Aberrazioni di questo calcio moderno, sempre più prono agli arabi, che piazzano improponibili mondiali invernali, a cui per ironia della sorte la nostra nazionale non parteciperà neppure, ma che ci obbligano a iniziare la sera di ferragosto e addirittura per ultimi. Con una squadra ancora in divenire e piena zeppa di infortunati, col mercato ancora aperto tra gente che va e gente che viene.
Manco a dirlo, ecco che la partenza non sembra delle migliori. Gli oscuri presagi parevano palesarsi ancora una volta. In più, pronti via, dobbiamo subito fare i conti con il rigore negatoci più veloce della storia, dopo circa 40 secondi. Un rigore che sarà bellamente dimenticato da tutti, con l’allenatore del Sassuolo che troverà invece da ridire su quello concesso a Vlahovic, netto anche quello. Che tanto è sempre un evergreen lamentarsi a senso unico contro di noi e anche di fronte a rigori solari.
Partiti la sera tardi ma ancora assonnati, dobbiamo ringraziare che Perin è già bello sveglio. In più di una occasione si fa trovare pronto e reattivo. Aggregatosi all’ultimo minuto al posto del collega Szczesny, restato a casa insieme a tutti gli altri infortunati, il secondo portiere fa il primo in tutti i sensi, anche tra gli altri undici in campo, a cui servirebbe proprio una sosta all’autogrill per riprendersi. Ecco l’occasione! Il cooling break. Una piccola pausa rinvigorente che permette ad Allegri di rinfrescare le idee al reparto difensivo. Così, una volta tornati in campo, riusciamo a concedere meno e a ripartire meglio.
Una volta innescato Di Maria, poi, per il Sassuolo è davvero finita. Gol, assist e doppietta mancata di pochi centimetri. Il suo collega Vlahovic gli fa da spalla e da finalizzatore, prendendosi invece lui la doppietta. Manca pero la tripletta, dimostrazione del fatto che ancora una volta ci siamo mangiati troppi gol, spesso anche peccando nel solito ultimo passaggio e scegliendo sempre l’uomo sbagliato con l’altro libero. Col triplo vantaggio e a quindici dalla fine, ci permettiamo anche il lusso di far turnazione mettendo in campo i giovani, come in una amichevole di agosto qualsiasi.
Ma veniamo alle dolenti note. L’uscita dal campo di Di Maria che si tocca la coscia rischia di far apparire questa come una vittoria di Pirro. L’infermeria già zeppa sembra un locale alla moda che continua ad attirare gente. Anche Zakaria è parso indeciso se unirsi o meno alla festa… che sta preparandoci il destino.
Il brutto del calcio d’Agosto è che nel bene e nel male non è ancora calcio, ma che anzi rischia di rovinare quello vero. Prima di pensare ad obbiettivi sideralmente lontani, dobbiamo quindi sperare di arrivarci tutti interi.
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