domenica 29 settembre 2024

Genoa 0-3 Juventus – 6ª Serie A 24/25 – Porte chiuse, reti riaperte


"Con quella faccia un po' così, quell'espressione un po' così, che abbiamo noi..." tifosi della Juve, che Genoa non l'hanno vista, perché genoani e doriani si son scornati in città durante il derby di Coppa Italia e siccome allo stadio da soli non vi vogliamo, chiuda il Marassi con tutti i filistei. Classica giustizia all'italiana, che in più di un secolo di calcio non ha saputo risolvere i suoi antichi problemi. Ma per chi, come me, sarebbe comunque rimasto a casa è stato meglio così. Meno cori beceri e meno piagnistei. Solo calcio.

Ma veniamo a questo veniale calcio giocato. Che cosa avrà in più, rispetto ad una salutare scazzottata tra concittadini? Magari con qualche bomba a mano e un corpo contundente? Boh! Ad ogni modo, se le porte del Ferraris sono rimaste chiuse, quelle degli avversari della Juve si sono finalmente riaperte. Sembrerebbe che questa Juve non conosca mezzi termini: o si vince con tre gol o si pareggia senza gol. Tutto il resto è noia. E scherzando scherzando, in tutta la sua storia, non aveva mai lasciato la sua rete inviolata nelle prime sei partite di campionato.

Per onestà intellettuale però, bisogna discostarsi dai facili commenti post partita. Questa Juve non è affatto cambiata, da quella vista nei tre zero a zero consecutivi. Basta analizzare il primo tempo. Solita manovra lenta e innocuo possesso palla. Una situazione che manda a nozze Gilardino, convinto di poter fare tesoro della lezione avuta da Roma, Empoli e Napoli. La riproposizione imbruttita della Juve di Sarri.

La sliding door della serata è stato invece il rigore che ha aperto le danze. Certo, prima devi realizzarlo quel rigore, ma una volta che la palla entra in rete il Genoa deve per forza scoprirsi. E così è stato. I piani del Gila son saltati e la Juve ha preso campo e fiato. Uscita dall'apnea ritorna il 3-0, come se avessimo addosso un interruttore on-off, che si aziona quando gli altri iniziano ad uscire dal loro bunker difensivo.

Quando le cose girano anche Vlahovic gira e viceversa. Ma quando gli spazi non ci sono devi pur crearteli. Anche Motta dovrebbe ogni tanto fare a meno del suo fondamentalismo da unica punta. Felice che l'abbia chiusa Conceição, in rientro dall'infortunio, uno che in questo senso può darci una mano a saltare l'uomo, assieme a Douglas Luiz. Così come gioca a fare il rivoluzionario, schierando un giovane a partita, pescato in fondo al barile Next Gen, così Motta dovrebbe dare più minutaggio al brasiliano, a cui non serve altro che prendere confidenza col nostro calcio e con i nuovi compagni.

Se riusciamo ad aggiustare questo potremmo essere sulla buona strada. Work in progress...

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