2+2=+3. Il giorno del suo centodiciasettesimo compleanno, la Juventus si riprende ad Empoli ciò che aveva sciaguratamente regalato tre giorni fa e nell'altalenante storia di questa serie A torna in vetta solitaria con tre punti di vantaggio. Una vittoria "doverosa" da turno favorevole sulla carta - sia per riscattare l'immeritata sconfitta di Genova che per approfittare di quella della Roma a Napoli - ma tutt'altro che scontata.
Ormai non è più un indizio, è una prova: la Juve di Allegri ha un'idiosincrasia coi primi tempi, come un timidone che fatica col primo approccio. Nella scorsa partita avevo parlato di quanto sia andata diversamente lo scorso anno coi rossoblu genoani, e di quanto la variante Pirlo sia servita a sbloccare quella ed atre impasse e ieri il destino ha voluto darci un'empirica dimostrazione. Squadra timida e molle il primo tempo che deve giocare il Jolly Mozart nel secondo per passare in vantaggio su una squadra nettamente inferiore, nel gioco e nei numeri. Anche se ormai Pirlo fa bene solo quello, perchè per il resto rimane l'ombra di quello che era fino a poco tempo fa.
In generale invece il problema è lo stesso: la paura del gol. O meglio, la volontà di trovare la grande rete a discapito di quella semplice, quella che devi solo buttarla dentro a porta libera ma che invece butti in curva. A margine di quel commento avevo detto quanto fosse inutile, a mio parere, dare la colpa a un Tevez o a uno Llorente, che l'unico che si salvi sia Morata e ieri il campo ha risposto anche a coloro che invocavano Giovinco come un genio incompreso, dimintichi dei gol che si era divorato col Palermo.
Morata invece sfrutta la sua occasione per prendere familiarità col gol e ne fa
uno che sembra la fotocopia di un altro che fece nel Real. Lui che
Giovinco lo sceglieva alla Playstation (vedi interviste) ieri se l'è
trovato come partner d'attacco.
Abbiamo anche visto che se davvero ci credi nel gol il portiere lo "sbuchi" e non gli fai prendere il pallone d'oro mediatico (quello che già volevano dargli nel primo tempo). Piuttosto dovremmo più spesso riconoscere i meriti del nostro, di portiere, e qui parlo agli juventini, facilmente plagiabili dalle opinioni di chi ci denigra e lo vuole già bello che finito. Ricordatevele le parate miracolose di ieri (solo un paio ma decisive) quando capiterà che anche questo essere umano farà una zuppa, una volta ogni tanto.
Rimane dunque il problema mentale ma l'importante erano i tre punti. Non si può regalare agli avversari un tempo, bisogna tornare ad azzannare la partita sin da subto, anche per ridimensionare le aspettative e le attese di chi ci sta di fronte. Riusciremo a capirlo entro martedì?
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