Svanita la grande illusione, spenta dai VARi soggetti, i bimbi sperduti approdavano sull’isola di Sardegna e ancora una volta si sono viste cose che non c’erano… né in cielo né in terra.
L’obiettivo era quello di reagire e tenere il quarto posto. Una reazione alla fine c’è stata, non foss’altro che per il risultato. La vittoria è arrivata. Tirata come di consueto per i capelli ma è arrivata. Con la solita disumana fatica per trovare il gol. 20 tiri (6 nello specchio) per farne solo due, mentre al Cagliari è bastato un solo tiro in porta in tutta la partita per passare in vantaggio.
Svantaggio arrivato per colpa di una palla persa a centrocampo ad opera di chi è ormai già un ex prima ancora di diventarlo ufficialmente. E’ ormai chiaro, infatti, che Pauluccio con la testa è troppo impegnato a cercare casa a Milano per dare una mano concreta alla sua ex squadra. Una partenza disastrosa la sua, che ad onor del vero migliora prima della fine, quando farà l’unica cosa buona di tutta la partita.
Ci sono delle forze soprannaturali in campo, in questa serie A, che la scienza non ha ancora scoperto. Prendete ad esempio il gol annullato a Pellegrini, quante volte l'avete visto in vita vostra? Nemmeno Marelli di Dazn lo ricorda. Eppure è lì, che si verifica sotto i nostri occhi come un fenomeno inspiegabile che la fisica quantistica non ha ancora catalogato. Forse solo la teoria delle stringhe può darci una spiegazione sulla regola nascosta, nel regolamento del gioco del calcio, che ha portato all’annullamento di quel gol. La Juve da sempre fa da tester per regole nuove o scritte e dimenticate in un cassetto. Una regola assurda non per la regola in se ma perchè non prevede un’eccezione che possa confermarla. Più che una regola un dogma, insomma. Un precetto religioso con braccio attaccato al corpo e girato di schiena, come Rabiot.
Ma non sempre può andare bene sperare di vincere facendo un solo tiro in porta e il Cagliari non può ambire ad essere l’inter, nemmeno con Mazzarri in panchina, nemmeno col fischietto in bocca. Così prima dell’intervallo la sfida tra simulatori e mangiagol si chiude 1-1 grazie al pareggio di De Ligt. Loro che già al trentunesimo minuto avevano attuato la solita mazzarriana regola della perdita di tempo, sono costretti ad aprirsi un po’ di più.
Il secondo tempo si riapre sulla falsariga del primo, con annesso secondo gol annullato per fuorigioco di Chiellini, molto più giustamente stavolta, ma due gol annullati spesso sono un presagio nefasto e meno male che non è stato così anche stavolta. Per capire chi è questa Juve, o meglio ancora questo attacco, è quella con Cuadrado all’altezza del dischetto che invece di tirare in porta passa male su Vlahovic. O quella che tira centrale ed esalta i portieri avversari, o la spara fuori di poco. In sintesi una squadra che lì davanti cerca di approdare al gol come Colombo cercava l’India.
Prima della fine però la Juve trova l’America, con l’unica cosa buona fatta nella gara da Dybala (come detto) e la prima vera puntata cattiva di Vlahovic, che si avventa rapace su quel pallone. A Dazn tirano fuori il solito corto muso. Ci è voluto Matri per ricordare loro come ha vinto l'Inter la scorsa partita: cioè senza muso! Altro che corto muso! Per quanto ci riguarda invece il corto muso c’è l’ha l’attacco più che il gioco.
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