Derby della Mole: La Juve, già in emergenza offensiva, perde Higuain per una botta alla caviglia. Il pubblico di casa accompagna l’uscita con un “OLEEE!!!’”.
Al suo posto entra Bernardeschi, che non doveva esserci per affaticamento muscolare. Lo stesso che poi fa l’assist per il gol vittoria... OLEEEE!!!
Dai, Toro stavolta, c'è di buono il non aver subito l'ennesima (tradizionale) sconfitta del 90'. Una tradizione mantenuta anche ieri dai giovani al Filadelfia, che voglio qui citare e ricordare per quello che è successo sugli spalti. Nella solita cornice di cani arrabbiati e minacciosi, che tra un "UCCIDETELI" e un "DEVI MORIRE" urlato a ragazzini ancora minorenni mentre erano a terra, l'unico momento di distensione sportiva sugli spalti, l'han trovato quando è stato annullato un gol regolarissimo a noi. Ora va bene il cuore (Toro) ma l'educazione? Quella propria e quella che si dà ai giovani? Le due vittorie sono quindi la vostra meritata punizione.
Il cercato e sperato livellamento in campo, in una partita secca come un derby, di due squadre dalla caratura diversa, non c'è stato. Torino è ancora una volta bianconera. Una vittoria, per come si era messa sul profilo delle assenze e le defezioni, tutt'altro che scontata e se non fossi esagerato potrei persino parlare di piccola impresa. Di sicuro una vittoria pesante, la nona consecutiva. Sesto Clean Sheet di serie e undicesimo su dodici partite.
Tra febbre (Mandzukic) e vari infortuni, nuovi e pregressi, Allegri è costretto a schierare Alex Sandro in attacco, assieme all'unico punto di riferimento offensivo: Higuain. Perso quello abbiamo dovuto fare di necessità virtù. Sarà proprio il brasiliano a conquistare la stracittadina. Una risposta in campo alla"chiamata alle armi".
Una delle critiche più frequenti che si fanno a questa squadra è la sua rilassatezza dopo i vantaggi. Accusata di chiudersi dopo il primo gol, oggi non ha potuto fare altro che quello. Non perché il Toro sia stato bravo a chiuderci nella nostra metà campo ma perché senza attaccanti di peso, lì davanti, vengono a mancare tutti i punti di riferimento. E per una squadra che fa degli inserimenti degli attaccanti un credo tattico, non è proprio una bella cosa.
Paradossalmente invece, il gol subito spegne le poche velleità del Toro, che nell'unica vera occasione pericolosa sbaglia con Belotti il controllo il controllo finale, a proposito di bomber che non si sono ancora ritrovati. La tattica granata oggi era la solita: il mazzolamento sulle gambe bianconere. Lo impone la storia, lo permette Orsato con il suo atteggiamento più che "all'inglese" (dopo un fallaccio da rosso di Ansaldi su Pjanic, non tira fuori neppure il giallo). L'occasione di una Juve piena di cerotti è unica ma il Torino si limita solo a questo, dopo il gol della Juve il cuore Toro appare affaticato, pigro e ferito.
Max Allegri costretto a giocarsi il jolly Dybala, quando anche il subentrato Bernardeschi è costretto ad uscire per infortunio. Non la partita ideale per svezzare la Joya, con i macellai in campo, ma altro non si poteva fare.
Il Paulo di oggi è, come prevedibile, ingiudicabile. Ha tre grosse occasioni per segnare ma le spreca. Non si può però rimproveragli certo questo. L'importante ora per lui è ritrovare il campo e i novanta minuti nelle gambe.
Si può quindi dire che a stingere i denti e giocarla "col cuore" stavolta è stata la Juve. Sempre con le dovute differenze, non vorremmo urtare la suscettibilità dei nostri avversari, sempre così posati ed educati con grandi e piccini.
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