Le serie coreane, capeggiate da Squid Game, hanno letteralmente invaso Netflix negli ultimi anni, diventando fenomeni di massa capaci di generare meme e discussioni infinite. Come dicevamo però nella recensione dedicata alla serie di Hwang Dong-hyuk, c'era molto poco di originale in quella proposta, che si rifaceva fortissimamente a tantissimi film e telefilm venuti prima, ma soprattutto al famosissimo Takeshi's Castle (che qui da noi diede vita a Mai Dire Banzai). Si trattava di un misto tra survival game, critica sociale e qualche scena splatter particolarmente cruenta. Senza andare troppo a ritroso però, solo qualche mese prima di Squid Game era giunta su Netflix Alice in Borderland, una serie giapponese che di fatto presentava giá le stesse caratteristiche distintive. Eppure non ha generato lo stesso tam tam. Perchè? A volte forse alcune serie semplicemente escono nel momento giusto, in periodi di magra, quando devono battagliare con una concorrenza poco spietata. Oppure trovano un personaggio famoso che se ne innamora e che ne pubblicizza la visione, o a volte la serie imbrocca un paio di scene iconiche che diventano dei tormentoni. Chi lo sa? Eppure Alice in Borderland non aveva poi molto da invidiare, se non forse la sottile critica sociale alla tipica cultura coreana.
☰
Visualizzazione post con etichetta Giappone. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Giappone. Mostra tutti i post
mercoledì 26 aprile 2023
Alice in Borderland - serie TV (2020-2022)
Posted by
Napoleone Wilson
Le serie coreane, capeggiate da Squid Game, hanno letteralmente invaso Netflix negli ultimi anni, diventando fenomeni di massa capaci di generare meme e discussioni infinite. Come dicevamo però nella recensione dedicata alla serie di Hwang Dong-hyuk, c'era molto poco di originale in quella proposta, che si rifaceva fortissimamente a tantissimi film e telefilm venuti prima, ma soprattutto al famosissimo Takeshi's Castle (che qui da noi diede vita a Mai Dire Banzai). Si trattava di un misto tra survival game, critica sociale e qualche scena splatter particolarmente cruenta. Senza andare troppo a ritroso però, solo qualche mese prima di Squid Game era giunta su Netflix Alice in Borderland, una serie giapponese che di fatto presentava giá le stesse caratteristiche distintive. Eppure non ha generato lo stesso tam tam. Perchè? A volte forse alcune serie semplicemente escono nel momento giusto, in periodi di magra, quando devono battagliare con una concorrenza poco spietata. Oppure trovano un personaggio famoso che se ne innamora e che ne pubblicizza la visione, o a volte la serie imbrocca un paio di scene iconiche che diventano dei tormentoni. Chi lo sa? Eppure Alice in Borderland non aveva poi molto da invidiare, se non forse la sottile critica sociale alla tipica cultura coreana.
Labels:
Alice in Borderlands,
azione,
Fantascienza,
Giappone,
Horror,
manga,
Netflix
martedì 3 luglio 2018
#RUSSIA2018 - Ottavi di finale ( #BRA v #MES #BEL v #GIA) - Harakiri
Posted by
Napoleone Wilson
Brasile-Messico 2-0
I verdeoro finora si erano dimostrati l'unica big che (a parte un piccolo incidente di percorso) non aveva deluso e si sono confermati tali anche in questi ottavi. In un mondiale nel quale altre nazionali regalano difese ballerine e tiki taka senza costrutto i brasiliani sembrano invece (in barba al loro passato) poco in vena di calcio champagne e più concreti. Il Messico va al massimo e a gonfie vele per 20 minuti, poi comincia a catenacciare e il Brasile prende campo impensierendo sempre di più il portiere centroamericano. Un salvataggio di qua uno di là, Ocio sono minuti preziosi e infatti su un tiro-cross spunta Neymar giusto sulla linea di porta e porta in vantaggio i brasiliani. "Proprio lui, cezzionale" continua a risultare decisivo, sia con le solite sceneggiate da telenovelas brasiliane, sia con le solite giocate di classe: grazie ad una di queste arriva il goal del k.o. Firmato Firmino. A questo punto temiamo davvero che tra i due litiganti (Ronaldo e Messi) il terzo goda e chissà potrebbe arrivare in quel caso pure il pallone d'oro a consacrarne definitivamente lo sbruffonissimo talento.
Belgio-Giappone 3-2
Finalmente è arrivata, la partita che tutti stavamo aspettando, l'atteso match che vedeva sfidarsi Lukaku e Kagawa e puntualmente entrambi hanno tenuto fede al loro nome con le loro prestazioni, lasciando il palcoscenico ad altri.
