Ci provano sempre col VAR, non c’è nulla da fare. Dopo il tradizionale pellegrinaggio al muro del pianto in settimana, ormai più millenario di quello per la Madonna dell’Incoronata, in cui Moratti ricordava i martiri del 1998 a.C. (avanti Calciopoli), con la loro proverbiale ipocrisia e faccia tosta, volevano confezionare un altro colpo a Torino, come quello dello scorso anno. Ma stavolta prendono due scoppole dalla Juve peggiore della storia, infarcita di giovani e di infortuni. Fossi in loro, dopo tutto questo, mi farei un po’ schifo.
Il primo tempo è stato il solito primo tempo di chi, rappezzata con lo scotch fisicamente e tecnicamente, bada più a non prenderle che a credere in una possibile vittoria. Nel primo tempo nessuno ci credeva che avremmo avuto delle chance di vittoria e nemmeno molti di noi sui divani. L’inesperienza dei giovani, volenterosi ma ingenui, si è fatta sentire e il pallino del gioco e delle occasioni sono rimaste in mano all’inter. Nel secondo tempo invece è venuto fuori il cuore, proprio grazie ai giovani. Il gol dà fiducia ad una squadra che all’improvviso ci crede. L’ho detto ormai fino alla noia di quanto questa sia una squadra altamente umorale. Di come riesca a vincere le partite solo se non prende gol. Non a caso siamo la migliore difesa della serie A ma siamo solo quinti in classifica. Avessimo preso gol anche ieri la partita sarebbe di sicuro finita per noi. Ecco perchè quel gol annullato poteva rappresentare una batosta non da poco.
Invece per una volta in due anni vien fuori l’orgoglio e per la prima volta in due anni vinciamo uno scontro diretto. Roba che ormai ci sembrava che non sarebbe più successo. Ma prima del raddoppio quel palo e tenerci sulle spine. Prima che il karma facesse il proprio dovere una volta tanto a nostro favore e ci restituisse qualcosa. Fagioli è il simbolo del nuovo che scalpita e vuole sfruttare l’occasione. Pur acerbi i giovani stanno dando voglia ad una squadra che ormai aveva perso ogni volontà di giocare ancora a calcio.
La Juve ormai è la cavia da laboratorio perfetta. Nessuna associazione di animalisti verrà a salvarci mai dal calcio italiano. Nessuno mai andrà in pellegrinaggio se le immagini spariscono (come contro la Salernitana) o se ti annullano un gol per tocco di mano, perchè la mano stessa è trattenuta dall’avversario. Troppo poco per darti il rigore ma se la tocchi di mano e va in porta non possono darti il gol. Ogni volta ci ritroviamo impantanati in un paradosso tutto italiano. In Europa loro giocano con le mani e il VAR quanto vogliono (contro il Barcellona) senza essere puniti, in Italia a noi annullano un gol del genere contro di loro. Poi se la loro VAR minimamente gli si ritorce contro, tirano fuori la filosofia del VAR che non può intervenire, come all’andato dello scorso anno. Non sia mai che il VAR, strumento post-calciopoli inventato per fermarci, si ribelli contro il proprio creatore morale.
Ecco perchè una vittoria del genere prevarica anche la condizione attuale di classifica e diventa una gioia che non si assaporava da tempo ormai. La vittoria della veritá contro l'ipocrisia. La vittoria sulla presunzione di chi si crede tanto migliore, ma con una rosa più competitiva e completa della nostra è per il momento sotto di noi in classifica. Un sorpasso in classifica che comunque aggiunge poco al nostro futuro. Adesso infatti dobbiamo avere l’umiltà di vivere alla giornata e di non dimenticare mai i nostri attuali limiti, perchè solo così possiamo sperare di superarli.
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