martedì 22 ottobre 2019

GLOW - Terza stagione (2019)

Quello che mi aveva incuriosito dopo aver visto le primissime puntate di Glow era l'assoluta originalità dello spunto di partenza e la grandissima capacità di far duettare all'interno della stessa serie (e di un singolo episodio di 30 minuti in media) bizzarria e introspezione, risate e riflessione, dramma e intrattenimento. Una serie sul wrestling femminile ambientata negli anni '80 coloratissima, piena di luci al neon e musica ma che non disdegnava uno sguardo più maturo dove i piccoli drammi si mescolavano alla voglia di rivalsa di un gruppo di donne decise a riprendersi la propria vita. Gran parte del merito andava attribuita ad un cast capace di passare dal registro comico a quello più introspettivo con grandissima nonchalance. La seconda stagione ha seguito quel percorso ma ha inserito giustamente ulteriore approfondimento dei personaggi, fino a sfociare però in un cliffhanger finale che lasciava molte incognite, una su tutte:"Dove si andrà a parare adesso?". Si perchè la proposta di spostare Glow a Las Vegas, in un casinò, era bizzarra quanto rischiosa. Avra' "pagato"? 


Yuhuuu, è uscito il quattro, allora ci sarà una quarta stagione. Certo, i meccanismi con cui Netflix rinnova o meno una serie andrebbero un po' rivisti comunque.

Il Fan-Tan, casinò/hotel ispirato ai più famosi della città del peccato, diventa in questa terza stagione di Glow un mezzo attraverso il quale le/i protagonisti dello show mostreranno il proprio io e la loro vera natura. Un luogo dove sarà lo stesso show (vero e finto) ad evolvere. Tra incapacità di conciliare ambizione e famiglia, amore e apparenze, bravura e opportunità, le ragazze (e non solo) finiranno per scontrarsi con i pregiudizi e i compromessi del loro mestiere e del loro tempo e a scegliere di prendere la propria strada. Non più quindi solo bizzarre showgirl buttare su un ring a combattere per trovare la propria identità ed un proprio posto ma produttrici, attrici, aspiranti al più "nobile" teatro, stritolate da un mondo dello spettacolo e una società ancora molto chiusi sotto tanti aspetti, costrette in un luogo ristretto (l'hotel appunto) pieno di luci e musica ma impersonale e soffocante. Maggiore introspezione psicologia, più dramma, più "profondità" quindi, a scapito dei momenti più divertenti e di varietà. E il wrestling? Ecco, uno dei problemi è proprio quello. 

In questa terza stagione è come se alle lottatrici e allo show (quello vero) stessero un po' stretti i costumi di scena, le citazioni, le bizzarrie, come se ci fossero un desiderio e una necessità di "crescere" mettendo da parte tutte quelle cose più trash o ridicole che erano un po' la cifra stilistica della serie. Certo, non si trattava già fin dagli albori di una serie sul wrestling, non solo su quello almeno, ma il wrestling rappresentava la parte più divertente, quella più spensierata in grado di tenere unito il tutto mettendo all'angolo quei momenti morti che potevano portare alla noia (e anche il formato di 30 minuti a puntata "da serie comica" era un indizio). La noia per fortuna è poca e la bravura degli attori spesso è in grado di tenere in piedi intere puntate dove la trama o i momenti più distensivi latitano del tutto, ma è come se per guadagnare qualcosa si dovesse rinunciare per forza a qualcosa, un qualcosa che però era importante nelle dinamiche della serie. Come se per esprimere meglio determinati concetti si dovesse fare a meno della forma (la trama evolve molto molto lentamente, le location immutabili e la routine limitano un po' le possibilità espressive del tutto)  E' un peccato perchè quando torna a "giocare" con il Wrestling (lo "scambio di ruoli", lo show di Natale...) o quando si prende una pausa (l'improbabile escursione naturalistica),  la serie ritrova tutta quella sua particolarità e freschezza dei primi tempi.

Natale a Las Vegas


Glow nella sua terza incarnazione insomma "matura", per certi versi in positivo, per altri molto meno, prova a trovare una sua identità ma paradossalmente lo fa diventando una serie più "canonica", avvicinandosi per certi versi a prodotti affini come Orange is the new black e rinunciando a momenti più ruspanti. Vedremo se la quarta (e ultima) stagione sarà un' ulteriore evoluzione (visto il finale della terza molto "aperto") o tornerà alle origini Siamo comunque ampiamente sopra la sufficienza e, anche grazie al mestiere e alla bravura egli attori coinvolti, il tutto risulta comunque godibile.

PRO

- Maggiore introspezione psicologica
- Attori in ottima forma
- Un inno contro i pregiudizi

CONTRO

- Meno divertente che in passato
- La trama evolve molto lentamenteù
- Poco Wrestling

Voto 7

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