fastidio.

Luke Cage non è insomma una battuta d'arresto e nemmeno una pessima serie, rappresenta comunque un qualcosa di meno "focalizzato" e meno interessante rispetto alle due serie che lo hanno preceduto. Resta da capire se si tratti di un calo fisiologico dovuto soltanto alla natura intrinseca da quasi spin-off di JJ o di una certa riproposizione stanca di situazioni ed eventi già visti e destinati a ripetersi. Ad Iron Fist l'onere di dirimere la questione.

PRO

- Il potere dell'indistruttibilità potenzialmente è interessante
- Ambientazioni ed atmosfere originali per una serie supereroistica
- qualche interessante citazione


CONTRO

- Mancanza di originalità e riproposizione di situazioni già viste
- Poca azione e molto concentrata quasi come contentino
- Non tutti gli antagonisti sfruttati a dovere


Voto 6,5

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