lunedì 13 maggio 2024

Serie A 23/24 – 36ª Juventus 1-1 Salernitana – Per champions ricevuta


Inizio con un accorato appello dal desiderio utopistico: mercoledì restate a Torino. Risparmiateci la ciliegina esplosiva o tornerete a casa piangendo, "pulendovi le lacrime con le mutande" (cit. Nati con la camicia)

Dato che, con questa squadra, una parola è troppo e due sono poche, non mi va di perdere troppo tempo in analisi. Stiamo parlando di 15 punti in 15 partite e un pareggio in casa, sul finale, contro l'ultima già retrocessa, quando sai che la vittoria ti porta in Champions. Punto. Di fronte a questi numeri, il resto sono sole chiacchiere morte e arrampicate sugli specchi. Come quelle di Allegri, a cui andrebbe il premio faccia da culo, da dividere con chi continua a difenderlo solo per partito preso, proprio come prima lo si attaccava per lo stesso cieco motivo. Anche nel tifo siamo alla legge del contrappasso. Un tifo ormai ridotto a tifare se stesso, attaccato al più cieco opportunismo di curva e fondamentalismo da divano. 

Vabbè cito solo la frase "queste sono gare difficili", frasi tra le più false che ci siano, peggio dei ragionamenti sui pacchi ad Affari Tuoi. Qui è la somma che fa il totale; e il totale è la più completa svogliatezza e l'assoluta mancanza di voglia di andare avanti. Questa è eutanasia sportiva. Una partita si può sbagliare contro chiunque, ma qui non si parla di una partita isolata, anche la più apparecchiata possibile. Qui non si parla di sfortuna, dei pali e delle traverse, qui si parla di sistematica incapacità di segnare e anche solo di creare le premesse per il gol. Qui si parla di un'intero girone giocato in lotta salvezza, chiuso nella classica partita salvezza.

Capisco che il calcio sia un mondo irrazionale, ma quando è troppo è troppo. Nella vita si dovrebbe ad un certo punto fermarsi, tacere e ammettere che la situazione è sfuggita di mano. Solo la coscienza di sé porta alla salvezza. Questa società dovrebbe frequentare qualche ritiro degli incompetenti anonimi e iniziare un serio percorso di riabilitazione. Attaccarsi a vecchi stili, ormai morti ammazzati, in uffici polverosi pieni di burocrati, che badano più ai risultati economici che a quelli sportivi, è una grandissima ipocrisia. Le società che lottano per la retrocessione cacciano i propri allenatori. Bisogna prendere coscienza di questo una volta per tutte. Ogni squadra deve comportarsi in base la classifica che le compete.

Questa juve gioca a fare la JUVE e fallisce miseramente. Dalla presidenza ai raccattapalle. Dall'allenatore ai giocatori. Dai giornalisti pro e contro Max alle curve ridotte a circoli politici di paese. Siamo una tabula rasa elettrificata. Manca la basilare, e seppur minima, assunzione di responsabilità sulla situazione, da parte di chiunque. Siamo il perfetto specchio di questa Italia, che via FIGC continua a mandarci questi arbitrucoli, che dopo simulazioni del genere non mettono mano al cartellino giallo (che farsa!), ma che sono anche troppo solerti a fischiarci fallo e ammonirci per qualsiasi cosa. Poiché tutto alla fine sarà gettato nell'indifferenziata, senza riciclo alcuno.

E nessuna luce è ancora lontanamente visibile alla fine di questo lungo tunnel. Cacciare l'allenatore è una mossa obbligata, per qualsiasi società professionista minimamente seria, ma non sarà sufficiente a risolvere la miriade di problemi che il prossimo erediterà. Questa è una squadra che va ricostruita, non ristrutturata. Qui serve una palla da demolizione. Il che significa che il prossimo anno sarà anche peggio di questo. Le scorie dell'allegrismo ce le sentiremo risbattere in faccia da chi non ha ancora capito che Allegri è uno dei problemi di questa squadra ma, purtroppo non l'unico. 

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