Una gara che, forse detto un po’ malignamente, si sarebbe potuta risolvere solo in questo modo, data l’assenza dal primo minuto di uno come Vlahovic, che a differenza degli altri cerca la porta e il tiro in porta costantemente.
Spero infatti, non so quanto concretamente, che questa vittoria serva a far capire a questi uomini che per segnare bisogna tirare in porta, perchè certe volte basta solo questo per segnare. Certo questa partita costituisce un’eccezione più unica che rara, ma se tiri sempre in porta, a volte le palle entrano da sole. L’abbiamo saggiato anche sulla nostra pelle. Quanti tiri della domenica si sono trasformati in gol subiti? Gol che spesso ci han tagliato le gambe e fiaccato il morale, fatta eccezione per i nostri demeriti, naturalmente. Eppure a tratti, persino in questa partita, si è faticato a capirlo. Troppe volte siamo arrivati davanti alla porta e come Morata e Locatelli abbiamo come provato il terrore del tiro verso lo specchio.
Ieri il vento è girato in nostro favore, perché certe le partite si vincono anche facendo il “lavoro sporco”, come quello fatto da Kean ad esempio, uno che resta comunque inutile sotto il profilo realizzativo, ma che ieri (e qui bisogna dare a Moise quello che è di Moise) si è procurato un buon rigore e non si è comportato malaccio, tipo sotto il profilo di quello che tiene palla e fa salire la squadra. Lo si è visto anche tentare il dribbling con successo, cosa che è divenuta alquanto rara in questa squadra da quando Dybala è fuori.
Naturalmente tra i personaggi decisivi non possiamo non citare Szczesny, uno che di papere quest’anno ne ha fatte ma che qualche rigore decisivo l’ha anche parato. Rimediando all’ennesima sciagurata prestazione di Rabiot, uno che ad ogni partita non manca di fare la sua cazzata. Già ammonito interviene di mano in area e stavolta il doppio giallo non arriva perché il tiro non era verso la porta. Allegri aveva pronto già il suo cambio non ha fatto in tempo.
Prima che tutto finisca la Samp agita persino lo spauracchio dell’ex Giovinco, ben contenuto come l’altro ex Quagliarella, ben incastrati dalle maglie della difesa, su cui spicca la sontuosa prova di De Ligt. Uno che sta crescendo sempre più, passando da quello che veniva definito un bidone milionario a uno che è sempre sul punto di lasciarci per lidi “migliori”.
A piccoli passi stiamo avanzando con vittorie pesanti, ma il prossimo passo è quello di diventare più cattivi sotto porta, non avere pietà né timore delle difese e dei portieri, perchè il calcio è fatto anche di sponde, tutto sta a provarle e cercarle, quando i tiri dritti mancano.
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