sabato 20 agosto 2022

Better Call Saul - Sesta stagione (2022)


Doveva essere un semplice spin-off/prequel di Breaking Bad. Una specie di contentino per coloro che erano rimasti traumatizzati dalla fine dell'epopea di Walter White. Perché in fondo Saul Goodman in quel cult di Vince Gilligan sostanzialmente svolgeva il compito di comic relief, colui che irrompeva sulla scena e spostava momentaneamente il telefilm sui binari della commedia. Era l'attimo di leggerezza della serie.
Better Call Saul era quindi destinato ad essere un prodotto minore insomma, troppo legato a doppio filo con la serie madre per raccoglierne il testimone e dire qualcosa di originale, e con un protagonista più "giullare", meno introspettivo, meno cupo, con una trama poi che doveva fare da semplice raccordo ad un piccolo pezzo di storia di Breaking Bad. Oppure no? 
Niente di più sbagliato.
Better Call Saul non solo si è rivelata una serie profonda, sfaccettata, a suo modo innovativa e geniale, che è riuscita non solo a raccogliere l'eredità di un mostro sacro come Breaking Bad ma per alcuni perfino l'ha superato.

"Il sogno di una vita: essere un famoso avvocato di grido: lasciato dalla moglie, dagli amici, pieno di scheletri nell'armadio e braccato dai criminali. Ne ho fatta di strada Chuck"


Se dalle primissime puntate era ancora poco percettibile, nel corso delle stagioni Gilligan e Gould hanno cominciato sempre più ad inserire personaggi, situazioni, collegamenti, citazioni, rimandi a Breaking Bad. Ad un certo punto è stato definitivamente chiaro: Better Call Saul non era una serie a se stante (impossibile capirla a fondo senza aver visto prima la serie madre) ma nemmeno un prequel puro. E' stata la continuazione di un universo, un aggregato di personaggi vecchi e nuovi che creavano qualcosa di ancora più compiuto. La chiusura di un cerchio che partiva dalla fine, poi tornava all'inizio e infine aggiungeva altro oltre la fine. Già dall'arrivo sulla scena di Mike, per poi arrivare a Gus o ai Salamanca, ogni personaggio veniva approfondito, scandagliato, ripensato. L'imperscrutabile Mike di Breaking Bad diventava allora qui l'ex poliziotto corrotto prestato al crimine, ma con una valigia piena di rimorsi ed una specie di morale, molto personale. Il glaciale Gus Fring ci viene qui mostrato nelle sue debolezze, nelle sconfitte e nelle rinunce che lo condurranno poi a trasformarsi nel mostro che conosciamo. E poi Saul. Saul Goodman, quel nome che già è emblematico, un gioco di parole che non te lo fa quasi prendere sul serio. Il suo modo di fare, da classico azzeccagarbugli, senza scrupoli e senza molto senso della misura. Beh, era ed è stato molto altro, tantissime altre persone nel corso della sua epopea. Una trasformazione? O forse è sempre stato se stesso fin dal principio, anche quando lo negava a se stesso? Forse in fondo Jimmy, il sottovalutato fratello minore dei McGill, è sempre stato fin dall'inizio uno che ambiva a stare nelle retrovie cercando allo stesso tempo di farsi costantemente notare. Un uomo poco interessato ai soldi o al potere, non ha mai costruito imperi come Walter White, Saul/Jimmy è sempre stato un uomo con un potere straordinario: riuscire con la sua parlantina ad entrare nella testa delle persone e far si che si fidassero di lui. Un potere devastante, che ha sempre sfruttato per far del male agli altri, spesso senza ottenere veri benefici ma per pura ripicca e soddisfazione personale (vedasi la triste vicenda di Howard). Altre volte ha usato questo suo potere per punire chi aveva fatto cose riprovevoli, a volte si è semplicemente salvato la pellaccia. Non un eroe insomma e nemmeno un vero e proprio cattivo. Walter White era ad esempio un personaggio affascinante ma assolutamente negativo, oscuro, votato all'autorealizzazione estrema. Saul invece è comunque un criminale, uno che di cose tremende ne ha fatte tante ma che allo stesso tempo ne è sempre stato consapevole. Semplicemente non poteva fare a meno di farle. Spesso ha provato (malamente) a rimediare, a costruire (peggio) qualcosa di positivo per poi ricadere nei soliti errori come fosse drogato di adrenalina, dal gusto del pericolo, eppure in cuore suo sempre convinto di poter in qualche modo cambiare o espiare le sue colpe.
Saul Goldman insomma è stato un personaggio dai mille volti e nomi eppure è stato sempre e solo se stesso. Non una vittima ma nemmeno un vero carnefice.



