sabato 22 ottobre 2022

#serieA 22/23 11ª #JuventusEmpoli 4-0 – bene ma non ancora benissimo



Parlare di vittoria obbligata di questi tempi resta una richiesta presuntuosa. Tempi in cui la nostra Juve ci regala soltanto poche speranze e scarse certezze. Incontrare squadrette come Monza o Maccabi invece di essere occasioni di risalita diventano rovinosi baratri che si aprono sull’abisso. Ecco perchè vittorie come queste, per giunta il venerdì sera, regalano un weekend di respiro e tregua a noi tifosi più irriducibili. Ma se vi dicessi che ho visto qualcosa di nuovo vi mentirei. Utile di sicuro, positivo fors’anche, ma di nuovo pochissimo. E’ stata una serata atipica, questo si, in cui a tratti sembravamo essere stati sputati dal buco nero, in cui eravamo, verso un universo parallelo. Un universo in cui segna Kean e Rabiot fa doppietta.

Cosa si cela dietro questa vittoria? Come il lerciume sotto un bel tappeto, l’incapacità di ripartire bene dopo che siamo passati in vantaggio. Per non parlare di quando subiamo gol, quella è la nostra kriptonite. La nostra fortuna è stata quella di non subire il pareggio, per quanto ancora una volta ci fossimo applicati molto per farlo accadere, con le solite velenose perdite di palla Cuadrado style. Nel mondo parallelo in cui l’Empoli avesse pareggiato, molto probabilmente avremmo rivisto i nostri soliti demoni e bevuto il consueto veleno. E non si tratta ormai più solo di supposizioni, ma di dati statistici rilevantissimi.

Non a caso abbiamo iniziato a dominare davvero l’avversario e la partita soltanto dopo il raddoppio. Quando cioè abbiamo dovuto affrontare il problema opposto: lo scarso cinismo sotto porta. Alla fine i quattro gol fatti sono stati addirittura pochi, se confrontati con la quantità di occassioni avute.

La domanda è sempre la stessa, perchè la cattiveria e l’applicazione mostrate contro un avversario ormai alle corde come l’Empoli, non la mostriamo quando veniamo feriti? La risposta è semplice. Questa è una squadra altamente umorale, con scarsissimo orgoglio. Prende coraggio solo se si rende conto che può farlo. Sembra un paradosso in termini, ma è quello che succede a questa squadra. Non sa uscire dalle sofferenze e sa affrontare una gara solo se riesce a non prendere schiaffi. Quando gliene danno uno si deprime e si mette in un angolo a piangere.

L’altra ipotesi, un pochino più complottista, è quella che molti degli ammutinati, avendo perso la speranza di vedersi cacciare l’allenatore dalla società, cerchino di salvare le apparenze. Fosse così ci sarebbero ancora meno speranze di risalita.

Ad ogni modo la strada della redenzione è ancora lunga e non possiamo nemmeno dire di averla imboccata. Non se mancheranno la costanza è la capacità di vincere finalmente un big match per il quarto posto. Le parole di elogio in questo momento restano false e deleterie. Il debito è ben lungi da essere ripagato. Perdere con il Monza e il Maccabi non sono cose che si possono perdonare neppure dopo che vinci solo un derby e una partita contro l’Empoli. Serve molto di più di questi miseri anticipi.

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