Guardare una puntata di Slow Horses è come assistere a combattimenti tra animali, in uno zoo. Ci sono i cani: membri qualificati dell'MI5, che hanno un posto rilevante nei servizi segreti e marcano il territorio con metodi aggressivi e privi di grossi scrupoli. Abbiamo poi conosciuto nelle prime due stagioni i ronzini: un gruppo male assortito di "perdenti", gente messa da parte perchè inaffidabile (causa dipendenze o errori gravi nell'adempimento delle loro funzioni) o che ha perso il treno per la gloria e sta in disparte, in attesa della grande occasione che non arriva mai. Questo gruppo di reietti è guidato da Jackson Lamb (Lamb= agnello), direttore petomane, dedito al continuo turpiloquio e fan del mobbing sul lavoro.
A questi si aggiungono come gruppo rilevante in questa stagione le "tigri": una organizzazione privata che proverà a scardinare gli equilibri in gioco. Ogni gruppo insomma è identificato con un calzante nome di animale, e come tale tende a comportarsi, in un continuo alterarsi di scaramucce e baruffe, che aumentano sempre più di livello.
La trama anche qui è apparentemente semplice: Catherine Standish, la "bibliotecaria" del "pantano" viene rapita da questa misteriosa organizzazione: il Tiger Team. I nostri (anti) eroi dovranno quindi adoperarsi, ognuno con i propri metodi (e spesso con esiti tra l'imbarazzante e il geniale), per cercare di liberarla. Ma chi sono queste Tigri in realtá? Il rapimento è davvero un rapimento o c'è sotto dell'altro? Forse è tutto solo e semplicemente un gioco di potere, per il quale ci vanno poi di mezzo le singole persone, che vengono manovrate come pedine o sacrificate senza troppi scrupoli.
Ancora una volta però i "ronzini" sapranno andare oltre le (scarsissime) attese dei loro colleghi e trasformeranno il tutto in una lotta fratricida senza esclusione di colpi (in tutti i sensi).
La trama di questa stagione segue i classici meccanismi delle serie spionistiche, tuttavia riesce ad imbastire un plot che, pur non stupendo per originalità, non rinuncia ai colpi di scena e ai cambi di prospettiva, grazie soprattutto alla caratterizzazione dei personaggi. In un certo senso si può dire che se Fargo fosse una spy story sarebbe esattamente così. Su tutti spicca un grandissimo Gary Oldman che ci offre un personaggio continuamente in bilico tra il rivoltante, il simpatico e il geniale. Ogni frase che dice, anche la più stupida, risulta memorabile e i continui battibecchi con la direttrice Taverner (un'altra rediviva: Kristin Scott Thomas) sono un classico del telefilm. Fa strano pensare al suo annuncio di ritiro dalle scene una volta finita la serie. Ma magari ci ripenserà, non si è mai troppo "vecchi" per recitare.
Gli altri "slow horses" sono i giá noti River Cartwright (agente preparato ma incline a cacciarsi nei guai e a non interpretare i segnali sempre al meglio), Louisa Guy, ancora "in lutto" per la perdita di Min Harper, "gratta e sniffa" (come li chiama Lamb): due giovani agenti con piccoli problemi di dipendenze facilmente intuibili e il viscido e irritante Ho, un hacker con poca voglia di lavorare. Ognuno di loro fa decisamente poco per farsi amare e risulta, a suo modo, respingente, ma alla fine non si può fare a meno di affezionarcisi. Come fossero degli animali appunto.
"Non sarà mica una trappola" "Naaa, l'omone grosso, pieno di tatuaggi e con una cicatrice sulla guancia mi ha assicurato che qui avremmo trovato quello che cerchiamo" |
Slow Horses nella sua terza stagione si conferma insomma una delle migliori serie spionistiche in circolazione. Veloce, senza tempi morti, decisamente irriverente e dissacrante, non rinuncia per un attimo al sarcasmo quando manca l'azione. E' una sorta di parodia del genere ma che non se ne discosta mai, nemmeno per un attimo. Sta un po' come Deadpool agli altri film sui supereroi. Ma soprattutto è recitata benissimo.
PRO
- Gary Oldman eccezionale, ma tutto il cast in generale è ottimo
- Non si prende mai troppo sul serio ed è costantemente ripiena di un umorismo dissacrante e scorretto
- La trama rispetto alle prime 2 stagioni è ancora più avvincente
CONTRO
- Se cercate un prodotto più classico e "serio" non fa per voi
- I personaggi e il loro essere respingenti non piacerà a tutti.
- 6 puntate continuano ad essere poche
Voto 8+
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