Se ti chiedessero di nominare la serie TV più cervellotica degli ultimi anni probabilmente Dark finirebbe dritta sul podio, e probabilmente sul gradino più alto. Nessun altro telefilm ha saputo infatti trattare i misteri e i paradossi con un estremismo così insistito, tanto complesso che a volerne fare anche una sintesi della trama ne verrebbe comunque fuori un libro. Ma non si trattava di semplici arzigogoli fini a sé stessi: il puzzle costruito da Baran bo Odar e Jantje Friese era stato in grado di costruire una sua mitologia con delle regole precisissime ed efficaci, un meccanismo ad orologeria che riusciva abilmente a superare le falle di sceneggiatura e i buchi di trama (e tutti i fan delle opere basate sui viaggi nel tempo sanno quanto sia complesso). Un centro pieno insomma per una serie Netflix europea, cosa ancora meno banale. Forse Dark si può considerare la prima vera grande prova di forza in campo continentale all'interno del colosso di streaming.
Impossibile pensare quindi che gli autori di quel cult non ci riprovassero, magari addirittura aumentando la posta. Il risultato di questo nuovo sforzo produttivo, 1899, è ancora una volta una discesa nell'abisso dei contorsionismi cerebrali (in questo caso è proprio il cervello uno dei temi principali): una serie per certi versi ancora più magniloquente della precedente, anche grazie ad un utilizzo molto più efficace degli effetti speciali, a delle scenografie sontuose, ad un cast stavolta più "internazionale". Ma anche il succo è gustoso allo stesso modo? Oppure questa maggiore pompositá stavolta nasconde un contenuto molto più esile?
Per fortuna (almeno per gran parte delle sue 8 puntate) le attese sono state ben ripagate.
"Ma quella è...una casa, su una nave. Si certo, vi avevo promesso che vi avrei portati tutti a casa ma non intendevo in questo modo" |
1899 è ambientata, come da titolo, proprio nel 1899 e per la precisione su una nave: la Kerberos. Una nave che trasporta un migliaio di migranti da Londra agli Stati Uniti. Tra queste persone, come prevedibile, ve ne sono molte con dei segreti o che comunque compiono il viaggio verso gli Usa con dei fini all'inizio molto poco chiari. Qui si insinueranno insomma i primi dubbi dello spettatore: chi è chi? Cosa vuole fare? Quali sono i suoi reali fini?
Ma come avrete imparato giá con Dark questa si rivelerá soltanto la punta dell'iceberg (e qui non c'è nessun Titanic) di tutta la faccenda: il ritrovamento di una seconda nave, creduta scomparsa da mesi (la Prometeus, appartenente alla stessa compagnia), finirá per sconvolgere del tutto le vite del capitano e dei suoi passeggeri. E quando diciamo sconvolgere intendiamo in maniera radicale: il concerto di realtá, di spazio e e tempo cominceranno progressivamente a frantumarsi e a rivelare scenari molto vicini a certi romanzi di Philip Dick (quello di Ubik in particolare).
Se infatti Dark era una serie che si divertiva a pompare a dismisura e a decostruire tutto l'immaginario sui viaggi nel tempo, 1899 gioca col concetto di percezione. Cosa è reale e cosa invece è frutto di una nostra falsa interpretazione? Quella che stiamo vivendo è la nostra vera vita oppure è solo un'illusione in attesa di un futuro ritorno alla nostra vera esistenza? Finiranno per chiederselo un po' tutti i protagonisti della serie, ognuno guidato da sentimenti e ideali diversi (c'entra Dio? La scienza? E' tutto un sogno? E' l'inferno o il Purgatorio? Semplice malattia mentale?).
"Come è possibile che, pur essendo nel 1899, ieri mi veniva da canticchiare Child in Time dei Deep Purple?" |
Questo senso di smarrimento, di inadeguatezza (dei protagonisti e dello spettatore) è ottimamente rappresentato anche da una colonna sonora (apparentemente) anacronistica: i Jefferson Airplane, i Deep Purple, i Black Sabbath cosa c'entrano con una serie in costume ambientata nell'800? Sicuri che sia tutto come appare?
Un disorientamento costruito anche grazie all'utilizzo di uno spiccato simbolismo e da frasi ad effetto, veri e propri slogan in grado di stamparsi nella testa dello spettatore che continuerá a rimuginare continuamente sul loro vero significato. Ricordate il famoso "Sic Mundus Creatus est?" In Dark? Qui abbiamo "May your coffe kick in, before reality does” oppure "Ciò che è stato perduto sará ritrovato".
Avrete insomma di che scervellarvi anche in questo caso.
Forse a pensarci meglio però stavolta si ha la sensazione (ad oggi) che non tutto sia esattamente necessario, che ci sia un non so che di superfluo. Non tutti i personaggi appariranno ugualmente coinvolti nelle vicende e alcune storyline verranno lasciate un po' per strada. Col passare delle puntate alcuni "passeggeri" assumeranno sempre più importanza, un'importanza fondamentale, a scapito di altri che finiranno sullo sfondo diventando nelle puntate finali del tutto irrilevanti. Come se il loro vissuto divenisse del tutto superfluo o comunque un semplice costrutto. Un peccato visto che il maggior punto di forza di Dark era proprio quello di costruire una trama dove ogni personaggio era un tassello, una pedina fondamentale che faceva stare in piedi il tutto, seenza una sola di esse tutto il castello sarebbe crollato. Qui invece abbiamo 7/8/10 persone che inizialmente sembrano profondamente interconnesse, importanti, ma poi si riducono solo a 2/3, quelle in grado di tessere la tela dietro tutto e tutti.
Siamo però fiduciosi, conoscendo gli autori, sul fatto che verremo ancora una volta sviati e probabilmente queste resteranno solo impressioni spazzate via dalle successive stagioni (si, il finale non è autoconclusivo ma lascia il campo ad un seguito e i misteri da svelare sono ancora molti).
1899 conferma in definitiva le indubbie qualitá di due autori visionari, capaci di regalare un'altra opera in grado di stupire e appassionare come la precedente. Una fantascienza oscura, adulta e "spremimeningi" che è ormai un vero e proprio marchio di fabbrica del duo e che fará la gioia di chi vive a pane e Philip Dick.
PRO
- Un appassionante rompicapo
- Colonna sonora particolare ed efficace
- La regia costruisce scene e atmosfere tese e inquietanti, mentre la fotografia dipinge spesso veri e propri quadri oscuri
CONTRO
- Si ha la sensazione che alcune storyline siano superflue
- Non tutto il cast viene sfruttato secondo le premesse.
- Lascia tante questioni aperte che solo una seconda stagione (e tocca come al solito sperare che non ci siano intoppi che la impediscano) potrá risolvere.
Voto 8
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