Mamma ho perso l'astronave, mi sono smarrito su Marte. Meno male che invece, quei pazzi scatenati dei nostri titolisti, hanno scelto un più sobrio Sopravvissuto. Manco se The Martian fosse in aramaico.
Vediamo un po'... Matt Demon disperso nello spazio e in attesa di soccorsi... Solo su un pianeta deserto da colonizzare... Con Jessica Chastain - che si chiama Chastain ma e Rossa - a capo del team di recupero... Niente, The Martian ce la mette proprio tutta per sembrare una sorta di spin-off di Interstellar. Almeno sotto il profilo associativo. No, invece dal punto di vista della trama si tratta di altro. Dopo Alien, Ridley Scott torna "su un'astronave" ma stavolta niente mostri (ne viaggi temporali). Dosa generi e citazioni per far crescere una storia ad "appena" 225 milioni di chilometri da qui, in un futuro non troppo lontano.
Si iniza subito con un'auto-citazione di Alien e del suo famoso orizzonte. Poi si conoscono i personaggi. Un gruppo di astronauti NASA alle prese con l'esplorazione fisica di Marte viene sorpreso da una di quelle improvvise e violente tempeste di sabbia marziane, che anche i nostri scenziati reali conosco bene. Colpito da un detrito staccatosi dall'Hub, il nostro Matt alias Mark viene sbalzato via e dato per morto dal resto dell'equipaggio in fuga. Invece questo Macaulay Culkin cresciuto si risveglia solo soletto sul pianeta rosso, senza che gli altri possano saperlo. Per sopravvivere dovrà ingegnarsi in condizioni oltre i limiti dell'umano. Meno male che è un botanico, il miglior botanico di marte...
Come detto qui il nemico non è l'alieno cattivo ma lo Spazio, quello che non collabora. Un luogo inadatto all'uomo che l'uomo vuol far suo, a suo rischio e pericolo. Protagonista questo Matt Damon in versione Cast Away, che però pare sopportare meglio la solitudine. Si lo so Matt ha qualche gingillo in più con cui passare i Sol, che però son pure 40 minuti in più di un giorno terrestre. Giusto il tempo di un 33 giri degli anni 70 convertito in formato digitale. Solo un accenno al barbone incolto alla Tom Hanks, che, dato per scontato sia vero, ha perso più tempo a farselo crescere che a sfoggiarlo nel film. Matt alias Mark... un impavido pieno di voglia di vivere. Quasi come se avesse accettato il ruolo per rimediare alle bastardate di Interstellar.
Nel resto del cast Sean Bean che cita esplicitamente e letteralmente il Signore degli Anelli in una scena. Ma anche Donal Glover, che per noi che amiamo Community resterà sempre Troy Barnes, qui con tanto di repertorio di faccie e di frasi quale: "Figo!" che ce lo hanno fatto apprezzare in coppia con Abed.
Insomma un film ben fatto da non perdere. Scott torna a far centro. Certo non mancano parti scontate per il genere, come qualche deus ex machina o quando si trasforma in una sorta di Mission Impossible Mars Version, ma è bello vedere anche un po' di azione in film come questi. Per il resto invece si tratta di fantascienza piuttosto ragionata, in stile Apollo 13. Un film che vale le 2 ore e 20 di seduta.
Voto 8
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