Se è vero che quando qualcosa va male potrebbe sempre andare peggio, allora dopo ieri sera l'unica cosa che possiamo salvare è il fatto che non sia andata peggio. Che nulla sia (ancora) perduto. Poiché se qualcuno si era illuso che Verona fosse stata solo un incidente di percorso, ignorando i chiari segni sismici del momento, dopo Milan-Juve dovrà convenire che davvero va male, per questa Juve. Male sotto il profilo tecnico ma anche mentale. Un momento di crisi seria di idee e risultati, in cui chi mantiene a galla la nave fatica a gettare fuori acqua. Ieri l'acqua in mare la tirano fuori prima il quarantaduenne Buffon con un paio di interventi decisivi, al netto di una indecisione sul gol, e poi il solito Ronaldo, infallibile dal dischetto. Ma è chiaro che tutto questo non può bastare.
Una brutta partita in generale, che il Milan "vince ai punti" giusto perchè più volenteroso contro una Juve inesistente e a tratti vergognosa. Come vergognoso può esserlo chi (calcisticamente parlando) dopo aver offerto un simile spettacolo al Bentegodi doveva ieri dimostrare quanto meno uno straccio di impegno e di riscatto. L'unica reazione si è invece limitata ad una diffusa frenesia di gioco che spesso ha portato a non tenere la palla per più di tre passaggi di fila. Nessun tentativo neppure di tirare nello specchio tranne qualche ciabattata da fuori area. Uno spettacolo indecoroso per i tifosi che, ripeto, a questo punto temono il peggio, perchè quando va male nel calcio qualsiasi tentativo di migliorare le cose spesso finisce col pasticciarle ancora di più. Tanto più che siamo arrivati alla fase decisiva della stagione, in cui uno sbaglio o due possono gettare via l'anno intero.
Di questo passo col Brescia sarà davvero dura (come potrebbe esserlo con chiunque in questo momento) e anche dovesse andare bene la convalescenza non sarebbe finita. In questa settimana se ne sono sentite tante: #sarriout, vecchi fantasmi, minestre riscaldate, come se cambiare in corsa servisse a qualcosa. Delle mancanze di Sarri ne abbiamo parlato ma se davvero sono i giocatori a remagli contro allora sarebbe da criminali e le colpe dei giocatori supererebbero le eventuali colpe di Sarri. Come lo scorso anno, quando iniziarono a circolare voci incontrollate su presunti ammutinamenti che han poi portato alla rivoluzione di quest'anno, quest'anno si vorrebbe la rivoluzione della rivoluzione (o involuzione se preferite) ma tutto questo a cosa porta se fatto in corsa se non a sbattere contro un muro. Non è forse stata la fame di rivoluzione a portarci a questo? Aspettiamo dunque che tutto sia definitivo per poter emettere sentenze di colpevolezza.
E poi c'è il circo, il solito circo, che mai come in questo momento risulta fastidioso. Ora che si deve pensare in casa nostra e a cose molto più serie. Un circo a cui si sottrae giusto la signorilità di Maldini. Nel quale sputafuoco del calibro dei Varriale's Boys ci si tuffano come in un barile di benzina, tirandosi dietro un Pioli (il solito Pioli) che finge di farsi tirare i calzettoni ma poi raggiunge gli amici a giocare nel fango. Poi naturalmente quando lo stesso va via si parte con "eh ma l'arbitro ha sbagliato anche contro la Juve". Altro che PosteItaliane, i servizi pubblici si somigliano tutti.
Allora vediamo un po' anche stavolta di poter mettere un punto sulla questione. Innanzitutto se vogliamo dire che Valeri è stato pessimo dovremmo noi per primi convenirne. Stiamo infatti parlando di una partita in cui i grandi "torti" non è certo il Milan che li ha subiti. Bisogna essere subito chiari su questo. Prima di quello assegnato sul finale infatti (chi cui parlerò a parte dopo) c'è stato un rigore negato, e ancora più solare, per gomitata in area su Cuadrado. E sempre per gomitata su Cuadrado manca quanto meno un giallo (che doveva essere rosso) a Kessie su cui non è stata fischiata neppure punizione. Quindi come vedete gli errori madornali sono stati fatti su di noi. Loro invece lamentano un fallo non sanzionato a Dybala che porta alla prima ammonizione di Hernandez, cui si può anche discutere, ma non certo sul fallo del milanista, che se fatto per vendetta è anche peggio. Poi Pioli lamenta che il pareggio sia partito da un fallo su Ibra... dopo due minuti in cui c'è stato anche il fallo laterale? e che schifo di proseguimento azione è?
Poi arriva il rigore. Molto ho detto sull'abominio calcistico delle nuove regole. Regole che intendevano semplificare le cose ma di fatto le complicano ancora di più. Come ogni tentativo di semplificare il calcio moderno porta a molte più regole ed interpretazioni di prima. Qualche anno fa quello su Ronaldo al 90% non sarebbe stato rigore (il 10% è dato dal fatto che ferma comunque un tiro in porta) ma con le nuove regole il braccio largo oggi è rigore al 90%. Le cose rispetto al passato si sono dunque ribaltate e non ci si può lamentare di essere caduti in quel 90%. Piuttosto si dovrebbe ringraziare il cielo quando si finisce nel restante 10, invece quando si parla di Juve tutto diventa 100%.
Sono regole che odio e che non ho fatto io ma di cui, come al solito, ci si accorge solo quando è al malcapitato di turno (che non è la Juve) che vanno di traverso.
E poi non erano loro che per anni ci avevano detto che gli episodi precedenti sono peggiori di quelli successivi? Cosa sarebbe successo se fossero rimasti in 10 già con il rosso su Kessie o se ci avessero dato quel rigore prima? Come vedete l'esercizio dialettico nel calcio è fine a se stesso (quando non porta a violenza fuori o dentro gli stadi) ma è soprattutto inutile, dato che alla fine noi dobbiamo fare i conti con qualcosa di più serio delle solite lacrime, esercizio ormai usuale in Juve-Milan, tanto che se mancano si trova sempre il modo di mettercele. Magari con le cipolle RAI dei Varriale's' Boys.
Quello che a noi preme di più e mandare un raccomandata urgente al mister, ai giocatori e alla società con il testo: Sveglia, prima che si disdicano le ambizioni di un intero anno. Perché ad oggi è questo che più ci fa arrabbiare e non i vari CommissoVirus o AntijuVirus ai quali siamo vaccinati. Urge trovare invece un vaccino alla febbre che ci ha colpiti in campo.
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