martedì 25 luglio 2017

Ozark - Prima Stagione [Serie Tv 2017]

Dalle prime immagini trapelate e da una lettura sommaria della trama ti eri fatto quest'idea che Ozark fosse una specie di risposta di Netflix a Breaking Bad. E' Così? Si potebbe rispondere si e no allo stesso tempo. Seppure i punti di contatto non manchino di certo, questo Ozark fin dalle sue prime puntate non cerca la comprensione o perfino l'empatia da parte dello spettatore. Non avremo nessun Heisenberg (o altro nome fittizio per darsi più importanza), nessun "lo faccio per la mia famiglia", nessun bene superiore (che poi questa fosse solo una scusa o meno poco cambia), nessun uomo che si "ribella" dopo essere stato a guardare per tutta la vita gli altri avere il meglio, nessuna "riscossa" personale. Si tratta di "scelte". E' questa la parola che molti dei personaggi del telefilm continuano a ripetere, più di tutti Marty Byrde (protagonista e narratore delle vicende). Si diventa criminali perchè si sceglie di esserlo, si sceglie di avere accesso al denaro velocemente, si sceglie di cambiare radicalmente la propria vita e quella della propria famiglia e ci si assume la responsabilità per le conseguenze che queste scelte porteranno.


"Io credo che molte persone abbiano una concezione distorta del denaro, il denaro è uno strumento di misurazione...pazienza, parsimonia, sacrificio, in fondo cosa hanno in comune queste tre cose? Sono scelte. Il denaro non dà pace interiore, il denaro non dà felicità: il denaro è, nella sua essenza, la misura delle scelte di ogni uomo"

Marty Byrde quindi sceglie di fare quello che fa perchè ha una concezione del denaro e del lavoro tutta sua e allo stesso modo ce l'ha sua moglie. Quando decide di diventare uno che ricicla soldi per un cartello messicano non ha grandi perplessità, non cerca di mantenere tutto nascosto, non ne parla a  sua moglie aspettandosi che questa lo lasci di punto in banco. Lo fa e basta. Non solo, lo va a spiattellare a quasi tutti quelli che lo mettono con le spalle al muro, fossero anche i suoi figli che necessitano di spiegazioni, incurante delle ripercussioni. Sa che ce ne saranno, sa che le cose saranno destinate a precipitare ma fa la sua scelta.

Denaro sporco? Ma ha visto quante lavatrici che abbiamo? Noi ci teniamo alla pulizia
Se allora in un altro tipo di telefilm il "fuggire dalla città" è un modo per recuperare un rapporto con i propri cari che magari si è raffreddato con gli anni (la moglie lo tradisce da tempo), in questo caso Marty lascia la città per necessità (costretto dagli eventi e dalla minaccia del suo "capo") e per scivolare ancora di più nell'abisso. Quello che (accecato dal proprio ego) crede essere soltanto una cittadina piena di bifolchi e ignoranti, un luogo "lontano dai riflettori" dove poter gestire i suoi affari in totale tranquillità è solo un altro tassello della sua serie di scelte. Le cose non potranno che peggiorare.
Ozark, con i suoi avvoltoi (veri e metaforici) che solcano le rive del fiume, dietro la facciata di tranquilla cittadina sulle rive del lago (abitata da pescatori e gente che di denaro non ci capisce nulla) cela infatti un universo di marciume e di corruzione che inghiotte tutto quello che incontra, un buco nero. Qualsiasi briciolo di onestà è destinato ad essere fagocitato dall'ipocrisia, in una spirale senza fine nella quale tutti prima o poi finiscono per ricadere (il reverendo)

Sei proprio sicuro che siano gabbiani quelli in fondo? A me sembrano avvoltoi

Tra rednecks, poliziotti che chiudono piu' di un occhio sui crimini compiuti sotto il loro naso, trafficanti di droga, sfruttatori di minorenni...non manca nulla. Si potrebbe dire che è proprio l'habitat naturale di uno che ricicla denaro sporco.

"Sapete cosa mi piace di Chicago? I messicani
Sapete cosa non mi piace di Chicago? Sempre i messicani"

Le atmosfere restano perennemente cupe, ed è questa un'altra delle caratteristiche che differenziano la serie da Breaking Bad. Non ci sono attimi di distensione, di ironia, momenti di vita quotidiana estranea a tutto quello che è il sottobosco criminoso. Tutto è freddo, glaciale, calcolato, in contrapposizione con il clima e i colori solari della serie di Vince Gilligan, atmosfere che una fotografia che scivola sui contorni del blu contribuisce a creare. 
Stupisce allora vedere come attore protagonista (nonchè produttore e regista di alcuni episodi) un Jason Bateman che da sempre siamo abituati ad associare a ruoli rassicuranti, all'inizio si finisce per restare spiazzati. Negli altri ruoli si distinguono attori magari non sempre da copertina ma con un curriculum invidiabile (Laura Linney, Peter Mullan) e attori emergenti sulla cresta dell'onda (Julia Garner, già vista anche in The Americans).

La "sigla"

Certo a ben vedere forse a questo Ozark manca quella dose di originalità che fa assurgere una serie a capolavoro, quelle scene memorabili che si stampano subito nella testa e ti ricordi per gli anni a venire, quella capacità di rendersi immediatamente riconoscibile, però ha un suo stile e una sua coerenza che la rendono godibile e particolare. Ad esempio "la sigla": non è  presente, abbiamo invece al suo posto soltanto un'asciuttissima immagine di una O, che al suo interno contiene quattro figure stilizzate di quattro elementi che si riveleranno importanti nella puntata che vedremo. Una specie di sfizioso spoiler grafico. Allo stesso modo alcuni dei monologhi (presenti però soprattutto nelle prime puntate) risultano particolarmente efficaci nell'offrirci il punto di vista del protagonista e il modo di intendere il suo lavoro, una specie di "piccola guida la ricilaggio"

Questo Ozark insomma pur non risultando un capolavoro si lascia guardare, offre diversi spunti di riflessione sulla nostra concezione del denaro e nelle sue 10 puntate non fa sentire mai o quasi il peso della durata di un ora ad episodio. E' ottima quindi per il classico binge watching alla Netflix.

PRO

- Atmosfere cupe e"fredde"
- Fa riflettere sulla situazione economica attuale e sulla fine del sogno americano 
- Jason Bateman anche in un ruolo inedito (o quasi) se la cava bene

CONTRO

- I personaggi non fanno molto per farsi amare
- Non particolarmente originale
- Forse alcune situazioni potevano essere approfondite meglio.

Voto 7,5

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