mercoledì 7 luglio 2021

#euro2020 SEMIFINALE 1 (#ITA vs #SPA) Fiesta



La prima semifinale, Italia-Spagna é un classico del calcio europeo e mondiale. Ma questa volta forse aveva una sensazione ancora piú speciale. Una gara dai tanti significati, nella quale l'Italia ha avuto la meglio giocando peggio degli avversari. Rigori stavolta a noi favorevoli e portatori di gioia in tutti gli angoli del Paese. E "Fiesta" sia. 


Italia-Spagna 5-3 (dcr) 


Un segno del destino: Italia-Spagna proprio il giorno dopo la morte della Carrà, simbolo della musica e dello spettacolo in Italia e non...quel non che guarda caso ha a che fare soprattutto con la Spagna, quasi una seconda patria per l'artista scomparsa all'età di 78 anni (ricordata prima del fischio d'inizio con le sue canzoni). La Raffaella nazionale era anche appassionata di calcio e, come noto, tifosa juventina. 
Sembra quindi piú che una coincidenza il fatto che la partita sia stata decisa, guarda un po', da due juventini, uno per parte, quasi come fosse l'ennesimo omaggio. 

Una gara dura, spigolosa, con l'Italia a soffrire perennemente, come e piú della gara contro gli austriaci. In RAI per giorni ci avevano raccontato che la Spagna non si reggeva in piedi, era stanca, dopo 2 supplementari avrebbe sicuramente mollato. E invece sapete che c'é? Che gli spagnoli hanno corso e giocato e di supplementari se ne sono fatti 3, facendo la gara e tenendo palla e l'Italia ha finito in sofferenza, con i crampi e ha benedetto i rigori come una liberazione. E' il calcio, sono le partite secche, sono le semifinali, dove ci si gioca tutto e tutto può succedere: pure che dopo una gara in apnea all'improvviso dal nulla Chiesa segni un goal "aggir" (ormai pare sia copyright di Insigne, Rimedio ci tiene a farci sapere che glielo ha ispirato lui. Meglio tacere),  o che il contestatissimo Morata faccia prima gioire i suoi per poi farli sprofondare nella piú nera disperazione. In pratica, se non fosse entrato, i suoi compagni probabilmente non avrebbero pareggiato, ma allo stesso tempo é proprio lui che li condannerà sbagliando il rigore decisivo. 

Il calcio dà e il calcio toglie, non esiste giustizia, previsione, sicurezza nei propri mezzi che tengano. Non c'é un diritto divino o un fine superiore, vince chi é piú bravo e fortunato in quella singola gara e giocare bene non ti garantisce nulla. A maggior ragione se poi vai ai rigori, quei maledetti rigori, per noi amari quasi sempre (1990/1994/1998/2016 con la piccola, inutile, parentesi fortunata del 2000) e che stavolta invece ci arridono. Succede quindi che Bernardeschi ti tira fuori il rigore perfetto e un Dani Olmo, dopo una gara strepitosa, ne tiri uno imbarazzante. I rigori sono cosí, la Svizzera che fa fuori la Francia ai tiri dal dischetto per poi farsi eliminare, sempre dal dischetto, dalla Spagna, che a sua volta si fa sbattere fuori dal l'Italia, sempre dal dischetto. Pare quasi ci sia uno schema in tutto ciò e invece si tratta soltanto delle follie della casualità 


"Cosa non ti é chiaro Jordi? Red is the new blue, quindi il rosso é l'Italia è il blu la Spagna che anche se é rossa é abbinata al blu, che però poi ridiventa rosso. Capito? E' semplice, in pratica avete perso" 


Destino? Caso? Poco importa. Importa, solo che il tabellino dice che l'Italia é in finale, di nuovo a Wembley e ci troverà molto probabilmente l'Inghilterra (vedremo se sarà cosí) che a quel punto si giocherà la gara piú importante in casa, un fattore sfavorevolissimo per noi. Ma, come sappiamo e come abbiamo visto, nulla é scontato, il football non é matematica, é questo il bello e il brutto del calcio: balli per 90 minuti (o piú) e speri alla fine di aver fatto felici i tuoi fans. Stavolta é andata cosí e siamo sicuri che la Carrà si sarebbe divertita tantissimo. 

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