Derby della Mole, solite stupide premesse ormai invecchiate (male) sul derby storicamente più squilibrato d'Italia. Mihajlovic stavolta nutre i suoi buoi con la vecchia storia del ricco contro il povero, "il popolo contro il padrone". La solfa sul riscatto sociale che ormai non attecchisce più dai tempi dei mutandoni e dei baffoni.
A ben vedere a quei tempi davvero c'era chi dal popolo emigrava per andare a lavorare a Mirafiori, adottando la Juventus come squadra del cuore. I torinesi, invece, che non avevano bisogno di lavorare in fabbrica, magari figli della borghesia locale, tifavano Toro, anche come atto di rivendicazione delle proprie origini "pure"... Visione semplicistica, questa, ma comunque più vera e storica del discorso motivazionale fatto da Mihajlović alla vigilia, rivolto peraltro a un gruppo di ragazzi che dal lato economico non possono lamentarsi, se non fosse per l'avidità di voler arrivare a guadagnare quanto quelli della Juve.
Come la vecchia storia di costume e società che a Milano divide i ricchi Bauscia interisti dai popolani Cacciavit del Milan, ma che al di là dalla romantica connessione cromatica che (il finto juventino) Crosetti coglie tra il rosso sulle maglie (comprese sfumature granata) e le squadre "del popolo" oggigiorno non convince più di tanto, dato che è ormai difficile slegare la visione storica del Milan da quella di Berlusconi, nemico dichiarato del comunismo (anche se amico di Putin) nonché mentore e maestro di Cairo del Toro… che a tratti ne eredità la voce. Con quello che costano poi i completi dell'Adidas, un po' di soldi per andare in giro con la maglia del Milan bisogna averceli
Quindi davvero stavolta forse anche la scelta teatrale del pugile di strada che sfida il campione sapeva di stantio, visto che di Rocky ne abbiamo visti 6 e stiamo in piena era Creed. Qualcuno tra le loro fila inizia a pensare che questo clima da seconda guerra mondiale non paga più, non direttamente. Quello che non varia quasi mai è invece è la messa in opera della commedia dell'arte: Come con la Fiorentina il tratto caratteristico della sfida resta il fallo sistematico, talmente studiato a tavolino che Miha si complimenta (pur nel rammarico di esser rimasto ancora una volta in 10) con Baselli per "aver imparato a picchiare". Roba che se l'avesse detto Allegri si sarebbe mobilitato il Moige per il cattivo esempio che dà ai più piccoli. Quasi che a certe squadre e a certi allenatori si possa perdonare tutto archiviandolo come atto di folclore.
In definitiva non gli rimane questo come scusa per cercare di difendersi. Il portare avanti la storia del 10 contro 11. Come se non capitasse ormai ad ogni derby che la loro foga li porti a finire con uno in meno. Come se ogni volta volessero picchiare senza subirne le conseguenze disciplinari, perchè loro sono i poveri e noi i ricchi. Praticamente la scusa della microcriminalità applicata al mondo del calcio. Mihajlović ci si incazza ogni volta e ogni volta sbraita col quarto uomo. Alla vigilia pareva vedere nella VAR un difensore dei deboli, se non fosse che lo scorso anno è riuscito a sbraitare per un fallo a centrocampo dove il VAR non ha giurisdizione.
Ma anche a questo il loro subconscio si ribella ormai, dato che solo tre giorni prima la stessa cosa era successa con la Viola e questa era comunque restata in partita fino alla fine (pur non tirando mai nello specchio della porta). Per non parlare del punto strappato sul finale dalla Juve nel derby dello scorso anno, quando... toh, guarda un po'! Noi eravamo come sempre in undici e loro come sempre in dieci.
Invece è stata una mattanza, di gol e di gioco. La migliore partita della stagione la Juve la fa nel Derby, a dispetto della solita teoria delle antijuventine che non si scansano. Il Toro Robin Hood soccombe ai padroni. La Juve invece resta padrona della città e della classifica. In cabina di regia ancora lui: Paulo Dybala, il dieci che fa dieci gol in sei partire, a guida la classifica cannonieri.
Nella settimana della brutta prestazione di Sturaro (fuori ruolo) più di uno ha citato Rincon, come quello che a differenza di Stefano è scappato per non restare stritolato dalle aspettative tecniche che la Juve ripone in qualsiasi giocatore della sua rosa, ed è proprio da una papera di Rincon che nasce il primo gol del cecchino Paulo Dybala. Prima e dopo il gol e per tutta la parità numerica in campo la Juve era già più volte andata vicino alla marcatura e al raddoppio. Estrema padrona del campo aveva consesso soltanto un tiro in porta (poco pericoloso) di Ljajić. Il raddoppio arriva per mano... anzi... per piede di Pjanic, che la piazza proprio lì dove voleva volare. E ne vogliamo parlare di Pjanic? Quello che qualcuno voleva buttare ma che con l'arrivo di Matuidi, che gli toglie il gioco sporco, torna ad essere il Pjanic che conosciamo. Quello che assiste (dal verbo to assist), propizia e segna. Altra bella prestazione di Cuadrado che è persino troppo sfortunato sotto porta.
Secondo tempo da giocolieri, con azioni veloci e spettacolari che portano altri due gol ma che poteva portarne molti di più. Il Toro deve in fatti ringraziare il suo migliore in campo, Sirigu, se il passivo non è stato ulteriormente umiliante. Dopo il gol di testa di Sandro, da calcio d'angolo, arriva l'immancabile gol del novantesimo nel derby. Una tradizione che si protrae ormai da anni e non si interrompe neppure di fronte alle partite già messe in ghiaccio. Ennesima dimostrazione dell'impegno profuso dai nostri fino alla fine. Emblematico resta il pressing a tutto campo a partita praticamente finita. Apre e chiude lui, Dybala, come una parentesi umana, con un pallonetto al bacio a scavalcare il portiere in uscita, ma chi lo 'propizia è il Pipita, stavolta partito dalla panchina, come qualcuno aveva suggerito.
Questo giusto per rispondere all'ex tecnico del Torino ed ora della nazionale che schifa l'1-0 perchè è "Allegri che vince così". Peccato che questo inizio stagione le dia di fatto torto e peccato che a parlare sia proprio lui, quello che con la Spagna toppa partita e formazione e avrebbe baciato a terra per un 1-0... persino per una sconfitta per uno a zero.
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