martedì 9 maggio 2017

UCL Semifinale R> Juventus vs Monaco 2-1 - The Final Countdown


"La Juve domina in Italia ma in Europa…" fa due finali di Champions in tre anni. Gli stessi che adesso ci dicono "se non la vinci hai fallito" mettendo al muro le proprie speranze e giocandosi tutto sulla finale del 3 Giugno, per motivi opposti, più di quanto metterebbero in gioco se in finale ci fossero arrivati con le loro squadre... le stesse squadre che, magari, da un lustro non riescono neppure a qualificarsi per la competizione, e che anzi cambiano allenatori come calzini sporchi.

Noi intanto ci saremo ancora, per la nona volta, la seconda in tre anni (per buona pace dei #CacciateAllegri) stesse finali (6) di Milan e (probabilmente) Real da quando esiste la Champions per come la conosciamo. E non c'è nulla di più emozionante (in equo mix tra paura speranza) che vederla per sostenere la propria squadra e non una "usa e getta" a caso che si ritroveranno gli "altri".

Tra vent'anni, mentre riascolteremo Piccinini sui nostri file MP4, sui DVD, su YouTube o chissà dove, risentiremo Sandrone annunciare in diretta l'esonero di Pioli, avendo una testimonianza storica fortissima su questo periodo storico. Sulla differenza tra noi e loro a distanza di sette anni solari. Nessuno più di me, forse, a questo mondo teme le finali di Champions, nessuno più di me sa quanto siano viscide. Io che ne ho viste sei (da "juventino cosciente") e che ho gioito solo nella prima. Ma noi ci saremo lo stesso, io ci sarò lo stesso, anche dopo, nella buona e nella cattiva sorte.

De Santis (in panca), Mihajlovic, Tavecchio, Ventura, Oriali, la tribuna dello J|Stadium ieri sera era un covo di gufi. Mihajlovic non ha trovato nessuno sotto casa ed é tornato per farselo ridire in faccia? Sotto gli occhi sinistri di Sinisa, due palle piene prese in scivolata sono diventate fallo in stile Acquah? Ma nessuno ha fiatato, nessuno ha fatto paragoni tra arbitraggi italici e europei.

Il fischio di inizio si trasforma in un countdown a cui manca solo un orologio, in sovrimpressione, che parta dal novantesimo e vada a scalare. Il Monaco, obbligato a non fare diversamente, parte subito forte, registrando il palo alla sinistra di Buffon con lo spauracchietto Mbappè. Preso lo schiaffetto iniziamo a carburare ma mangiamo gol manco fossimo ad un buffet gratuito. A rompere il ghiaccio ci pensa il tuttocampista Mandzukic, che una volta ricoperto tutti i ruoli disponibili va in curva e si sostituisce persino al capo ultras.

Ma è stata soprattutto la serata di Dani Alves, quello "bollito" (cit. solito juventino scettico ad inizio stagione) il paramentro zero inutile che "il Barcellona aveva cacciato e sbolognato a noi" il "divo da social che si mangia la panchina". Quando il Mago Max l'ha spostato al posto di Cuadrado qualcuno avrà storto il naso, ma vedendolo in quest'ultimo mese non penso ci sia ancora qualcuno sano di mente che non abbia capito quale giocatore esso sia.

Poi si palesa l'antisportività del Monaco, una volta accorciato le distanze e regalato a Mbappè la soddisfazione di aver interrotto l'imbattibilità di Buffon, oltre a perdere la partita i monegaschi perdono anche le staffe e la faccia, iniziando a picchiare e provocare. L' interista Raggi si prende ben volentieri una rimessa dal fondo perché il Manzo fa lo sportivo e ammette di averla toccata, poi la butta lui in calcio d'angolo ma si prende fondo senza proferire parola. Ma "la Juve è scorretta" (cit. Raggi).


Il calcio è quello strano mondo in cui le mucche hanno per idolo un macellaio. Lo Stadium diventa una bolgia di fischi quando quel frustrato di un piccolo uomo, cresciuto nella provincia torinista, salta sulle gambe di Higuain e non prende, vergognosamente, rosso diretto... e una notte di galera. I nervi sono a fior di pelle, in una immagine il Manzo sembra dirgli: "ci vediamo fuori!" e nella foga quasi quasi non causa un rigore per loro. Il Pipita viene mantenuto di forza, il loro gioco è stato quello di buttarla in caciara e vedere cosa ne poteva venire.

Il fischio scioglie la tensione, il Monaco torna sotto le sottane del suo principato e noi stacchiamo il biglietto per Cardiff. Quello che rimane ormai è un countdown lungo ventiquattro interminabili giorni conditi da un pensante split-time anticipato al 17 Maggio. Il tempo che resta sembrerà cristallizzato.

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