domenica 29 settembre 2019

#SERIEA_19-20 6> #JUVENTUSspal 2-0 - Il cammino interiore


Iniziamo con una battuta. Quando alla vigilia ho letto "Juve-Spal a Piccinini" ho distrattamente pensato: "caspita, Sandrone è passato a Sky...". Naturalmente si trattava dell'arbitro e non del telecronista.

Juve-Spal e uno di quei pomeriggi che parte sonnacchiosi, lenti. Come la Juve degli ultimi tempi. I giocatori in campo parevano avere più sonno di me che per vederli ho dovuto rinunciare alla consueta pennichella pomeridiana. Poi tutto sembra svegliarsi e muoversi nella giusta direzione, ma per farlo ci mette un tempo intero. Come un TIR che arriva da lontano e suona insistentemente la tromba bitonale. Tenuta in piedi dalle prodezze di Berisha, la piccola SPAL alla lunga deve soccombere e lasciarlo passare. Una volta divenuto facile ti accorgi che ti sta pure stretto.

Un tempo perso, si è detto, a ritrovare se stessi. A ritrovare la Juve. Persa nel suo cammino interiore di essere o non essere, fare o sembrare... allegrismo o sarrismo. Un meticoloso studio dell'avversario direbbero altri, arroccato nelle sue posizioni difensive quasi a pensare più a tenerci lontani dalla propria area che a provare vere ripartenze, che pure un attacco in massa della Juve e una difesa ancora ballerina offre sempre di questi tempi.

Il primo vero squillo arriva da Dybala dopo 34 minuti, ma sembra ancora poca cosa dato le bocche da fuoco che ha la Juve e che sembra non riuscire a mettere in campo. Sul finire del tempo tutto quello che la Spal spera di portare negli spogliatoi è un grasso grosso 0-0. Cosa che pare destino quando al 44' Ramsey batte di testa a colpo sicuro a due passi dalla porta, su Cross di Ronaldo. Berisha la respinge, nemmeno sa lui come, col piede di richiamo, mentre sta buttandosi dalla parte opposta. Ti dici che il primo è andato, proprio nel momento del risveglio, con un lenzuolo a reti bianche. Invece Pjanic non è d'accordo e per infilzare il "portierone" di giornata deve farlo con un gran gol da fuori area su cui neppure Superman sarebbe arrivato. 1-0... ma quanta fatica... svegliarsi.

Buffon in tutto questo sembra quello degli scorsi anni. Quello che spesso assisteva alla partita da spettatore senza doversi sporcare i guantoni. Si prende il suo record di 903 presenze (assolute tra campionato e coppe, superando di una Maldini) senza effettuare nessuna parata significativa. O forse addirittura senza nessuna in assoluto. La Juve è molto più aggressiva nel secondo tempo, eppure si resta inchiodati sul 1-0. Un risultato che chiama a se famigerati fantasmi. Tra un'azione e l'altra la SPAL è vissuta come uno spauracchio silenzioso, acquattato dietro un angolo. Nei nostri incubi è sempre pronto a colpirci... ma nella realtà del campo resta dietro la propria difesa, più impegnato a difendersi che persino a sognare di attaccarci. Facile dirlo col senno di poi o per chi non è un tifoso. 

Mentre freudianamente un lapsus del telecronista chiama Sarri, Sacchi. Ronaldo ci prova una volta, due volte... ma nulla, Berisha è uno di quei portieri che a volte vediamo allo Stadium. In giornata di grazia. Il campione portoghese cerca allora un sostegno dagli spalti, ignorando che ormai siamo una squadre senza più tifo. Che deve riorganizzarsi alla buono e meglio, in mezzo a beghe criminali che si nascondono dietro il dito di un biglietto troppo alto. Chissà che questa subentrata anarchia non porti ad un nuovo tipo di tifo, interessato solo alla squadra più di qualsiasi altra cosa al mondo, in cui si tifa per tifare, volontariamente, e non per fare un piacere o un torto alla dirigenza. Quando la Juve scende in campo la dirigenza dovrebbe sparire al cospetto della maglia, ma in realtà qui si parla di gente che quando va bene crede di stare a dare un servizio più che rispondere ad una voce interiore quasi religiosa. Un servizio che spesso si fanno remunerare. Quello che fa male e che succede dappertutto ma che come al solito i riflettori si puntino sempre e solo sullo stesso palcoscenico.

Ma chiudiamo questa brutta parentesi e torniamo a Ronaldo. Rimasto anche lui a leggerci e in attesa di sapere come sarebbe andata questa partita. Dicevamo che per ben due volte ci provava. ma la buona è sempre la terza, come nell'antico detto: Finalmente CR7 incornava Berisha (il primo gol di testa di questo campionato) facendolo tornare umano. Il raddoppio arrivava con la stessa fatica con cui era arrivato il primo. Coronando però un secondo tempo migliore.

Pratica liquidata con ordinaria amministrazione dunque, senza troppi colpi di scena se non quelli immaginati e non arrivati. Una squadra che continua il suo cammino verso il suo centro interiore, a volte funestata dalle assenze di ruolo, preoccupata come quando il Napoli temeva di non avere gli spogliatoi in tempo per la prima interna al San Paolo... beh, forse un po' di più. Di sicuro non ancora la vera Juve né quella al completo nei reparti. Ma una Juve che adesso sa che dopo la SPAL si inizia a fare sul serio. C'è qualcuno che andrebbe ridimensionato ma che arriva per noi troppo presto. Speriamo che l'orgoglio possa colmare le nostre lacune.

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