sabato 13 giugno 2020

#CoppaItalia_2020 Semifinale R> #JUVENTUSmilan 0-0 - precampionato di fine stagione


Devo confessarvi che in questi mesi il calcio non mi è mancato più di tanto. Avevamo tutti altre cose a cui pensare e un po' ne ho approfittato per disintossicarmi, da questa passione che un po' un vizio, come quello di fumare ma che oggettivamente in confronto fa meno male di una sigaretta. Ma soprattutto per allontanarmi dalle sue puerili polemiche e dal suo mondo antagonisticamente barbaro, il quale antepone l'odio per l'avversario al tifo per la propria squadra.
Ma sono anche (e soprattutto) un inguaribile tifoso della Vecchia Signora, quindi eccomi qui che mi faccio trovare pronto al "ritorno alle armi".

Se il calcio mi è mancato poco, figuratevi il Sarrismo (molto meglio i libri, le Serie TV e i film divorati in quarantena) e quello che abbiamo visto ieri ce l'ha ricordato a tutti con tutta la sua spietatezza. Peggiorata dal fatto che in questa folle ripresa dovremo affrontare la fine dei campionati in una forma che è da pre-campionato e forse peggio (dopo il forzato periodo di lockdown) giocando ogni tre giorni, sotto i bollori di un estate mediterranea.

Ma veniamo a ieri... è stata una semifinale di una bruttezza unica, di fatto finita dopo quel rigore sbagliato da Ronaldo, evento che è parso subito un presagio. Quando mai uno come lui li sbaglia? La risposta ce la dará lui stesso in campo con la sua prestazione.
Il solito inconcludente "passaggismo" portato allo stremo e la solita cronica fobia di concludere a rete, che poi dovrebbe essere lo scopo finale di questo sport.
C'è persino a chi è piaciuta la nostra prima mezz'ora (beati loro) poi magari sono gli stessi che criticavano la Juve di Allegri che in confronto a questa era il Brasile degli anni d'oro.

La sintesi della Rai (ecco cosa mi è mancato persino meno del Sarrismo) alla fine si riassume pienamente in meno di un minuto di footage. Lasciando stare la scarsezza personale, di un Ronaldo già nominato o di un Costa che si che si perde la palla tra i piedi, la prestazione di squadra è stata molto peggio. Quello che ha dato più fastidio e stato il ridursi a soffrire per una partita intera contro questo Milan. Più che per il risultato in bilico e la paura di prendere gol, per la scarsezza dell'avversario che avevamo di fronte. La nostra infatti non era una paura concreta. Col senno di poi e a mente fredda c'è stato poco di cui temere. Il gioco (se vogliamo definirlo tale) è stato quasi interamente in mano nostra, il Milan non è riuscito praticamente a fare alcun serio contropiede, eccetto un colpo di testa di Çalhanoğlu (mi pare). Buffon è rimasto a vedere Netflix sul cellulare. Eppure la nostra è stata una paura paradossale, simile a quella che deve aver provato Achille nella gara contro la tartaruga: quanto vantaggio possiamo dare a questa tartaruga rossonera per non incappare nel famoso paradosso di Zenone?

Pensate che la solita matrigna Rai (col solito redivivo-stile-zombie Varriale) pur di salvare qualcosa della propria esclusiva elogia il Milan, "uscito a testa altissima" (cit. partenopeo succitato) dalla Coppa Italia. Abbiamo sentito bene?

Innanzitutto chi elogia questo Milan per me è un caso patologico. Se la Juve infatti è stata scarsa il Milan era ancora in fase-1 e in ciabatte. Senza uomini, senza idee e senza potenzialità.
Dell'andata se ne è parlato tanto, spesso a sproposito, con annessa e tardiva spiegazione di legittimità del calcio di rigore finale da parte dei vertici arbitrali. Inutile perché ormai si era già creata la solita post-veritá di rimando. In quella partita il Milan non demeritò, ma peccò di dilettantistica ingenuità sotto il profilo disciplinare. E gli andò persino bene con solo due espulsioni e un mancato rigore su Cuadrado, dopo tutti i brutti falli fatti.
Come allora ieri il Milan rimane in inferiorità numerica, subito dopo il rigore sbagliato, nemmeno il tempo di farcelo digerire a noi o di ricavarne un vantaggio loro. Alla Juve è bastato mantenere lo 0-0, facendo meno di poco. Mai veramente minacciata da un Milan che non gli dà alcuno stimolo per migliorarsi per non soccombere. Definire sfortunata una squadra che prende simili espulsioni, che manco in serie C, è davvero poco professionale se a farlo è un giornalista sportivo. Se poi ad elogiare il suo Milan è un qualsiasi tifoso basta ricordagli di quando si è lamentato per la scarsezza della propria squadra e per quella della formazione scesa in campo ieri. Se ti lamenti della formazione non puoi prescindere dal perché è scesa in campo proprio quella (e col Milan di quest'anno cambiava poco) e dalle circostanze che l'hanno causato, ma soprattutto non puoi elogiarla pensando a quello che poteva essere se la tua squadra fosse stata più professionale all'andata. Una volta appurata la scarsezza della sua squadra, riconosciuto i limiti della sua sfortuna, non può non riconoscere che ieri il Milan ha giocato persino peggio della Juve, fallendo di fatto ogni occasione di sfruttare l'appannamento del suo avversario. Non a caso il niente-a-niente del risultato dice tutto. Ne consegue che per loro decadono sfortuna ed elogio. Chiaro che il mio è un discorso logico che non puoi fare ad un tifoso illogico.

Juve in finale quindi. Ed ora?

I grandissimi interessi economici hanno portato ad un'anarchia di regole sportive post-lockdown. Alcuni sport si son fermati altri no. Nel calcio, che è da sempre un'eccezione in questo Paese, la stessa cosa è capita al suo interno: alcuni campionati si son fermati ed altri no. La serie C ad esempio ha assegnato promozioni e retrocessioni, il campionato femminile invece è stato interrotto e non assegnato, con una Juventus a nove punti di vantaggio e leader incontrastata. Quando c'è la Juve di mezzo le regole cambiano sempre in corso, lo insegna la storia. Le enormi pressioni del calcio maschile invece fanno ripartire la giostra, levando ad esempio i supplementari e aggiungendo due sostituzioni. Lasciando solo in sospeso lo spettro dei play-off, cosa che verrà certamente riproposta se la Juve dovesse continuare a vincere scudetti.

Tra pochi giorni c'è già una finale, nemmeno il tempo di riprendere la routine di tutti i giorni. La condizione di questa Juve, già traballante di suo in stagione, è inevitabilmente peggiorata con il lungo stop. Il tempo per recuperare è pressoché inesistente, questo personalmente non mi fa ben sperare. Che sia l'Inter o il Napoli, questo mio pessimismo mi porta più a pensare all'avversario contro cui mi farebbe meno male perdere una finale invece di quello che vorrei realmente affrontare. Il dubbio è quasi amletico.

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