Non pareva vero ai samurai, a 20 dalla fine erano in vantaggio 2-0 contro un Belgio come al solito vanitoso e raccapricciante dietro, poi nei minuti finali il seppuku. Tutto arriva quasi per caso più che per reale convinzione: all'improvviso Vetonghen colpisce di testa dalla fascia, non ci capisce cosa volesse fare ma la palla decide incredibilmente di prendere un effetto "a pallonetto" e finire in rete. il portiere giapponese si impaurisce, va in bambola, su ogni cross sembra andare a farfalle. Ed è proprio un altro cross a beffare i giapponesi, stavolta su azione da manuale segna Fellaini di parrucca, si esatto, proprio Fellaini e se ti fai segnare pure da lui vuol dire che non sei in serata. Ma tutto sommato i giapponesi sembrano riuscire a tenere almeno il pari per i supplementari, così sembrerebbe, battono pure un corner in pieno recupero. Proprio da quel corner gestito malissimo nasce però il contropiede che regala goal e qualificazione ai belgesi...belgiani...belgi. Il marcatore Chad Li, che scritto staccato pare quasi cinese. Belgio ai quarti contro il Brasile.
I Giapponesi invece finiscono di festeggiare, puliscono tutto e vanno a dormire.
venerdì 29 giugno 2018
#RUSSIA2018 - GIORNATA 15 - Paradossi gialli
Posted by
Napoleone Wilson
Ultima giornata dei gironi e clamorosa qualificazione dei giapponesi grazie al fair play. La Colombia batte ed elimina il Senegal mentre Belgio-Inghilterra che si preannunciava spettacolare ha regalato solo sbadigli. Panama-Tunisia...boh.
1) Il giallo dei gialli
Si può dire che era destino: non era mai successo che una squadra passasse il girone a scapito di un'altra solo grazie al fair play e beh, quale squadra migliore di loro poteva inaugurare questa prima volta? In pratica i gialli del Giappone passano il turno grazie al minor numero di gialli rispetto al Senegal, un piccolo paradosso. Altro piccolo paradosso è il fatto che nel finale i giapponesi perdessero tempo e giocassero a 2 all'ora cercando di conservare la preziosa "sconfitta": un fallo di troppo o un goal subito di troppo potevano essere fatali infatti. Ecco quindi che la squadra che passa grazie al fair play finisce fischiata per mancanza di fair play.
2) La Colombia della pace
Pure loro sono gialli, anche se solo di maglia, però riescono a passare lo stesso. I colombiani (che speriamo non festeggino con la consueta dose di morti assurde dopo ogni vittoria) hanno la meglio su un Senegal volenteroso ma poco concreto grazie a una Mina a 15 minuti dalla fine. Cuadrado è apparso appannato e James si è infortunato ma per il momento il passaggio è arrivato. Poi si vedrà, James n'coppa James Ja', funiculì funiculà.
3) Una vittoria di Pirla
Si confermano Pollonia: arrivati a questi mondiali con qualche ambizione riescono invece a vincere l'unica partita inutile. Davvero paradossale vedere gli avversari che stanno perdendo contro di loro fare melina. Evitano lo zero nella casella dei punti ma c'è poco da festeggiare: Lewa saluta la competizione con 0 goal fatti e in generale i polacchi sono parsi davvero poca cosa. Chissà forse la colpa è del fatto di aver schierato troppi "italiani", della mancanza di amalgama, o semplicemente del fatto che erano più scarsi di quanto si pensava.
4) Vincere o non vincere? Questo è il problema
La lotta per il primato del girone era influenzata da due fattori: il primo il fair play (con un pari probabilmente sarebbe andata a finire come nel pomeriggio per decidere chi passava come prima), il secondo un primato che avrebbe consegnato però la parte più dura del girone. Due fattori che ci hanno regalato un primo tempo squallido e noioso, con due squadre che pensavano ad altro. Nella ripresa qualche bagliore, soprattutto grazie al gran goal di "Jonunzaj" (lo so invece chi è), ma in generale c'era grossa aria di scansamento da parte di entrambe le formazioni.
5) Chi ha giocato?
