Dopo la festa dolore di tasca e dolore di testa, recita un vecchio adagio, successe lo scorso anno nella finale di Coppa Italia, per nostra fortuna non si è ripetuto quest’anno, anche se lo scontro era più ravvicinato. Siamo riusciti a durare fin dopo il vantaggio e sino alla sospensione, quella parentesi in cui ti accorgi che la deficienza dilaga anche con la spada di Damocle della squalifica pende sulla tua testa.
Anche se alla fine non non vanno demonizzati solo i nostri, come i media son bravi a fare in questi casi. Poi ci siam rilassati, rintanati in difesa alla ricerca della gestione e il contropiede, chiaramente col fiato corto dopo la sbornia di soli tre giorni fa, tanto che nell’aria aleggiava odore di pareggio. Matri e Vidal canticchiano la massima del gol mangiato, ma dall’altra parte non si risponde a tono, tranne che per un palo di Denis.
Anche se alla fine non non vanno demonizzati solo i nostri, come i media son bravi a fare in questi casi. Poi ci siam rilassati, rintanati in difesa alla ricerca della gestione e il contropiede, chiaramente col fiato corto dopo la sbornia di soli tre giorni fa, tanto che nell’aria aleggiava odore di pareggio. Matri e Vidal canticchiano la massima del gol mangiato, ma dall’altra parte non si risponde a tono, tranne che per un palo di Denis.
Alla fine la partita non è granché spettacolare, con una passerella per chi ha giocato meno e anche per Anelka, chiamato a guadagnarsi la pagnotta, che sgambetta per il campo come a calcetto. Mentre a Sky ci rimangono male perché Conte manda Alessio nelle interviste, dimostrando di non essere stati attenti al fatto che era anche per loro una passerella, quasi che si dovesse sempre ad ogni costo commentare una partita decisiva e fondamentale anche quando non lo è affatto. Certo pareggiare la partita mi sarebbe dispiaciuto, sia chiaro, questa vittoria la si voleva in molti, anche per provare ad inseguire quel record di Capello, qui 91 (teste di cazzo) che tutto ad una tratto valgono per tutti,anche per chi dice che quel campionato non c’è mai stato.
E se persino Sconcerti cerca di salire sul carro dei vincitori, con quel suo “per me son 31”, abbiamo fatto davvero un campionato fantastico. Lo scudetto però è uno, lo è sempre stato, bisognerebbe spiegarlo al Napoli e a Mazzarri, che giustamente festeggiano il loro personale record di punti, ed anche quell’anno l’avevamo dominato prima che ce lo togliessero, quindi come vede non servono i se quando elimini l’elemento più grande dall’equazione.
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