E che dire poi dei personaggi "nuovi" o quasi, quelli che in Breaking Bad neppure avevamo sentito nominare? Lo sfortunato e leale Nacho Varga, o lo spietato calcolatore Lalo (che conoscevamo solo "di fama" e invece qui impariamo a temere)? Oppure Kim, destinata ad essere presente soltanto nelle prime puntate e diventata poi col passare del tempo quasi una co-protagonista? Un avvocato idealista, intelligente, con una solida morale, che finisce poi per farsi trascinare nell'assurdo gioco di Saul, diventandone complice, collega, moglie. Perché in fondo affascinata dal brivido del pericolo. Ma capace comunque di tornare suoi suoi passi.
E' forse lei il personaggio che ha compiuto il percorso più importante della serie, perché creato ex novo, senza una solida base. E naturalmente oltre alla bravura di Gould e Gilligan il merito è anche di Rhea Seehorn, consacrata proprio da questa serie tanto da diventarne poi anche regista in alcune puntate.


"Ma quale Lalo. Ho paura di qualcosa di più importante: la serie sta finendo"


Ma Better Call Saul è stato anche altro. E' stata l'ennesima dimostrazione della genialità di Vince Gilligan, qui coadiuvato da Peter Gould. Qui il suo gusto inconfondibile, l'ossessione per il dettaglio, per l'inquadratura stravagante, la sua costante ricerca della costruzione della tensione, il suo giocare con le attese dello spettatore e poi distruggerle hanno avuto la sua massima espressione. Più che in Breaking Bad, Grazie anche ad una maggiore consapevolezza e alla possibilità di sfruttare un microcosmo già esistente (quante volte lo spettatore si è ritrovato a pensare ad errori di continuità per poi essere smentito con una genialata appena una puntata dopo?). Better Call Saul ha forse reso definitivamente evanescente quel confine tra cinema d'autore e serie TV, consacrando queste ultime come vere protagoniste.
Uno stile così particolare e peculiare che forse è l'unico telefilm che guardavi con gusto anche se in una puntata non accadeva di fatto nulla e la trama non evolveva. La guardavi per il puro gusto di osservare cosa facevano i personaggi ai quali eri tanto affezionato. E non ti ci annoiavi mai. Un legal thriller, una serie drammatica, una commedia, una serie crime, Better Call Saul non è mai stato facilmente etichettabile, come il suo protagonista, così come non è mai stato sbilanciato, non ha mai perso smalto col passare delle stagioni, ogni puntata, anche quella apparentemente insignificante ha costruito un percorso coerente fino all'ultima stagione, fino all'ultima puntata (così come per Breaking Bad può fregiarsi del merito di chiudersi in maniera perfetta, senza strafare, senza indispettire ma neppure compiacere).


"Quel video? Ma signora, come potrei essere io? Quello lì dice di chiamarsi Saul Goodman ma che diavolo di nome è?
 E poi non mi somiglia per niente, ha anche i capelli, perché ce li ha, non è un riporto"


Tante cose si potrebbero dire di Better Call Saul, tante altre, ma si correrebbe il rischio di diventare ridondanti ed eccessivamente enfatici, due parole assenti nel suo vocabolario . Magari non ha mai avuto un bacino di pubblico grosso quanto la serie madre, e non è mai stato davvero un fenomeno di massa, anche a causa del suo già citato stile difficilmente catalogabile e più "di nicchia", ma è riuscita in un'impresa quasi impossibile: superare il maestro, per certi versi. La chiusura di Better Call Saul rappresenta, comunque la si veda la chiusura di un'epoca e di un modo di fare televisione. Forse resterà insuperata, o magari chissá, Gilligan riuscirá ad inventarsi un'ennesima e riuscita sortita in quell'universo o in altri creati da zero dalla sua folle mente. Per ora non possiamo che dire che tutto ciò che abbiamo visto It's all good man.

Pro

- Regia, recitazione, fotografia allo stato dell'arte
- Personaggi carismatici e indimenticabili
- Chiusura impeccabile

Contro

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Voto alla stagione 9
Voto alla serie 9

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