martedì 5 luglio 2022

Stranger Things - quarta stagione ( parte 2) - (2022)


Con una puntata finale chilometrica di ben due ore e mezza si è chiusa anche la quarta stagione di Stranger Things. Una stagione discussa (per alcuni discutibile) che, anche a causa del suo essere "splittata", ha fatto discutere per mesi, fatto nascere polemiche, teorie, anticipazioni, il classico gioco del "toto morte" su chi ci avrebbe lasciato alla fine le penne....
Un bel boost di pubblicità insomma per i fratelli Duffer e soprattutto per Netflix che in un periodo particolarmente difficile si è giocato la carta della sicurezza, attirando a se un seguito di pubblico importante. Ma la quarta serie in se però alla fine com'è stata?


"Dovrebbe esserci un laboratorio qui, invece siamo in un deserto dopo ore di viaggio con alla guida un semisconosciuto strafatto. Mi sa che Undi pure stavolta dovrà cavarsela da sola"


9 puntate lunghissime, molto più dello standard di Stranger Things e delle serie TV in generale e piene di eventi, rivelazioni, momenti commoventi, new entry, addii. Tantissima carne al fuoco insomma, a tratti pure troppa, con alcune cose cucinate decisamente meglio di altre. Le musiche e, soprattutto, la fotografia ad esempio si sono confermate il fiore all'occhiello della produzione. Come giá accennato nella recensione della prima parte il leit motiv della stagione è stata Running Up That Hill di Kate Bush, vera e propria Song simbolo di questa quarta tornata di puntate. Capace non solo di "arricchire" il background sonoro e renderlo tipicamente anni ottanta, ma di diventare parte integrante nella trama stessa, funzionale alle vicende dei protagonisti. Le scene ambientate nel sottosopra, un sottosopra saturo di colori, di creature e di movimento, hanno spostato le puntate a tratti dalle parti del videoclip, tra l'epico e l'oscuro in scenari quasi pittorici. Oltre alle puntate citate nella recensione della prima parte basti guardarsi ad esempio alcune sequenze dell'ultima puntata: quando Eddie si lascia andare a schitarrate metallare e "metalliche" per attirare i pipistrellacci sembra di essere finiti nella versione "vivente" della copertina di Bat Out Of Hell di Metà Loaf (venuto a mancare proprio quest'anno tra l'altro).

E poi Vecna. Quanto serviva alla serie un villain riconoscibile, identificabile e "umano"? Il Mind Flayer, il Demogorgone sono più apocalittici, imponenti certo, ma anche più "distanti", con quell' effetto che fanno i mostroni costruiti con gli effetti speciali. Sanno di finto. Vecna invece col suo essere costruito su una persona reale e sostanzialmente solo sul trucco è molto più genuinamente anni 80', vivo, inquietante. E poi bella la costruzione del personaggio, certosina, cesellata fin dalle prime puntate, con un background affascinante che esplode poi in un colpo di scena visivamente e narrativamente potente. E' lui forse il personaggio più immediatamente associabile a questa quarta stagione.


"Vecna, ovvero Uno, nessuno, centomila"


Diverso il discorso riguardante i personaggi della serie in generale. Il pugno di ragazzini che combatteva nelle prime stagione ha lasciato spazio ad un mini esercito fatto di ragazzi, adulti, americani, russi, membri dell'esercito, scienziati, spie...Il gruppo insomma è diventato piuttosto numeroso e di difficile gestione. Aggiungiamoci poi nuovi ingressi e personaggi messi molto più in primo piano rispetto al passato e le cose diventato ancora più complicate. Per un Eddie perfettamente inserito e sempre nel vivo delle vicende abbiamo invece un Jonathan quasi del tutto irrilevante, o un Will ridotto quasi solo a consolatore o motivatore del gruppo (e con "annunci" ancora da fare). Per un Argyle simpatico ma poco altro abbiamo uno Steve molto meno centrale e coinvolto. A tratti ci imbattiamo in personaggi interessanti e che hanno molto da raccontare ma altre volte assistiamo a situazioni già note e superflue che magari potevano essere evitate (la storia del diventare grandi che fa allontanare dai vecchi amici, sviscerata già ampiamente nella terza stagione, la cotta "di ritorno" di Steve per Nancy ecc)

Non tutti insomma sembrano gestiti alla perfezione e i tempi dilatati non hanno risolto il problema, a tratti forse lo hanno peggiorato, anche considerando il fatto che buona parte delle vicende sono ambientate in Russia e sono sostanzialmente per il 90% totalmente slegate da quanto accade in America a tutti gli altri personaggi. Qualche problemino di equilibrio tra le puntate insomma si nota, anche perché arrivati alla quarta stagione non tutto sembra più fresco ed originale come nei primi tempi e bisogna scontare qualche ripetizione di troppo. Se una puntata dura un'ora e mezza e una buona mezz'ora è dedicata ad eventi non certo fondamentali si rischia di far scemare l'interesse. Cinquanta minuti per una puntata erano più che sufficienti in buona sostanza. Perché di cose ottime ce ne sono ancora, non vale la pena di annacquarle senza motivo.


"Master of bat pets"


Stranger Things funziona insomma ancora, e decisamente bene, a tratti anche meglio che in passato, soprattutto quando si mettono da parte le pretese di voler chiudere tutte le questioni in sospeso e cercare un equilibrio (cosa che manca decisamente) e ci si lascia invece trasportare dalle immagini, dai suoni, le musiche, le emozioni. E' quello il cuore di Stranger Things. Perché ad alcuni di questi ragazzini ci siamo affezionati e il chilometrico finale (simile a quello infinito del Signore degli Anelli), quando alla fine la compagnia si ricongiunge e si riabbraccia dopo tanto tempo e le imprese epiche compiute, non può non emozionare ed essere accolto con sollievo. Anche se sappiamo che condurrà ad un falso lieto fine e ad un ennesimo cliffhanger. Vecna aspetta ancora nell'ombra e medita pazientemente il momento della vendetta.

Pro

- Musiche e fotografia da applausi
- Vecna è un villain molto ben costruito, visivamente e narrativamente
- Alcuni retroscena interessanti sulle stagioni passate

- La lunghezza delle puntate crea più di qualche lungaggine e momento superfluo
- Non tutti i personaggi sono gestiti benissimo, forse cominciano ad essere un po' troppi
- La divisione in due parti non equamente divise lascia qualche perplessità durante la visione e impedisce alla serie di raggiungere il pieno potenziale.

Voto 8

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