venerdì 1 febbraio 2013

LOOPER - di Rian Johnson

La tematica dei viaggi nel tempo e dei paradossi temporali è sempre interessante e la cinematografia fantascientifica è piena di film cult che hanno saputo giocare al meglio con questo argomento: prendiamo l'Esercito delle 12 scimmie, o Terminator o Ritorno al futuro.

I viaggi nel tempo però sono allo stesso tempo una bella gatta da pelare: difficile costruire un film basato sul paradosso ma che rimanga coerente a se stesso, con le sue regole, che permetta la cosiddetta "sospensione dell'incredulità".

Essendo un appassionato di questo sottogenere della fantascienza devo dire che attendevo Looper con un certo interesse. Interesse ripagato? Si e no.
In un futuro non troppo lontano gli omicidi sono più "complicati" da commettere, per questo un organizzazione criminale (i viaggi nel tempo sono illegali) rispedisce indietro di 30 anni le persone che vuole eliminare, laddove un killer affiliato all'organizzazione si prende in carico di commettere l'omicidio.
In questo modo non c'è nessun cadavere e allo stesso tempo non è possibile risalire all'assassino, il crimine perfetto.

Il problema però nasce quando la vittima e il carnefice sono la stessa persona: l'assassino prende una lauta paga e chiude il suo loop, sapendo che potrà godersi una lauta pensione per 30 anni fino a che...
Il protagonista del film è uno dei killer che si prendono in carico di ammazzare coloro che vengono spediti dal futuro e allo stesso tempo è il se stesso del futuro che non ci sta ad essere ammazzato da se stesso nel passato, perché dopo tanti anni di vita sprecata ha finalmente trovato in sua moglie un motivo per vivere.
Premessa ambiziosetta e allo stesso tempo complicata anche se non troppo, che riesce bene a trasmettere su pellicola le classiche situazioni paradossali da viaggio nel tempo: riusciremmo a uccidere Hitler se lo incontrassimo da bambino? Se incontrassimo noi stessi nel futuro (o nel passato) come reagiremmo? Il vecchio vedrebbe nel giovane se stesso una specie di vecchio amico e vorrebbe dargli dei consigli, quasi paterni, per migliorare la situazione, ma il giovane vedrebbe davanti a se solo un vecchio che vuole intromettersi nella sua vita, un estraneo che vuole condizionarlo e fargli fare qualcosa che lui non vuole fare.
Tutte riflessioni e domande interessanti che mantengono la tensione ed aiutano a riflettere. 

Il problema però nasce dopo, quando si devono tirare le fila, quando bisogna costruirci su una conclusione se non priva di difetti o paradossi, quantomeno coerente. E' qui che purtroppo Looper fallisce: per buona parte della seconda metà il film, tiene il piede in due scarpe, non spiegando il perché di certe scelte, poi però nel finale non solo cerca di "spiegare tutto" ma lo fa male, oltre a farlo con un deux ex machina lo fa con un deus ex machina che nasce da premesse sbagliate e incoerenti: quante linee temporali ci sono nel film? Una si potrebbe dire (le scelte del passato influenzano irrimediabilmente sul futuro) ma allo stesso tempo potrebbero essercene di più (ci sono dei "cambiamenti", degli stravolgimenti rispetto alla linea temporale "standard").
Il finale quindi oltre ad essere un paradosso è incoerente con le regole del film, è incoerente oltre che paradossale. A questo errore di fondo ha contribuito anche il regista che interpellato sulle molte incongruenze ha risposto nicchiando, trincerandosi dietro il caro vecchio "perché è così, è un film sui viaggi nel tempo, ci devono essere dei paradossi inspiegabili". Eh no, caro Rian Johnson, la sospensione di incredulità è possibile solo se mi metti dei paletti, delle regole che funzionano nel mondo creato all'interno del film, non puoi dire "non tutto deve essere coerente" se è proprio la premessa principale a non esserlo, non puoi cercare di fare un film fantascientifico "complesso" e poi venire al dunque con un "in fondo è un film d'azione, non prendetelo sul serio".

Looper insomma sarebbe un bel film, un quasi cult che si perde alla fine in un bicchiere d'acqua risultando un progetto ambizioso più sulla carta che nel risultato finale.
E' un film complesso che però complesso non è, un film d'azione fantascientifica o di fantascienza con una buona dose di action, affascina e incuriosisce salvo poi dirti che in fondo voleva solo intrattenerti e ti chiede di fregartene della coerenza.
Un paradosso insomma.

Voto 7

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