Non a caso abbiamo iniziato a dominare davvero l’avversario e la partita soltanto dopo il raddoppio. Quando cioè abbiamo dovuto affrontare il problema opposto: lo scarso cinismo sotto porta. Alla fine i quattro gol fatti sono stati addirittura pochi, se confrontati con la quantità di occassioni avute.
La domanda è sempre la stessa, perchè la cattiveria e l’applicazione mostrate contro un avversario ormai alle corde come l’Empoli, non la mostriamo quando veniamo feriti? La risposta è semplice. Questa è una squadra altamente umorale, con scarsissimo orgoglio. Prende coraggio solo se si rende conto che può farlo. Sembra un paradosso in termini, ma è quello che succede a questa squadra. Non sa uscire dalle sofferenze e sa affrontare una gara solo se riesce a non prendere schiaffi. Quando gliene danno uno si deprime e si mette in un angolo a piangere.
L’altra ipotesi, un pochino più complottista, è quella che molti degli ammutinati, avendo perso la speranza di vedersi cacciare l’allenatore dalla società, cerchino di salvare le apparenze. Fosse così ci sarebbero ancora meno speranze di risalita.
Ad ogni modo la strada della redenzione è ancora lunga e non possiamo nemmeno dire di averla imboccata. Non se mancheranno la costanza è la capacità di vincere finalmente un big match per il quarto posto. Le parole di elogio in questo momento restano false e deleterie. Il debito è ben lungi da essere ripagato. Perdere con il Monza e il Maccabi non sono cose che si possono perdonare neppure dopo che vinci solo un derby e una partita contro l’Empoli. Serve molto di più di questi miseri anticipi.
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