martedì 30 giugno 2015

OLTRE IL GIARDINO - Hal Ashby (1979) [Summer 80]

USA  1979
Le nostre tv sono invase da personaggi, personaggini, "personaggetti" direbbe qualcuno. Non facciamo che ritrovarci nel salotto o in sala da pranzo persone che non sappiamo bene da dove spuntino fuori, facce di moda, che all'improvviso spuntano come funghi. I presenzialisti della televisione o meglio i cosiddetti opinionisti,  espertissimi nel parlare di cose che non conoscono facendolo con una convinzione tale da sembrare quasi credibili.

-Scusi ma lei che mestiere fa?
-Faccio l'opinionista in tv

E' questa la classica risposta che otterremmo da uno di loro.

Così ti ritrovi ex concorrenti del Grande Fratello a parlare di cronaca, ex veline o attrici che si riscoprono esperte di politica o ancora peggio dei perfetti nessuno che pretendono magari di conoscere il significato della vita e spiegartelo in 2 minuti contati. Dice, un minuto di notorietà non si nega a nessuno, 1 minuto però, non intere trasmissioni giornaliere. Il potere maggiore della tv non è quindi soltanto quello di prendere degli illustri sconosciuti e renderceli familiari, tanto da creare dei veri e propri fenomeni mediatici, ma di dare credibilità a queste stesse persone, di legittimarli tanto da non farci farci più badare all'autorevolezza di un'opinione o alla verificabilità di determinate affermazioni. Lo hanno detto in tv quindi deve essere vero (e questo fenomeno sta ormai invadendo anche naturalmente internet).

Potrebbe un analfabeta ambire a ricoprire cariche di grande prestigio grazie all'attenzione mediatica? Si, perfino Totti ha ricevuto (voti non validi) qualche voto per la carica di nuovo Presidente della Repubblica. Provocazione? Notorietà.

Il protagonista di "Oltre il Giardino" (Being There) è anch'egli un analfabeta (interpretato da Peter Sellers), che ha passato la sua intera vita a lavorare come giardiniere presso un vecchio signore: un bonaccione, un sempliciotto che tutto quello che ha appreso nella sua vita lo deve alla tv. Un uomo che della vita conosce molto poco ma che ha dei modi di fare gentili, da signore, un modo di parlare pacato, tanto che porta una serie di personaggi dell'alta borghesia e della politica per una serie di equivoci a scambiarlo per un bizzarro gentiluomo esperto di questioni politiche. Impossibile nella realtà? Bizzarro, vestito in uno stile retrò, "esperto" di questioni economiche e politiche....Mi ricorda qualcuno.

Il nostro protagonista, Chance, è semplicemente un uomo tranquillo che vive la sua vita in maniera semplice, una semplicità che agli occhi di tutti si trasforma in sicurezza nei propri mezzi. Non ha secondi fini o retropensieri, questo lo rende agli occhi di tutti un uomo impeccabile e inattaccabile per il suo passato, parla in modo diretto e questo fa automaticamente di lui un uomo che parla chiaro, che non si tira indietro. Non parla molto quindi di fatto può essere scambiato per uno che non si sbilancia...
Quando il dubbio che possa essere un impostore li assale arriva subito a smentirci la tv: è un peronaggio televisivo, rispettato da molti, ha incontrato personaggi influenti, ci sta trollando, è un simpaticone che ama prendersi gioco di noi con battute argute e ficcanti.

Ronald Stiegler: Signor Giardiniere, col mio editore ci chiedevamo se a lei interesserebbe scrivere un libro per noi. Qualcosa sulla sua filosofia politica. Che ne direbbe?
Chance: Io non so scrivere.
Stiegler: Ah, meno male! Oggi sono tutti scrittori! Da noi si rischia di restare sepolti dai manoscritti. Eh... Ecco, noi le anticiperemmo una cifra con cinque zeri, e avrebbe la collaborazione di un grosso scrittore ombra, lettori professionali...

La grandezza del film sta proprio nel non calcare la mano sugli equivoci e le situazioni strane, sul non giocare troppo con le scene assurde dettate da questi equivoci, ma riesce a mantenere un aria surreale, che non fa scadere mai la situazione nel ridicolo. Un film semplice ma non banale, come il protagonista, che maschera dietro l'aria da commedia degli equivoci un ironica accusa al mezzo televisivo ed i mostri che riesce a creare, ma anche alla stessa società, una sottile presa per i fondelli alle convenzioni e al nostro modo di considerare diversa una stessa persona  a seconda del contesto. Il finale surreale e a suo modo poetico sottolinea in modo pregevole questa "ascesa" dell'uomo semplice verso nuove vette, un'assurdità che diventa reale.

La pellicola, girata nel 1979, (presentata in concorso al Festival di Cannes 1980, ecco perchè rientra in questa rubrica) per tantissimi versi, a distanza di 36 anni, non potrebbe essere più attuale. Godibile, ficcante, con alcune scene ben congeniate e degli attori bravissimi (Sellers purtroppo morirà soltanto un anno dopo).

Invecchiamento: 2/5
Fattore cult: 4,5/5
Divertimento: 4/5
Visionarietà: 4/5
Premonizioni: 4/5
Fascino Vintage: 2,5/5

Cult

Voto definitivo: 4/5

Nessun commento: