domenica 6 marzo 2022

#SerieA 28ª #JuventusSpezia 1-0 - troppo insipidi con lo Spezia


Tre punti importantissimi che non potevamo permetterci di lasciare a Torino contro lo Spezia, qualsiasi altro risultato diverso da una vittoria sarebbe stato un crimine gravissimo, dopo la sconfitta dell’Atalanta e  prima del big match Napoli-Milan. L’occasione di poter fare da terza incomoda era troppo ghiotta per essere buttata nel cesso. Ma se da una lato esultiamo dall’altro i nostri nervi restano tesi come le corde di un violino, quasi che questa partita si stesse ancora giocando, persino adesso che sto scrivendo. Troppa, troppa, troppa sofferenza nel secondo tempo. Non è umanamente tollerabile che un tifoso debba sopportare tutto questo, una partita sì e l’altra pure.

Dopo un secondo tempo del genere, uscire con una vittoria da questa partita è davvero come trovare l’oro nella montagna. E se da una parte sospiriamo dall’altro restiamo incazzati. Poiché se non cambi registro in questi secondi tempi, prima o poi la paghi cara. E troppi ne abbiamo già visti di conti salati pagati alla cassa. Non puoi permetterti di fare questi secondi tempi, in casa, con lo Spezia, perchè non si può sempre ogni volta tenere in vita i moribondi, per questo nostro spirito da crocerossina masochista.

Il primo tempo, infatti, è stato persino buono. Dopo i primi 45 minuti è mancato soltanto il gol del raddoppio, ma è rimasta una mancanza pesante. Un primo tempo in cui si era contenuto ottimamente l’avversario, tanto da annullarlo. Ma questa stitichezza offensiva sembra affaticare la difesa in maniera significativa ad ogni partita. Quando dopo un primo tempo del genere sei solo sull’uno a zero, l’avversario la prende come una partita che inizia da zero, e la nostra difesa si sente frustrata e stanca.

Poi siamo tornati in campo nel secondo tempo e… semplicemente non eravamo lì. Siamo praticamente rimasti negli spogliatoi, o almeno la nostra testa era ancora nell’armadio assieme al ricambio delle mutande pulite. Un secondo tempo del genere sul due a zero sarebbe stato tutto un altro secondo tempo. Senza cattiveria e cinismo, non sappiamo come si sbranano certi avversari. Quasi fossimo consapevoli dei nostri limiti di organico e non volessimo rischiare la giocata. Come cercassimo di fossilizzare il tempo e fermare i fiumi con le mani. Non si riesce, ad esempio, a sfruttare come si deve un contropiede, perchè ogni volta che si arriva in prossimità dell’area avversaria si annega o ci si perde.

Pur non segnando Vlahovic non mi è dispiaciuto. Fa il lavoro sporco e di sponda, il problema è che ci ritroviamo a giocare con due sponde, e tra lui e Morata, la la sponda decisiva deve farla Locatelli, che lancia Alvaro al gol. Un gol a cui ci siamo aggrappati come a un palo in mezzo alle raffiche di un vento che potevi benissimamente fronteggiare, con un pizzico di forza in più. 

Meno male che almeno quello lo segna, perchè nel secondo tempo si mangia un raddoppio a porta libera da mani nei capelli. Quando è uscito Vlahovic sapevamo che dovevamo tirarci quell’1-0 fino alla fine e soffrire senza speranze di segnare il secondo.

C’è poi un giocatore in campo che, ad esempio, in partite come queste, gioca il suo solito ruolo della sciagura. Naturalmente parlo di Rabiot, che quando non perde palla regala le punizioni più assurdamente pericolose che si possano immaginare. Kean non è buono neppure a prendersi una palla per far salire la squadra e Arthur sembra un equilibrista che se cade ti trascina dietro.

Tutto quello che voglio dopo questa partita è un po’ di relax e una bella camomilla. Perchè questo campionato thriller non sembra avere soluzioni di continuità.

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