Caceres C’è, battesimo del fuoco nella tana del diavolo per il neo-tornato Martin Caceres, che sigla uno splendido gol da fuori area. Una vittoria con stile, quella della Juve stasera, e sulla panchina milanista c’è poco da stare Allegri. Perchè se il Milan avrà anche un suo stile, questo di certo non appartiene al suo allenatore, che dopo aver mal digerito i favori del pronostico che gli aveva dato Conte per il campionato, continua nella sua guerra psicologica affermando: “La Juve protesta contro l’arbitro? Il Milan ha un altro stile”. Certo! Quello stile che ha mostrato lui facendosi espellere contro il Napoli, per cosa? per protesta contro l’arbitro. Non ci vuole Platone per capire quando questo sia poco logico.
In verità l’acciuga inizia ad aver paura. Paura di perdere il posto a Giugno. All’inizio pensava sarebbe stato tutto facile (si rivedano le sue interviste) che non ci sarebbero stati avversari fastidiosi. Ora invece ha paura che la sua armata possa uscire a mani vuote dalla stagione, anche ad opera di chi come la Juve proprio non poteva infastidire nessuno, alla luce dei suoi due anni catastrofici.
Da parte nostra sappiamo di non aver ancora vinto nulla. Che è ancora troppo presto anche per la qualificazione. Certo aver fatto due gol a Milano e un buon biglietto di ritorno, ma solo con l’umiltà si può andare avanti. Lo si è visto ancora una volta oggi. Juve tutta cuore ma Juve troppo cuore (poca cattiveria). C’è sempre quella paura di osare, o quella frenesia che ti fa dimenticare indietro il pallone. Il Milan gioca male ma si affida sui singoli, Ibra in primis, che in un paio di occasioni, giusto quelle che è riuscito ad estorcerci, sembra essere in grado di poter portare a segno il colpaccio col minimissimo sforzo. Qualcuno l’ha già definito il classico italiano ma, viste le due squadre di stasera, siamo ancora anni luce dal clasico spagnolo.
Meno male che Caceres c’è. E lui che arriva dove gli altri non arrivano (sul primo gol) e che osa dove altri non osano (tiro da fuori area e secondo gol). Male invece l’altro acquisto d’inverno, l’Amauri coi capelli corti, ex di turno, Borriello. Finora ancora lontano dal far ricredere i mugugni della tifoseria. Il suo gridare a lupo a lupo per ogni contatto alla fine ci costerà un rigore non dato per sfiducia all’uomo.
La prima e nostra, ora il replay in campionato, prima di rivederci a Torino e tentare di conquistare la marcia su Roma.
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