Partita che probabilmente tutti avranno dimenticato dopo 2 secondi dal fischio finale. In contemporanea davano Inghilterra-Belgio, ci chiediamo chi siano quegli stoici che invece in barba a tutte le convenzioni hanno deciso di farsi del male (Inghilterra-Belgio però non è che sia stata tutto sto granchè) guardando questa partita. Che dire? Nulla, non l'abbiamo vista, sappiamo che Panama ha chiuso come previsto a 0 punti, tant'è
Labels:
Belgio,
Calcio,
Colombia,
fair play,
gialli,
Giappone,
Inghilterra,
Mondiali,
Russia 2018
mercoledì 20 giugno 2018
#RUSSIA2018 - GIORNATA 6 - Russians
Posted by
Napoleone Wilson
Continuano le sorprese in un mondiale finora piuttosto anomalo: gironi più equilibrati di quanto previsto, altri invece già chiusi con primati indiscutibili di nazionali sulla carta non certo fenomenali. Così, ridendo e scherzando, si entra nel secondo turno dei gironi, dove le cose cominciano a farsi più serie.
1) La mano de San (chez)
La Colombia è una di quelle nazionali di seconda fascia che sembra sempre poter fare grandi cose ma spesso si perde in un bicchiere d'acqua, o in una tazza di caffè. Una compagine che può schierare giocatori come Cuadrado, James Rodriguez, Falcao non può essere considerata di certo una cenerentola. Ecco però che spesso dove arrivano le gambe non arriva la testa: col Giappone dopo 3 minuti restano in 10 per una "parata" di Sanchez, la prima espulsione finora del torneo, espulsione che narco(s)tizza la partita e permette al Giappone (nonostante il pari momentaneo subito) di gestire la partita e il possesso palla. Vorranno restare fedeli alla loro nomea di "cattivi" ma vedere tanto talento sprecato è sempre un peccato.
2) Big in Japan
Mai dire Banzai ma anche mai dire mai. Il Giappone dato alla vigilia come quasi sicura ultima nel suo girone approfitta della follia colombiana per mettere in kashina 3 punticini preziosi. E così se Kagawa (la battuta a doppio senso di quel tipo l'ho fatta ieri e non la faccio ma ogni volta che leggo il suo nome, fosse anche 100 volte, il pensiero va fisso lì) viene raggiunto da Quintero, nella ripresa il Giappone continua a spingere fino a quando a 15 minuti dalla fine la spunta. Tra le due ha vinto chi ha Osako di più
3) Pollo(nia)
Secondo k.o. in due gare per una Polonia molto "italiana" (e di questi periodi avere a che fare con l'Italia calcistica porta una certa sfiga si sa): tra Szczesny, Cionek, Zielinski, Milik e l'ex Blaszczykowski si può dire che mezza squadra bazzica nel campionato italiano o ha avuto a che fare di recente con esso. E si vede: il primo goal del SEGHEnal è frutto di una paperazza di Cionek che con un autogoal clamoroso porta in vantaggio gli avversari, di lì in poi gli africani prendono coraggio e perfino uno come Niang riesce a diventare decisivo mentre la Polonia con questa sconfitta forse si Lewa definitivamente di torno.
4) Walk like an Egyptian
Un Egitto anonimo e praticamente già fuori da questi mondiali è comunque una notizia. Va bene che Salah era acciaccato ed in pessime condizioni, però qualcosina di più era lecito aspettarsi. Invece i Salah boys sembrano poco dinamici, senza idee, ballerini in difesa. I sahariani si sono persi nella steppa.
5) Mother Russia poetry majestic tells the time of a great empire
Diciamo che nei mondiali la nazionale di casa ha sempre una corsia privilegiata (di solito capita casualmente in gironi non così ostici diciamo) e ha spesso arbitraggi piuttosto casalinghi. Nessuno però si aspettava una Russia in così grande spolvero. Tra la rivelazione Gol(ovin), CHERY(shev), Dzjuba(la)...sfornano prestazioni di alto livello e goal a raffica. Sono la vera rivelazione del torneo e si qualificano per la prima volta agli ottavi. Vedremo se si confermeranno pure contro l'Uru(guay)
martedì 17 marzo 2015
YATTAMAN - Takashi Miike [recuperafilm]
Posted by
Snake Plissken
Giappone 2009 |
Per quelli della mia generazione, cresciuti a pane (Nutella) e cartoni animati giapponesi, Yattaman rappresenta uno dei must, se non la summa, di quell'universo parallelo che agli occhi di un bimbo era (come se fosse davvero così) il vero volto del Giappone. La nazione nipponica è sempre stata (per noi italiani sugli 'enta) la vera sede di Cartoonia, più di quanto non lo fosse quella statunitense di Roger Rabbit. Yattaman è il cartone che meglio sintetizza tutte le maggiori componenti degli Anime giapponesi. Un'insalata di escatologie mitologiche orientali farcite di tecnologia robotica, autoironia, eroismo orientale e erotismo latente. E chissa quanti hanno ambito un posto da netturbino, solo per poterli emulare.
Labels:
Cinema,
Giappone,
recuperafilm,
Takashi Miike
Iscriviti a:
Post (Atom)