Le mucche piangono anche col VAR, in una partita in cui collezionano un solo tiro in porta e nella quale la Juve spreca la sua solita esa-razione di occasioni da gol per ammazzare la partita. Un Toro ancora una volta inadeguato alla storia di questa gara, a cui non rimane altro che comportarsi come sempre si è comportato nelle sconfitte: piangendo e strepitando, stavolta senza averne il diritto morale dato dal famoso cuore Toro, ancora una volta non pervenuto. In semifinale sarà Juve-Atalanta.
I tifosi di calcio vivono due anni in uno. L’inizio del primo coincide con l’inizio del girone d’andata, quello del secondo coincide con l’inizio dell’anno solare. Due mini-anni che di solito partono in maniera opposta, forse perché molte delle chiacchiere, non supportate dai fatti, decadono, se non sono già decadute. Già ampiamente si è parlato dell’ottimismo estivo con tutti i suoi scudetti da ombrellone, delle ambizioni del Milan Stellare, che doveva ammazzare il campionato e di cui “Marotta aveva paura” (cit. Bonucci), ma soprattutto ogni tifoso guardava come un’innovazione rivoluzionaria il VAR. Nella mente degli antijuve, il dio della giustizia, che finalmente avrebbe dovuto fermare i bianconeri. Una loro creatura, la cui paternità doveva essere tenuta celata per ovvi motivi, ma che finiva per essere sbandierata in ogni esercizio dialettico.
La prima giornata è uno spot alla VAR... o almeno voleva esserlo. La Juve riesce a recuperare gli effetti della prima moviola in campo della storia. La seconda c'è il bis, forzato, visto che la Juve subisce il primo torto VAR della storia, un rigore che parte da un fuorigioco precedente di cinque secondi. Ma quando i primi juventini fanno smorfie contro il nuovo strumento, l'Italia pallonara per poco non chiede al Papa di scomunicarci per eresia. "Il campionato è bello perchè è VAR" si legge sulla Gazzetta, e quanta goduria ed ironia viene fuori da Atalanta-Juve.
Stamattina il VAR sembra quei veterani della guerra del vietnam, eroi decorati che una volta tornati in patria creano solo problemi alla comunità. Non per merito di Inzaghi, che se ne lamenta da un mese, né di Zenga, che al primo torto sbatte i piedi dopo averla osannata (da buon interista) perché non gli dà un sacrosanto rigore al 94' (VAR: Doveri). Figurasi per quel rigore non dato a Higuain contro l'Atalanta o l'ingiusta espulsione, in luogo di un rigore, a Mandzukic in Udinese-Juve (Arbitro: Doveri) quando eravamo in svantaggio. E non ho citato la vittoria di mano della Roma e tante e tante altre dimenticate topiche. No, oggi il VAR diventa inutile se non addirittura uno strumento del potere, non per tutto questo ma per un raddoppio, non annullato, a Mandzukic.
Poco importa se Mihajlovic venga esonerato perché abbia ormai da tempo perso le redini dei suoi buoi, con prestazioni e gioco penosi. Di lui rimarrà il ricordo di quella reazione che produrrà la sua post verità. Poco importa se Doveri sia lo stesso disastroso addetto al VAR di Crotone-Napoli da cui il Napoli è uscito Campione D'inverno. Doveri è in mala fede (4/1/2018), mentre ieri sbagliava soltanto (29/12/2017). Come vedete il bipolarismo si questi due mini-anni è tanto scientifico che gli juventini dotati di senno l'avevano già previsto in tempi non sospetti. Magari litigando con i soliti colleghi di tifo boccaloni, che ancora credevano nelle favole e che avevano già dimenticato farsopoli.
Mi si potra dire: "Allora perché tu oggi non parli di calcio?". E di cosa dovrei parlare? Di un Toro stracciato in campo che si aggrappa ad un episodio ininfluente, analizzato dall'arbitro alla moviola, per riuscire ad evadere dalla vergogna, che avrebbe dovuto provare per l'ennesima (brutta) sconfitta? Un solo tiro in porta contro sei. Una Juve in totale controllo della gara che sussulta solo su quel palo (esterno) di Niang, quando era già sull'uno a zero, tra l'altro, e subito dopo essersi divorata il raddoppio. Cosa importa alla gente in fondo del calcio giocato se Costa fa simili gol!
In fondo il destino ha voluto regalarci la migliore telecronaca RAI degli ultimi anni: l'audio dello Stadium. In molti han dovuto tacere, finalmente, altri si son svegliati sui soliti social. Come gli afroamericani che solo tra loro possono chiamarsi negri, senza cadere nel razzismo, solo loro possono criticare la loro creatura. Ricordando quando Allegri fu crocifisso in sala stampa per aver criticato, non le sue decisioni, ma il tempo che fanno perdere. Un pianto speso per una situazione tecnicamente inutile. Ma non togliete a questi uomini i se i ma perché ne respirano più dell'aria stessa.
Aria che sembra sia cambiata, e per far fronte al lavoro che c'è da svolgere in seguito pare che adesso il Toro voglia chiamare Mazzarri. Immaginate Mazzarri nel derby-vero e Sarri in quello artificiale creato dai Napoletani, persino la RAI interromperebbe ogni sciopero per poterlo commentare.