sabato 24 dicembre 2016

Supecoppa Italia> Juventus vs Milan 1-1 (3-4 ai rig.) - Fa una faccia imbronciata e dì Doha

Mettiamola così (scherzando ma non troppo) loro sono più allenati di noi a battere i rigori, visto la classifica ufficiale dal 2006 ad oggi (solo quest'anno siamo 5-1 per loro). No, seriamente, se dovete organizzare un atro Natale a Doha fatecelo sapere che non ci veniamo. Altro che perdere l'aereo, non lo prendiamo proprio e si chiude lì. 
Poi, non è che per caso, nel contratto stipulato con gli emiri, fosse previsto un pacchetto completo da 120 minuti + rigori? Che ne so, per giustificare i soldi spesi per portarci fin lì? Sapete il sospetto ce lo date.

I rigori... ancora loro. Sono la mia condanna. Più li odio più sono costretto a riviverli. Sono il prezzo che pago per essere un tifoso di calcio. Sono davvero poche le volte che ne sono uscito indenne. Io e la lotteria dei rigori abbiamo una faida aperta da quella notte napoletana del lontano 1990, la notte di Italia-Argentina dei mondiali. Ogni volta, però, c'è un sintomo premonitore diverso, che mi fa capire che non può finire bene, e sono davvero poche le volte che si verifica il miracolo. 

Innanzitutto se l'avversario ti fa quel regalo, nella persona di Bacca, fallendo a porta libera il gol del vantaggio e tu non ne approfitti, con Dybala, qualche minuto dopo... non può finire bene. Ci sono regole non scritte che statisticamente si ripetono con una probabilità talmente alta da rendere questo gioco un misto di scienza e superstizione. L'unico mondo parallelo in cui (forse) credo non ci sia un caso che governi le cose. Non per caricare il ragazzo di colpe eccessive, ma ieri Dybala ha vissuto quello che altri suoi predecessori han vissuto: Da Baggio a Del Piero, Da Trezeguet a Tevez. Era giusto mandarlo sul dischetto dopo quel golden gol sciupato nei supplementari? A posteriori è facile dirlo. Magari considerando anche il fatto che Bacca se ne è tirato fuori. Paulo è stato forse caricato di troppe aspettative e se non sei abbastanza forte da reggere questa pressione rischi di rimanerne schiacciato.

Del senno di poi ne sono pieni i fossi, perciò, caro Paulo, prendetila come una considerazione critica ma vai avanti senza abbatterti troppo. Stessa cosa potrebbe valere per Mandzukic, proprio lui che negli ultimi tempi è stata la nostra arma in più ieri è diventato più umano dagli undici metri. La distanza livellatrice per eccellenza. Un'altra verità e quella che se in una finale, proprio i tuoi rappresentati principali ti "mollano" è molto dura vincerla. Stessa cosa si potrebbe dire con Alex Sandro, per motivi differenti. Migliore della gara e costretto ad uscire per infortunio: il cruccio ormai inevitabile di ogni nostra partita. In ognuna ci deve essere almeno una sostituzione non tattica, che toglie all'allenatore la possibilità di fare aggiustamenti. Ieri ce ne sono state addirittura due. Anche Sturaro è stato costretto ad uscire per lo stesso motivo ed ecco una parte della storia di ieri sera.

Chiaro che poi una sconfitta non è solo frutto degli episodi, ma in una partita secca pesano più di altre. Ieri c'è da buttare anche (oltre il risultato) l'atteggiamento dei ragazzi, cosa che a quanto pare ha fatto arrabbiare anche molto Allegri (guardare testimonianza video). Non puoi ogni volta che vai in vantaggio vivere di rendita. Se un avversario è a terra devi infierire e non puoi, come hai fatto ieri, non cercare il gol del vantaggio al 90° in attesa dei supplementari. Fa nulla che la perdi ma devi provarci. La nostra storia dice che quello è un minuto magico (#finoallafine) e non va sprecato. Così come non mi è piaciuta la difesa. Rugani, bontà sua, negli ultimi match ha fatto la differenza ma ieri l'ha fatta in negativo. La sua fortuna è stata che il Milan non ha concretizzato il paio di occasioni che l'hanno visto solo contro Buffon. Il gioco dei rossoneri era semplice e quindi prevedibilissimo: cross di Suso e inserimento in area dell'attaccante. L'abbiamo visto fare talmente tante volte che da casa l'abbiamo imparato a memoria, evidentemente gli uomini in campo non hanno saputo porre rimedio ad una singola pecca difensiva e buon per noi che nemmeno i milanisti han saputo applicarlo nel modo giusto, tranne che nell'occasione del pareggio.

L'analisi di una partita è sempre complessa e non si limita solo al risultato finale, ma la somma di tutti gli elementi porta sempre al risultato finale e da questo non si prescinde. Ecco perché facendo i complimenti ai vincitori non si può successivamente evitare di fare analisi lucide sul perché abbiamo perso. Ma analisi è qualcosa che si fà col cervello e non al cuore. Ecco perché chi ieri ha sbagliato non deve abbattersi ma sfruttare l'occasione per imparare la lezione. Quando i tifosi pretendono che Dybala entri da titolare e giochi novanta minuti, devono ricordarsi la partita di ieri. Capire che le forze vanno dosate dopo un infortunio serio e schierare giocatori al fantacalcio non è la stessa cosa che schierarli davvero in campo.

Inevitabilmente si è aperto anche il Natale degli eccessi e delle abbuffate. La Juve torna una squadra da buttare, Higuain (quello decisivo contro Fiore, Napoli; Toro e Roma) ritorna un affare solo per il Napoli e l'altalena delle emozioni è più mobile dell'indice NASDAQ di Wall Street. Sull'altro lato del campo la Supercoppa non è più la "Coppa nel deserto", quella "senza alcun appeal" (Repubblica) ma ritorna a dare lustro al calcio italiano e chi la vince si laurea "supercampione" vincendo un trofeo di tutto rispetto. Le minacce fatte alla lega tornano su più velocemente che il carrello di un aereo in fase di decollo. Molto probabilmente non andrà come l'ultima volta (sono realista), ma vorrei ricordarvi che due anni fa, dopo Doha, sfiorammo il triplete (per usare la parola che tanto vi piace) perciò (mi rivolgo agli occasionali) se non siete con noi nell'oscurità non presentatevi nella luce.

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