sabato 21 gennaio 2017

Broadchurch - Prima stagione [Serie Tv 2013]

Broadchurch è una specie di The Killing inglese. Questa in buona sostanza potrebbe essere la stringatissima recensione di questa serie tv recuperata un po' per caso da Netflix. Sì, le atmosfere piovose e fredde, l'omicidio di un ragazzino e lo strano mistero che lo avvolge, i due detective (un uomo e una donna) diversissimi e che non si sopportano (ma che impareranno a fidarsi l'uno dell'altra)... Gli ingredienti ci sono tutti, c'è però una sostanziale differenza: Broadchurch è inglese fino al midollo.

Certo pure The Killing, essendo un remake di una serie danese aveva atmosfere particolari e poco americane, ma in questo caso fin dalla prima puntata ci ritroviamo nel bel mezzo della piccola cittadina inglese, con la sua routine e i suoi scheletri nell'armadio. Non c'è quindi grossa ispirazione da Twin Peaks, qui tutto è molto più essenziale, freddo, didascalico, meno grottesco e più immediato. Nelle prime puntate si respira perfino un'aria "leggera" nonostante si parli dell'omicidio di un bambino, sembra quasi di trovarsi all'interno di qualche serie tv da sabato pomeriggio che si guarda senza farci poi tanta attenzione.


Ne ho abbastanza di questo posto di merda, devo andar via, dove avete messo il Tardis?
In realtà, a ben vedere, tutto quello che accade nelle prime puntate è "preparatorio" e funzionale, ha un senso maggiore solo se ripensato dopo aver visto la puntata finale e aver capito la crescita esponenziale dei personaggi e aver empatizzato con loro. Le puntate finali infatti procedono spedite, con tutt'altro ritmo e si susseguono scene emotivamente forti che hanno l'intento di risuonare come un pugno nello stomaco per lo spettatore. Ecco quindi che, se prima ci trovavamo davanti ad un telefilm sostanzialmente essenziale, banale, riusciamo alla fine a comprendere la psicologia degli abitanti della piccola cittadina e a rivalutare determinate scelte che erano sembrate abbastanza telefonate e noiose. La risoluzione del caso come è ovvio non è sorprendente per tutti: gli indizi, come nei migliori gialli che si rispettino, ci sono e sono ben visibili, ma la costruzione è comunque buona e concede 2/3 svolte davvero ben studiate. Forse a tratti si ha un po' la sensazione che nelle puntate conclusive si concentri il grosso della vicenda e si ammassino gran parte dei colpi di scena e delle scene più "potenti" ma è vero allo stesso tempo che senza un inizio così "calmo" forse avrebbero avuto meno impatto.

Ok, perfetto, dite Cheese
Sotto il profilo tecnico a risaltare è soprattutto la fotografia, che disegna paesaggi inquietanti tra scogliere scosse dal vento, il resto è funzionale ma non eccezionale.

I due attori protagonisti se la cavano bene, il "decimo dottore" David Tennant (che qui ritrova Arthur Darvill, anche lui ex "Doctorwhoiano", in un ruolo particolare) e Olivia Colman (anche lei ha partecipato, ma tu guarda un po', ad una puntata del Doctor Who, che se sei un attore inglese e non hai mai intrecciato la tua carriera con "il dottore" allora devi cambiare mestiere). Entrambi delineano due personaggi che non si limiteranno a svolgere delle semplici indagini, ma finiranno per scontrasi con un passato che lì metterà con le spalle al muro e li tormenterà. 
Gli altri attori svolgono bene la parte che gli viene assegnata senza strafare.

Visto il successo della serie si provò subito a farne un "remake" USA ("Gracepoint", con lo stesso Tennant come protagonista) e come potete immaginare è stato un fiasco. Se prendi una serie già non originalissima di suo, ne ricalchi la storia quasi in toto, ci inserisci gli stessi personaggi ma ti dimentichi che gran parte del successo della serie originale erano le atmosfere e le ambientazioni allora te la vai a cercare. A maggior ragione se, a differenza di The Killing, non prendi una tua strada ma ti limiti a cucinare la stessa minestra "europea" per il pubblico americano che vuole una sua versione di tutto.

Basta con questo Doctor Who, me ne vado in America dove non lo conosce nessuno (?)
In definitiva Broadchurch è più di quello che, ad un'occhiata distratta alla prime puntate, potrebbe sembrare, è un prodotto ben confezionato, conscio dei suoi limiti (la scarsa originalità ad esempio) ma con più di una freccia al suo arco. 8 puntate che costituiscono un crescendo oscuro e poco conciliante, laddove poco alla volta tutti i personaggi hanno tutto da perdere e nulla più sarà come prima, una specie di Silent Hill britannica che risucchia tutto e tutti e li costruinge a mettere sul piatto i propri errori e i propri crimini in cerca di un'assoluzione.

PRO

- Il crescendo delle puntate finali
- Fotografia ed ambientazioni davvero suggestive
- Tennant delinea un personaggio detestabilmente simpatico

CONTRO

- Le prime puntate, un po' "lente", possono trarre in inganno
- Qualche soluzione un po' forzata
- Non tutti gli abitanti della cittadina sono interessanti e ben caratterizzati

Voto 8--

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